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Ecco quanto pesa la grana-Vard sui conti di Fincantieri

I numeri dei primi 9 mesi di Fincantieri e i problemi della controllata Vard

Fincantieri, oggetto in maniera laterale in questi giorni di una indagine della Guardia di Finanza di Venezia su alcune società subaffidatarie, ha presentato i risultati dei primi 9 mesi.

I ricavi crescono, ma sulla performance del gruppo pesano in particolare i risultati negativi della norvegese Vard (Vard Group è uno dei leader mondiali nella costruzione di navi-piattaforme specializzate per il mercato offshore e traghetti alimentati a gas naturale liquefatto).

I NUMERI DI FINCANTIERI

Partiamo dai numeri generali. Nei primi nove mesi del 2019, i ricavi e i proventi di Fincantieri hanno registrato un incremento del 9,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, confermando le aspettative di crescita per il 2019 del settore shipbuilding e del settore Sistemi, Componenti e Servizi.

L’Ebitda del gruppo è stato pari a euro 287 milioni, +2,1% rispetto al 30 settembre 2018, mentre l’Ebitda margin era pari al 6,7% (7,3% al 30 settembre 2018).

PESA VARD

Se da una parte i buoni risultati riflettono il positivo andamento del settore shipbuilding (+30,2% rispetto al 30 settembre 2018), dall’altra risentono della performance negativa di Vard nei progetti cruise e nei progetti offshore.

Vard da gennaio 2013 è controllata da Fincantieri Oil & Gas SpA, interamente controllata da Fincantieri.

VARD NEL SETTORE SHIPBUILDING

L’Ebitda del settore Shipbuilding, al 30 settembre 2019, è pari a euro 336 milioni (+30,2% rispetto al 30 settembre 2018) con un Ebitda margin del 9,1%, riflette il miglioramento della prorogabilità delle attività di costruzione svolte dal Gruppo sia in campo cruise che militare.

Ma la “marginalità del settore risente della prorogabilità non soddisfacente di alcuni progetti della business unit Cruise di Vard”, si legge nel comunicato diffuso dalla capogruppo. Ed è proprio l’intervento dell’Italiana Fincantieri che “ha portato da una parte al recupero di ritardi produttivi finalizzato a garantire la consegna delle navi nei tempi previsti e dall’altra alla revisione delle stime dei costi a finire delle commesse che sono state riflesse nei risultati al 30 settembre 2019, ivi compresi i maggiori costi sostenuti per recuperare i ritardi sulle navi in consegna”.

VARD ED IL SETTORE OFFSHORE E NAVI SPECIALI

Guardando al settore Offshore e Navi speciali, da gennaio a settembre 2019, i ricavi si sono attestati a 392 milioni di euro, in riduzione rispetto ai primi nove mesi del 2018. A pesare è la mancanza di ordini per il settore core.

“Con l’obiettivo di un recupero della marginalità del settore nel medio termine e nell’ambito del piano di riorganizzazione del gruppo Vard attualmente in fase di sviluppo, sono state individuate e approvatele prime iniziative di ottimizzazione del footprint produttivo norvegese”, spiega il comunicato.

GLI STRUMENTI DI CREDITO

I Construction loans, ovvero gli strumenti di credito utilizzati esclusivamente per finanziare le commesse cui sono riferiti, sono pari a 793 milioni di euro, con un incremento di 161 milioni di euro, e sono relativi alla Capogruppo per 500 milioni di euro e alla controllata Vard per 293 milioni di euro.

RIORGANIZZAZIONE

Vard, che conta oltre 8.000 dipendenti e nove impianti di costruzione, è ora oggetto di una riorganizzazione. Fincantieri si impegna “ad uniformare la gestione industriale e la pianificazione economica delle commesse alle best practice del Gruppo”.

REVISIONE INDUSTRIALE

Fincantieri ha anche avviato “una revisione delle modalità di gestione industriale e della pianificazione economica delle commesse, sia in ambito Cruise che Offshore e Navi Speciali”, con l’obiettivo di recuperare i “ritardi produttivi che avrebbero altrimenti compromesso la consegna delle navi nei tempi previsti”.

CAMBIO AL VERTICE

Il ceo di Vard, Roy Reite, avrebbe rassegnato le dimissioni, diventate effettive da settembre 2019 ed ora la società è alla ricerca del suo successore. Il cambio di management è confermato indirettamente dalla stessa Fincantieri: “A seguito del delisting avvenuto a dicembre 2018, è proseguito il processo di integrazione nel Gruppo Fincantieri e di allineamento alle best practice. Ne è conseguito un cambio di management e l’avvio di un processo di riorganizzazione”.

RICAPITALIZZAZIONE IN VISTA?

Nei mesi scorsi, intanto, si vociferava di una ricapitalizzazione in vista.  Fincantieri avrebbe in mente di effettuare un aumento di capitale da 90 milioni di euro per rinforzare la società norvegese, che lo scorso anno ha registrato una perdita di 1,88 miliardi di Nok (220 milioni di dollari), contro una perdita di 99  milioni di Nok (corone norvegesi) nel 2017, secondo il quotidiano norvegese Finansavisen.

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