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Fca

Ecco perché Fca sbanda in Borsa

L'articolo di Luciano Mondellini, giornalista di MF/Milano Finanza

Nel giorno della presentazione dei dati di bilancio 2018 il titolo Fca ha registrato una perdita del 12,2% (a 13,4 euro) registrando la terza flessione più pesante in borsa da quando esiste Fiat Chrysler Automobiles (ottobre 2014). Con la capitalizzazione che è scesa di 2,8 miliardi in una sola seduta, a 20,8 miliardi. Peggio era andata soltanto il 12 gennaio 2017 (-16,1%), quando le autorità statunitensi aveva accusato il Lingotto di aver ingannato sulle emissioni di 104mila auto, e il 25 luglio 2018 (-15,5%), giorno della scomparsa di Sergio Marchionne. Il problema è che questa volta il flop non è avvenuto in seguito a un evento esogeno o tragico, ma dopo la presentazione del bilancio.

TUTTI I MOTIVI DEL CROLLO IN BORSA DI FCA

A spingere le azioni al tracollo (anche a New York a poche ore dalla chiusura la tendenza era la stessa, con il titolo che perdeva il 12%) non sono stati i conti in sé (chiusi con ricavi in crescita del 4% a 115,4 miliardi e un utile netto in salita del 3% a 3,6 miliardi) quanto piuttosto non aver centrato pienamente i target 2018 (che erano stati ribaditi in ottobre dopo la terza trimestrale) e soprattutto la revisione al ribasso degli obiettivi finanziari per il 2019.

CHE COSA SUCCEDE AI RICAVI

I ricavi si sono posizionati nella parte bassa della finestra delle previsioni (115-118 miliardi), l’ebit adjusted (7,2 miliardi) ha mancato l’obiettivo (previsto tra 7,5 e 8 miliardi) mentre ce l’ha fatta di poco l’utile netto adjusted, avendo superato l’obiettivo posto a 5 miliardi di 47 milioni.

LA REVISIONE AL RIBASSO DEGLI OBIETTIVI 2019

Soprattutto però a deludere è stata la revisione al ribasso degli obiettivi del 2019 per l’Europa ( a causa del previsto rallentamento economico in Italia, Regno Unito e Turchia), per l’America Latina e per l’Asia (con la Cina che non ha più la velocità di un tempo). E quindi mantenendo le previsioni precedenti solo per il Nord America.

ECCO I NUMERI ESSENZIALI DI FCA

Complessivamente il Lingotto punta per quest’anno a raggiungere un ebit adjusted di oltre 6,7 miliardi, mentre la stima degli analisti era per 7,7 miliardi, e un eps diluito adjusted sopra i 2,7 euro, mentre il consensus è per 3,22 euro. In questo quadro togliendo ai conti 2018 l’apporto di Magneti Marelli, la cui cessione sarà finalizzata nel secondo trimestre 2019, l’ebit adjusted 2019 risulta di poco superiore a quello 2018 (6,7 miliardi) e l’eps diluito adjusted inferiore (2,70 euro contro 3 euro nel 2018).

CHE COSA HA DETTO MANLEY

Il ceo Mike Manley, nella conference call con gli analisti, ha poi rassicurato sul fatto che nel 2020 il Lingotto tornerà ai target previsti nel piano industriale al 2022 presentato a Balocco in giugno. Ma questo non è bastato agli operatori per bloccare le vendite.

LA MAPPA FCA DELLE VENDITE

In dettaglio, la casa automobilistica controllata dall’Exor della famiglia Agnelli-Elkann ha confermato la propria trazione nordamericana visto che Usa, Canada e Messico hanno contribuito per 6,2 miliardi ai 7,2 miliardi dell’ebit adjsted complessivo. L’America Latina ha apportato 359 milioni (in crescita del 138%) mentre dati sconsolanti sono arrivati sia dall’Asia dove l’ebit adjusted è risultato negativo per 296 milioni (sia per la debolezza del mercato che dalle maggiori pressioni competitive) sia dall’Europa. Nel Vecchio continente l’ebit adjusted è calato del 45% da 735 milioni a 406 milioni soprattutto a causa dell’impatto della normativa wltp che ha zavorrato le vendite nell’ultima parte dell’anno.

ECCO I CONTI PESSIMI DI MASERATI

Infine sono stati pessimi i conti di Maserati il cui ebit è calato da 560 a 151 milioni. Manley, nella conference call, non ha esitato a definire «inacettabile» il risultato raggiunto facendo presente che nelle settimane scorse sono stati sostituti i responsabili delle vendite del brand del Tridente e il manager inglese si è detto fiducioso che il nuovo team saprà rilanciare il marchio.

IL PESO DEL RALLENTAMENTO DELLA CINA

Al di là dei problemi interni il Lingotto ha anche fatto presente che il calo è stato legato al rallentamento del mercato cinese e di altri Paesi chiave per i brand luxury. Il ceo ha poi spiegato che la versione ibrida della Jeep Wrangler e la 500 elettrica arriveranno all’inizio del 2020.

 

Estratto di un articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

 

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