Il governo di Sua Maestà ha dichiarato che sottoscriverà una garanzia di prestito da 1,5 miliardi di sterline a favore di Jaguar Land Rover, marchio britannico – benché nelle mani dell’indiana Tata – finito fuori strada per colpa di un attacco hacker che non ha pari nell’industria automobilistica.
LA GARANZIA DELLA CORONA
L’incursione hacker rivendicata dal gruppo Scattered Lapsus$ Hunters della fine di agosto ha causato un blackout che ha paralizzato tutti gli impianti localizzati dalla Gran Bretagna all’India, fino agli hub cinesi, travolgendo a cascata pure i fornitori di Jaguar Land Rover. Un salasso per gli affari del Gruppo.
QUANTO RISCHIA DI COSTARE A JAGUAR LAND ROVER L’ATTACCO HACKER?
A fare il punto è la ben nota testata Automotive News che descrive una situazione potenzialmente catastrofica per Jaguar Land Rover che rischia di ripercuotersi sulla prossima trimestrale: a seguito della decisione di mettere offline tutti i sistemi, infatti, il costruttore britannico avrebbe già visto sfumare 1 miliardo di sterline (1,36 miliardi di dollari) di fatturato a causa del prorogarsi del blocco informatico. Inizialmente si era parlato di perdite per 50 milioni di sterline a settimana ma è stato subito chiaro che il danno fosse di gran lunga maggiore.
BISOGNA SALVARE LA FILIERA DI JAGUAR LAND ROVER
Da qui la decisione del governo britannico di intervenire facendo di fatto da fideiussore. L’esecutivo agirà per il tramite dell’agenzia governativa per il credito all’esportazione, UK Export Finance, che si farà carico di eventuali perdite qualora Jaguar Land Rover non riuscisse a rimborsarlo nei cinque anni previsti. Ipotesi al momento remota dato che ha comunque alle spalle Tata Motors. La vera utilità di tale strumento dovrebbe essere quella di calmierare i tassi di interesse da applicare al prestito, considerato il prestigio di cui gode il governo britannico.
COSA DICE IL GOVERNO UK
Da parte sua il ministro delle imprese, Peter Kyle, ha dichiarato: “Questo attacco informatico non è stato solo un attacco a un marchio britannico iconico, ma anche al nostro settore automobilistico leader mondiale e agli uomini e alle donne il cui sostentamento dipende da esso”.
Ma soprattutto si prevede che il prestito, erogato da una banca commerciale, darà una certa sicurezza ai fornitori dell’azienda. E’ infatti il sottobosco di aziende e Pmi sparse per la Gran Bretagna a preoccupare maggiormente l’esecutivo: molte di queste, quando Jaguar Land Rover ha dovuto fermare ordini e commesse, hanno iniziato a licenziare. Ed è chiaro che il governo intenda evitare una impennata della disoccupazione che accelererebbe la desertificazione industriale già in atto in diverse parti della Gran Bretagna. Jaguar Land Rover ha in tutto 32mila dipendenti, ma quelli dell’indotto sono circa 100mila.
LE POLEMICHE SUGLI AIUTI
Un grande fornitore – riporta il Guardian – ha espresso frustrazione per la decisione del governo di aiutare JLR anziché la catena di approvvigionamento. La garanzia sui prestiti “non garantisce necessariamente l’immissione di denaro e liquidità nella catena di approvvigionamento”, ha affermato la fonte. La scorsa settimana, un gruppo di fornitori ha dichiarato ai ministri che un programma di prestiti non avrebbe funzionato.
C’è infatti preoccupazione sulla velocità con la quale tale liquidità giungerà nei depositi del costruttore per confluire solo in un secondo momento nei rivoli delle aziende colpite dalla medesima crisi. “A seguito della nostra azione decisa, questa garanzia sui prestiti contribuirà a sostenere la filiera e a proteggere i posti di lavoro qualificati nelle West Midlands, nel Merseyside e in tutto il Regno Unito”, ha provato a rassicurare Kyle.
UN’ALTRA LINEA DI PRESTITO?
Gli ha fatto eco il Cancelliere dello Scacchiere (equivalente al nostro ministro dell’Economia) Rachel Reeves che ha affermato: “Jaguar Land Rover è un’azienda britannica iconica che impiega decine di migliaia di persone, un gioiello nella corona della nostra economia”. Attraverso la fideiussione “stiamo proteggendo migliaia di quei posti di lavoro con un finanziamento privato, aiutandoli a sostenere la loro catena di fornitura e a proteggere una parte vitale dell’industria automobilistica britannica”.
Soldi che però non sembrerebbero bastare, infatti, riporta l’Economic Times, Jaguar Land Rover avrebbe stipulato separatamente un altro accordo sul debito da 2 miliardi di sterline con la britannica Standard Chartered Bank, l’americana Citigroup e la giapponese Mitsubishi UFJ Financial Group.
JAGUAR LAND ROVER PROVA A RIMETTERSI IN MARCIA
Quanto all’azienda, ora bisogna ripartire. Sabato, un articolo del Sunday Times ha affermato che la dirigenza stava pianificando di riaprire il suo centro di produzione di motori all’inizio di ottobre. Perciò la prima fabbrica da ricollegare al sistema informatico che i tecnici di Jaguar Land Rover, avevano disattivato “per motivi di sicurezza” (tale è la spiegazione del Gruppo che in merito ha parlato di alcuni dati compromessi dagli hacker senza però dettagliare) sarà quella di Wolverhampton, nelle West Midlands, il 6 ottobre. Poi bisognerà passare a quelle di Halewood, Solihull e Castle Bromwich. Solo in Uk prima dell’attacco hacker Jaguar Land Rover sfornava mille vetture al giorno ed è seconda solo a Nissan.
SI RIPARTE IN UK, POI NEL RESTO DEL MONDO
Ma non è finita qui perché lo spegnimento del cervellone centrale ha paralizzato pure gli impianti sparsi nel resto del mondo: le fabbriche del Gruppo in Slovacchia, Cina e India risultano ancora fermi coi dipendenti a casa. L’azienda ha già fatto sapere che la ripartenza avverrà in modo scaglionato e senza forzature, con una gestione “sicura e controllata” della riattivazione dei sistemi industriali. Ovviamente è stata data prioprità al ripristino di alcuni dei servizi essenziali come quelli per il pagamento dei fornitori e per la registrazione digitale dei veicoli. La manovra per l’uscita dal pantano degli storici fuoristrada britannici, però, sembra essere appena iniziata.