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Meritocrazia

Trasporti, come ripartirà l’Italia?

Il parziale lockdown comporterà inevitabilmente un ulteriore retrocessione dell'economia italiana. Bisogna ripartire con prudenza ma ripartire. L'articolo di Marco Foti 

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, nel primo trimestre dell’anno il Pil ha registrato una contrazione del 4,7% rispetto al trimestre precedente, in linea (calo del 4,8%) con quanto confrontato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il parziale lockdown comporterà inevitabilmente un ulteriore retrocessione dell’economia italiana, a conferma di quanto già comunicato dall’agenzia di rating Fitch che declassa il Paese da Bbb a Bbb-, ovvero ad un gradino sopra il livello “junk”, con outlook stabile e una previsione di decrescita del Pil dell’8% nel 2020 (ma su questa previsione, meno pessimista rispetto ad altre, i rischi sono al ribasso).

Nessuno sembra essere consapevole delle dimensioni del problema in Italia.

Ci pensa Bill Gates, fondatore di Microsoft, in una recente intervista a Repubblica, a richiamare l’attenzione sul virus che “interferisce in un numero talmente grande di attività e causa così tanti danni economici e disturbi mentali che fatichiamo a immaginarne la portata. È necessario porre fine a questa malattia a livello globale, non solo perché abbiamo a cuore gli altri esseri umani, ma anche perché vogliamo che l’economia globale riparta. Anche se non sarà possibile tornare alla normalità dopo il coronavirus prima di uno-due anni”. Per cui occorre convivere con IL problema.

Secondo i dati forniti dall’Oms, 44 Stati europei hanno iniziato ad alleggerire il lockdown, tra questi Danimarca e Repubblica Ceca, sulle orme di quanto fatto in Corea del Sud. La chiave di volta è il governo del sistema della mobilità.

Il Trasposto Pubblico Locale non può sostenere la domanda di passeggeri con un’offerta di trasporto (posti disponibili) ridotta ad un terzo della sua capacità per rispettare i requisiti di distanziamento sociale richiesti dal Governo (distanziamento ipotizzato di 1 metro). A dichiararlo i presidenti di Agens (Agenzia confederale dei Trasporti e Servizi) e Asstra (Associazione dei trasporti che riunisce il TPL di tutta Italia). Per cui queste limitazioni non consentono alle aziende italiane di Tpl di svolgere a pieno le proprie attività di business.

La soluzione? Obbligo di utilizzo delle mascherine da parte degli utenti, rigorosamente applicato, coerentemente a quanto disposto nel protocollo generale per la riapertura delle imprese, e sanzioni amministrative per i trasgressori.

Se cosi non sarà il sistema della mobilità (strade e parcheggi) nelle città non potrà contenere il flusso di veicoli che “domani” (dal 4 maggio) dovrà sostituire la carenza di posti offerti (due terzi) su bus e metro.

Allentare il lockdown ammettendo gli spostamenti tra le regioni significa muovere l’economia ed avviare gradualmente la stagione turistica. Un esempio è fornito dalla Coldiretti che chiede a voce alta di far “riaprire subito i 24mila agriturismi italiani spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza”.

Allentare il lockdown significa far ripartire il trasporto aereo. Il commissario straordinario di Alitalia, in audizione alla Commissione Trasporti della Camera, comunica il “crollo dei ricavi di Alitalia ed un coefficiente medio di riempimento ad aprile che non è arrivato al 21%”. Situazione economico finanziaria che ha indotto l’azienda alla cassa integrazione per circa 7 mila lavoratori, oltre la metà di tutto il personale. A giugno, cioè domani, dovrebbe partire la newco con una flotta disponibile di 92 aerei, più che sufficiente a soddisfare l’attività ordinaria una volta usciti dal lockdown.

Con il divieto degli spostamenti tra le regioni la nuova company Alitalia non potrà effettuare voli a pieno carico. Se si considerano le limitazioni dettate per il distanziamento sociale il quadro è completo. La newco attende l’allentamento delle restrizioni altrimenti addio ai ricavi previsti nel piano industriale.

A ricordare le difficoltà operative ci ha pensato la Airlines for Europe, che rappresenta 16 compagnie aeree. Attraverso una comunicazione inviata ai ministri dell’Unione europea Airlines for Europe evidenzia che “il distanziamento sociale non è né necessario né praticabile a bordo di un aereo”. A4E sostiene infatti che “è impossibile per gli equipaggi di volo operare un aereo mantenendo una distanza di 2 metri dai passeggeri o tra di loro e che non esiste un modello finanziariamente valido per compagnia aerea che possa permetterle di far volare un aereo pieno solo per due terzi”.

Ripartire con prudenza, ma ripartire.

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