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La Francia si aprirà alla concorrenza ferroviaria?

Che cosa succede in Francia sulla liberalizzazione delle ferrovie. L'articolo di Enrico Martial

 

“Il mio principale concorrente non è Trenitalia o Transdev, è la strada”.

Jean-Pierre Farandou, AD delle ferrovie francesi, SNCF, vuole raddoppiare il numero dei passeggeri trasportati in dieci anni, e recuperare il 10% del mercato dal trasporto su strada, che occupa l’85% degli spostamenti attuali. Il trasporto ferroviario di persone dovrebbe salire dal 10% al 20% del mercato. Intervistato da Le Figaro del 2 novembre, Farandou ammetterebbe la perdita di alcune parti mercato a favore di nuovi concorrenti a patto di aumentare i passeggeri che si devono spostare dalle auto ai treni, proprio nel contesto del cambiamento climatico.

Soprattutto, però, c’è la questione dei soldi. La riforma ferroviaria è stata una delle prime avviate dalla presidenza Macron, dal 2017. Risultava impossibile affrontare il tema delle pensioni del personale ferroviario (gli “cheminots”), che aveva bloccato la Francia con gli scioperi del dicembre 2019, ma si poteva intanto aprirne il mercato.

In costante confronto con la Germania, la Francia voleva recuperare il ritardo anche sulle liberalizzazioni del settore. In Germania, in dieci anni di apertura, i costi erano scesi del 25%, i passeggeri aumentati del 49%, i treni in circolazione erano più della Francia (833 mln di treni-km, rispetto a 533 mln in Francia e 320 in Italia), Deutsche Bahn deteneva ancora il 70% del mercato ed era tornata all’utile già nel 2016.

SNCF aveva invece un debito monstre, da 50 miliardi euro, grossi investimenti da fare e una tendenza all’insostenibilità. La riforma andava fatta per forza, mentre le norme convenute a livello europeo, con il Quarto Pacchetto ferroviario del 2016, ne definivano il perimetro.

La trafila è stata classica e veloce: consultazioni e rapporto affidato dal primo ministro d’allora, Edouard Philippe, a Jean-Cyril Spinetta (ex AD di Air France) che l’ha consegnato il 15 febbraio 2018. Dopo i passaggi parlamentari, con larghe maggioranze, la legge è stata approvata il 14 giugno 2018. Anche in questo caso si era assistito a scioperi, questa volta a intermittenza, dal 3 aprile al 28 giugno 2018.

Una parte dei 50 miliardi di debito sarebbe stata presa in carico dallo Stato, SNCF riorganizzata in una sola struttura, ci sarebbero stati investimenti sulla rete per 3,6 miliardi su 10 anni, una revisione delle tariffe al km (le più care d’Europa) per favorire le tratte meno frequentate, uno sviluppo del trasporto merci. Soprattutto, la concorrenza interna sarebbe stata possibile dal 13 dicembre 2020.

L’operatore spagnolo Renfe proprio da quella data voleva fare la Lione-Marsiglia. La Thello, inizialmente joint-venture di Trenitalia e SNCF per il collegamento Genova-Nizza e poi diventata solo Trenitalia, aveva in animo di fare un collegamento TGV tra Lione e Parigi da giugno 2021.

Sulle tratte in convenzione con le Regioni, si preparavano delle gare. Si è portata avanti la Regione Sud (quella di Marsiglia) per la Marsiglia-Nizza, vinta il 28 ottobre scorso da Transdev. È stata la prima a soffiare una linea interna a SNCF, e si prepara a raddoppiare il numero dei treni in circolazione per lo stesso prezzo, 870 mln in 10 anni. Inizierà però dal 2025, dunque con comodo.

Anche per la pandemia, i progetti di Renfe e Thello-Trenitalia sulle tratte Parigi-Lione-Marsiglia sono rallentati, ma vanno avanti. Thello-Trenitalia potrebbe fare 5 andate-ritorno al giorno su Parigi-Lione, la tratta più redditizia, rispetto alle attuali 24 di SNCF, ma dovrebbero aumentare anche i passeggeri, come è avvenuto per l’arrivo di SNCF – OUI GO tra Madrid e Barcellona, dove sono cresciuti del 17%. Renfe, oltre all’idea del Parigi-Lione-Marsiglia, ha voglia anche di fare il collegamento tra Parigi e Londra.

Le Regioni francesi entro il 2023 dovranno svolgere le gare per il trasporto interno, e cinque hanno ormai iniziato: Grand Est, Hauts-de-France, Île-de-France (la regione di Parigi) et Pays de la Loire, oltre alla Regione Sud. I concorrenti sembrano più agguerriti rispetto all’Italia e le gare saranno forse meno formali (o di facciata) rispetto a quelle regionali italiane. Ci sono Arriva-Deutsche Bahn, Trenitalia con o senza Thello, la spagnola Renfe, Transdev (partecipata pubblica con la CDP francese al 66%), alcune aziende nuove, come Régionéo, joint venture della RATP della metro parigina con Getlink, la ex Eurotunnel che ha cambiato nome. I tempi restano lunghi, con risultati dal 2022 al 2026.

Intanto però, si vedono affiancate alla Gare de Lyon, a Parigi le locomotive di Trenitalia e del TGV Oui-Go. Il primo viaggio di un Frecciarossa 1000 di Trenitalia in arrivo da Torino, in pre-esercizio, è del 30 agosto scorso.

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