Non è bastato defenestrare Herbert Diess per ripartire. La situazione economica di Volkswagen continua infatti a destare preoccupazione, questo nonostante le vendite del Gruppo continuino a essere di tutto rispetto.
L’ULTIMA RIUNIONE INFUOCATA
Secondo quanto riporta l’Handelsblatt, quotidiano economico tedesco, l’ultima riunione tra il responsabile del marchio tedesco, Thomas Schäfer, e la sua dirigenza si è rivelata un vero e proprio shampoo per gli oltre 2mila manager presenti e connessi.
“Il tetto è in fiamme”, avrebbe detto il manager-ingegnere senza troppi giri di parole. “È in gioco tutto” e nel pieno della delicata fase della transizione ecologica “i costi sono troppo alti in molte aree”, frase che lascia ipotizzare che il Gruppo elaborerà in estate un draconiano piano di ottimizzazione delle spese.
IL PRECEDENTE DI DIESS
Nemmeno a dirlo, i sindacati sono già in allarme. Inutile ricordare che Herbert Diess capitolò non solo perché inviso un po’ a tutti, ma in quanto in un meeting si lasciò scappare che l’elettrificazione sarebbe potuta costare, nella peggiore delle ipotesi, parecchi posti di lavoro. Frase che innescò nuovi scontri col potente sindacato dei metalmeccanici che il posto lo fecero perdere solo a lui. Almeno per il momento.
RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE IN VISTA
Le tante sfide in arrivo, rappresentate dalla transizione ecologica ed energetica e dalla competizione cinese che si fa sempre più agguerrita costringono Volkswagen a un cambio di marcia: “Le nostre strutture e i nostri processi sono ancora troppo complessi, lenti e inflessibili”, avrebbe detto Schäfer ai suoi manager secondo le ricostruzioni giornalistiche.
Servono insomma svecchiamenti in ogni reparto al fine di rendere il Gruppo più agile, flessibile e dinamico. Inutile dire che i toni usati dal top manager sarebbero stati da “ultima chiamata”, dopodiché la riorganizzazione se non sarà fatta dai responsabili di area verrà decisa e imposta dall’alto. Questo nonostante lo scorso anno l’utile operativo sia aumentato a 2,6 miliardi di euro e il rendimento operativo al 3,6% (anno fiscale 2021: 2,2 miliardi di euro/3,2%) con un fatturato annuo di 74 miliardi di euro (anno precedente: 68 miliardi di euro)
DOVE TAGLIERÀ VOLKSWAGEN
Da mesi, la stampa tedesca sostiene che l’impianto di Osnabrück, in cui si producono la T-Roc cabriolet e le Porsche Cayman e Boxster, sia destinato a passare sotto la proprietà della Casa di Zuffenhausen, mentre Dresda, che dà i natali alla Volkswagen ID.3, rischierebbe persino di chiudere. Ma pure nello stabilimento simbolo di Wolfsburg sarebbero nell’aria tagli che porterebbero a diminuire di circa 400 mila unità le vendite annue.