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Manley Fca Aziende Ue

Ecco le buone notizie del piano Fca (mentre nel mondo si chiude e si licenzia)

Numeri, obiettivi, scenari e confronti. Il piano Fca di Manley approfondito da Augusto Bisegna per Start Magazine

Buona la prima. L’incontro tra Fim e Uilm insieme agli altri sindacati firmatari degli accordi con i nuovi vertici del Lingotto, capitanati dal ceo Mike Manley e dal responsabile dell’area Emea Pietro Gorlier, apre di fatto l’era del dopo Marchionne, anche sul fronte delle relazioni industriali insieme a nuovi investimenti e garanzie per le fabbriche italiane del gruppo.

ECCO I NUMERI ESSENZIALI DEL PIANO FCA

Cinque miliardi in 3 anni, 4 nuovi modelli completamente nuovi (500 elettrica a Mirafiori, Suv compatto Alfa Romeo a Pomigliano, Suv Maserati medio a Cassino, Jeep Compass a Melfi) e 13 trasformazioni che guardano alle motorizzazioni e all’auto del futuro. A cui si aggiungono 2 miliardi per gli stabilimenti italiani di CNHI. Questo mentre dall’altra parte dell’oceano un colosso come GM annuncia tagli e chiusure di fabbriche.

IL COMMENTO DI BENTIVOGLI

Ecco perché dopo l’incontro, il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, non ha mancato di far notare che la narrazione catastrofista portata avanti da larghi settori dei media e del mondo politico e sindacale a partire dal 2010, anno dell’accordo di Pomigliano, è andata incontro ad una nuova smentita. E’ così, del resto, ogni volta che la storia di successo industriale e contrattuale del gruppo Fca aggiunge una nuova tappa al percorso fatto in questi anni. Un percorso che è stato reso possibile grazie agli accordi sindacali che hanno garantito investimenti e smontato il falso mito che per mantenere la manifattura nelle economie mature si debbano per forza di cose peggiorare le condizioni di lavoro e i salari.

IL CONFRONTO TRA I DUE PIANI

Il piano presentato a Balocco lo scorso 1 giugno da Sergio Marchionne prevedeva 8.7 miliardi per l’area Emea nel quinquennio 2018-2022, mentre quello presentato ai sindacati mette sul piatto 5 miliardi solo per l’Italia in un arco di tempo minore (tre anni).

CONFERME E OBIETTIVI

Vengono inoltre confermati gli altri modelli entro il 2022 non inclusi nel triennio 2018-2021. Si tratta per l’Italia dell’investimento privato più grande messo in campo in questi anni, particolarmente rilevante poiché interessa una filiera come quella dell’automotive che genera tecnologia e decine di migliaia di posti di lavoro. E’ un settore destinato a subire una profonda trasformazione connessa allo sviluppo di tecnologie come la guida autonoma, la propulsione elettrica e quella ibrida. Ma a cambiare sarà l’idea stessa di mobilità ma malto di più anche implicherà una trasformazione delle nostre città che dovranno dotarsi di infrastrutture smart.

LA SPINTA ALL’ELETTRIFICAZIONE

Pur confermando la scelta annunciata lo scorso 1 giugno a Balocco, sono state evidenziate alcune criticità relative alle previsioni di mercato. In particolare, la riduzione dell’occupazione in tutto il settore automotive, a causa del minor numero di pezzi impiegati per l’assemblaggio e la maggiore automazione e semplicità delle linee dell’elettrico, cui si sommerà il minore ricorso alla componentistica del veicolo.

Le valutazioni delle maggiori case automobilistiche sull’elettrico sono di una riduzione media di  componenti dei motori dai 900 di quello a combustione  a 100  per l’elettrico. Questi numeri, sommati ad un maggior livello di automazione, porteranno ad una riduzione dell’occupazione del 20%.

Anche l’assistenza dei veicoli elettrici sarà molto ridotta rispetto a quelli a combustione: il tagliando si farà infatti ogni 200.000 km. Volkswagen stima che le nuove normative europee faranno perdere 100.000 posti di lavoro al gruppo in Europa.

La riduzione riguarderà soprattutto la manodopera di assemblaggio del motopropulsore, la manutenzione veicolo, i componenti e il rifornimento. Inoltre per le utilitarie  la tecnologia elettrica potrebbe, specie all’inizio,  avere  un prezzo elevato a vantaggio di  produttori asiatici, che ricevono dai governi sussidi molto elevati.

La scelta dell’elettrificazione comporta inoltre  la necessità, come avviene in altri Paesi, di una dotazione di infrastrutture per la rete di ricarica e per lo smaltimento delle celle, ma anche di nuove regolamentazioni. Su entrambe il nostro paese è  ancora molto indietro .In ogni caso i veicoli elettrificati passeranno dal 2% attuali al 12% nel 2022 al 22% nel 2030 questo anche per evitare di incorrere sanzioni delle nuove normative. Le emissioni passeranno nel 2020 dai 130g/km ai 95g/km e una successiva di ulteriori 15% dopo il 2021 e 35% successivamente.

I PIANI PER LA GUIDA AUTONOMA

Previsti 5 livelli di evoluzione. Oggi siamo tra il livello 1 e 2. Il livello 3 (2020-21) sarà il prossimo e che consentirà al guidatore di tenere lontano le mani dal volante pronto però a intervenire in caso di necessità. Il livello 4 sarà la guida autonoma completa prevedibile, dipenderà molto anche dalle infrastrutture per il 2023 e 2025. Il gruppo FCA ha sviluppato tre partnership per potenziare la guida autonoma. Con Waymo con cui già collabora e che consentirà di raggiungere il livello 4 e 5 con Aptiv per livello 2, per il livello 3 si utilizzerà Bmw per i modelli Maserati nel 2022 e 2023.

I PROGETTI PER L’AUTO CONNESSA IN CASA FCA

Entro il 2021 il 100% dei veicoli Fca avrà la connettività digitale base incorporata su ogni modello. Ciò permetterà l’offerta di servizi personalizzati (dall’ assicurazione alle prenotazioni ecc..) che cambieranno radicalmente l’esperienza di guida e faranno compiere, insieme alla guida autonoma, un vero salto di qualità. Prima a partire sarà Maserati, poi toccherà a Fiat, Alfa Romeo e Jeep.

I RISULTATI FINANZIARI DI FCA

Il piano finanziario messo a punto da Marchionne per il 2017-2022 resta confermato. I target prevedono un Ebit da 6,6 mld (2017) a 9,2-10,4 (2020 ) a 13-16mld ( 2022). Inoltre sarà aumentato il margine per azione da 2,3 nel 2017 a 5,9-7,3 nel 2022.

ECCO GLI INVESTIMENTI STABILIMENTO PER STABILIMENTO

Gorlier ha illustrato le ricadute della prima parte del piano entrando nel dettaglio degli impegni previsti per l’Italia nei prossimi tre anni. Gli investimenti da subito operativi sono:

1) L’arrivo della produzione della Jeep Compass plug-in hybrid a Melfi, che riguarderà tutta l’area Emea. Nascerà già ibrida, insieme alla Renegade ibrida di cui già si stanno montando le linee nello stabilimento lucano. Ciò consentirà di azzerare l’utilizzo dei contratti di solidarietà

2) Nuova 500 elettrica ipertecnologica, full electric, 100% connessa digitalmente e aggiornabile, prodotta integralmente a Mirafiori (attualmente in Polonia).

3) Compact Suv Alfa Romeo e Panda ibrida a Pomigliano.

4) Aumento della capacità produttiva e sviluppo del Ducato elettrico nella fabbrica di Atessa, in Val di Sangro (Ch)

5) Verrà esteso il ciclo vita della Gran Cabrio e della GT per il sito di Modena

Inoltre a Mirafiori e Grugliasco, il polo torinese, sono in programma il restyling del Levante e la versione plug-in Hybrid, Ghibli e Quattroporte. A Mirafiori verrà installata la piattaforma di produzione elettrica utilizzabile per la transizione per l’area Emea. Sarà incrementata la capacità produttiva di trasmissioni.

Verrone: aggiornamento trasmissioni per nuovi motori

Melfi: oltre alla Jeep Compass, vi sarà una 500X ibrida e tutte le vetture prodottesaranno o ibride o plug-in.

Cassino: restyling e ibridazione plug-in di Giulia e Stelvio, nuova Maserati “suv medio” a combustione normale e ibrida. Inoltre la Giulietta, considerati i risultati positivi sul mercato, sarà prodotta per tutto il 2019. Da verificare il progetto di “allungamento” della Giulia.

Modena: si allungherà la vita produttiva di Gt e Gran Cabrio, differentemente da quanto annunciato. Inoltre sarà ancora il sito di produzione di gran parte dei modelli specialties, supersportive Alfa e Maserati. Vi sarà l’elettrificazione di almeno uno dei modelli.

Pratola Serra: contrariamente a quanto annunciato, non si fermerà la produzione del diesel nel 2021. Nel sito avellinese si costruiranno dal 2021, gli euro6 diesel di ultima generazione (D final). Ci sono riflessioni in corso su come collegare il sito alla futura produzione di motori elettrici.

Termoli: 4 nuovi motori di cui uno hybrid e plug-in hybrid.

Cento: evoluzione del grande motore diesel V6 per il mercato americano (per Ram e altri) e si riprenderà la produzione di motori industriali e navali.

Atessa Sevel: incremento capacità produttiva, restyling nel 2020 e versione Ducato elettrico

Pomigliano: Alfa Compact-Suv anche in versione hybrid plug-in P1 P4. A fine 2019 lancio della Panda mild hybrid e poi restyling (2021) . Dunque al momento la permanenza della Panda, ci cui era stato annunciato il trasferimento in Polonia, viene allungata. La piattaforma del nuovo compact suv sarà nuova. Gli ammortizzatori sociali restano per ora in vigore, ma la realizzazione di una piattaforma completamente nuova consentirà un periodo più lungo di prospettiva industriale e occupazionale con la possibilità di costruire nel sito campano ulteriori modelli sullo stesso pianale.

Annunciato anche uno studio su dove collocare l’assemblaggio di pacchi batterie per elettrico, smentite le voci circolate sulla possibile vendita di Comau. Insomma buone notizie in un momento di rallentamento dell’economia del paese come certificato ieri dai dati Istat.

Come al solito qualche sindacato e giornale nazionale ha accolto questa buona notizia, mettendo l’accento sulla cassa integrazione, va ricordato a questi signori che nel 2012 la cassa integrazione era del 40% ora siamo al 12% e la nuova cassa sarà per ristrutturazione visto che mediamente per istallare le nuove linee e mettere in produzione un nuovo modello occorrono circa 18 mesi.

C’è da aspettarsi che cambi la narrazione il Paese ha bisogno di guardare con fiducia al futuro e le notizie giunte da Torino sono molto buone e lasciano ben sperare.

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