(Reuters, Christoph Steitz e Rachel More, 9 settembre 2025, 13:14)
Punti chiave:
- I produttori europei affrontano declino prezzi e profitti in Cina, domanda debole in Europa.
- Tariffe USA creano incertezza, spingendo al taglio costi e rilancio EV.
- Volkswagen, Porsche, BMW e Mercedes puntano su nuovi modelli per competere con la Cina.
Al salone IAA Mobility di Monaco, i costruttori auto europei rivelano preoccupazioni per la fine di un’era di prosperità.
Oliver Blume, CEO di Volkswagen e Porsche, ha dichiarato: “La festa che abbiamo celebrato nell’industria automobilistica per decenni è finita nella sua forma attuale.”
Ora si tratta di riorganizzazione, con prezzi e profitti in calo in Cina, domanda fiacca in Europa e tariffe USA che incrinano l’outlook, focalizzando l’attenzione sui tagli ai costi in un mercato globale in mutamento.
Il settore affronta una resa dei conti, accelerata dalla transizione verso i veicoli elettrici con obiettivi UE al 2035 che molti ritengono irraggiungibili, mentre i rivali cinesi dominano con modelli low-cost. Entro il 2032, i produttori europei lanceranno 350 nuovi EV, secondo McKinsey, nonostante l’opposizione tedesca al bando dei motori a combustione.
“Gli anni a venire saranno decisamente anni di verità,” ha affermato Patrick Schaufuss di McKinsey, sottolineando la necessità di sviluppo prodotti più rapido per inseguire i cinesi agili.
Porsche, con vendite in Cina calate del 27,9% nel primo semestre, adatta la rete di concessionarie e abbandona il target di margine al 20%.
“Il mercato del lusso cinese non esiste più,” ha aggiunto Blume, puntando su investimenti USA con incentivi.
BMW conta sull’iX3 per la crescita in Cina, monitorando la “guerra dei prezzi brutale,” ha detto Jochen Goller. Mercedes-Benz lancerà 40 modelli entro il 2027, inclusa l’elettrica GLC, tagliando miliardi in costi, con Ola Kaellenius che prevede competizione feroce.
Renault, uscita dalla Cina cinque anni fa, introduce batterie accessibili e accelera i cicli di sviluppo, usando i cinesi come benchmark: “I nostri concorrenti cinesi sono i migliori della classe,” ha concluso François Provost.
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)