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GM fatica a mettersi in scia di Tesla (e toglie gli spot da Twitter ora che è di Musk)

La casa di Detroit tarderà di sei mesi sugli ambiziosi progetti di elettrificazione del proprio marchio. E la pubblicità di GM sparisce dal social network fresco di acquisizione del magnate di Tesla

General Motors almeno per il momento non insidierà Tesla. Il colosso americano, nonostante i proclami sull’auto elettrica, ha dovuto ammettere che non riuscirà a stare dietro nei tempi previsti agli obiettivi di produzione di modelli elettrici precedentemente annunciati. A dirlo agli investitori è stata la stessa Mary Teresa Barra, Ceo della Casa di Detroit, che pure nei suoi ultimi interventi aveva fissato traguardi molto ambiziosi e una road map sulla mobilità elettrica che ora appare forse troppo ottimistica. Secondo Barra, il ritardo sarà di sei mesi, ciò vuol dire che gli azionisti dovranno attendere «la prima metà del 2024» per veder raggiunto l’obiettivo di portare sul mercato 400mila veicoli elettrici a batteria utilizzando la nuova tecnologia Ultium: in origine quel traguardo sarebbe dovuto essere tagliato già entro la fine del 2023.

L’ULTIMA TRIMESTRALE

Si tratta di un ritardo che sporca in parte gli ottimi risultati finanziari appena annunciati, con l’utile trimestrale cresciuto del 36,7% a 3,3 miliardi di dollari (contro i 2,42 del periodo luglio settembre di un anno fa) superando perfino le stime degli analisti. GM stima che le vendite di automobili negli Stati Uniti per il prossimo anno si attestino su quota 15 milioni, rispetto alle aspettative di circa 13,7 milioni quest’anno. L’Ebit adjusted è cresciuto da 2,9 a 4,28 miliardi di dollari, il margine di profitto netto è sceso dal 9% al 7,9% e il margine Ebit adjusted si è attestato al 10,2%, dal 10,9% precedente.

COME MAI GM RALLENTA SULL’ELETTRICO

Mary Barra – secondo quanto riportato da TheDetroitBureau.com – ha spiegato anche i motivi che hanno frenato la corsa all’elettrificazione del marchio: «È occorso più di tempo per il processo di assemblaggio del pacco batteria – ha detto riferendosi alla tecnologia Ultium – e i nostri piani non ne avevano tenuto conto». Ci sarebbe voluto «un po’ più tempo del previsto anche per assumere i circa 1.000 lavoratori» necessari alla riconversione del General Motors Lordstown Plant di Warren, nell’Ohio.

GM ha annunciato l’introduzione di 30 modelli completamente elettrici entro il 2025, non tutti previsti per il mercato degli Stati Uniti e sempre secondo i piani entro il 2035 non saranno più prodotti nuovi modelli con motore endotermico. Al momento, sul fronte elettrico i veicoli marchiati GM rappresentano il 7,6% del mercato statunitense ad agosto: dovranno arrivare al 20% entro il 2025. Ma di mezzo ci sono numerosi problemi di varia natura, dalla baldanza cinese all’inflazione, dall’alto costo delle materie prime alla crisi dei chip, che perdura oltre ogni aspettativa. In compenso, comunque, il colosso di Detroit potrà contare sugli aiuti appena varati dal presidente Joe Biden che più volte l’ha indicata come modello non solo per la filiera completamente USA e gli ambiziosi progetti EV, ma anche perché assicura il dovuto spazio ai sindacati dei lavoratori (ciò che Tesla non ha mai fatto).

Intanto, la casa automobilistica di Detroit prova a far dimenticare il forte ritardo comunicando che il tempo in più sarà comunque ben speso a livello di carbon footprint: entro il 2025 si sarà assicurata abbastanza energia pulita per alimentare tutte le sue strutture statunitensi grazie a nuovi accordi di compravendita di energia green già siglati con i proprietari di 16 impianti eolici e fotovoltaici in 10 Stati del Paese. “Riteniamo che sia fondamentale, per noi stessi, per i nostri clienti e per il futuro del pianeta, intensificare i nostri sforzi e raggiungere obiettivi ambiziosi che ci avvicinino a un mondo più sostenibile”, ha detto Kristen Siemen, responsabile della sostenibilità di GM. “Garantire l’energia rinnovabile di cui abbiamo bisogno per raggiungere il nostro target dimostra progressi tangibili nella riduzione delle nostre emissioni in tutti gli aspetti della nostra attività, avvicinandoci infine alla nostra visione di un futuro a zero CO2”.

Più delicata la questione Twitter. Con Elon Musk che, oltre a guidare Tesla, ora siede pure al volante del social network, la casa automobilistica di Detroit ha fatto sapere che sta “mettendo in pausa” la pubblicità in quanto vuole prima valutare la nuova direzione della piattaforma dell’uccellino blu. “Ci stiamo impegnando con Twitter per comprendere la direzione della piattaforma sotto la loro nuova proprietà. Come è normale corso dell’attività con un cambiamento significativo in una piattaforma multimediale, abbiamo temporaneamente sospeso la nostra pubblicità a pagamento. Le nostre interazioni con l’assistenza clienti su Twitter continueranno ”, si legge in una nota divulgata dai media USA.

 

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