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Tesla

Cosa succede in casa Tesla

Mentre la capitalizzazione di Tesla sale, crescono anche le preoccupazioni degli investitori verso la composizione del board della casa americana   Tutto a gonfie vele in casa Tesla. O forse no. Se è vero che la casa automobilistica ha registrato nel primo trimestre 2017 un incremento delle vendite del 69% (25.000 veicoli venduti), è che ha…

Mentre la capitalizzazione di Tesla sale, crescono anche le preoccupazioni degli investitori verso la composizione del board della casa americana

 

Tutto a gonfie vele in casa Tesla. O forse no. Se è vero che la casa automobilistica ha registrato nel primo trimestre 2017 un incremento delle vendite del 69% (25.000 veicoli venduti), è che ha superato per capitalizzazione anche General Motors, è anche vero che i numeri dei big dell’automobile sono ben diversi e che tra gli investitori regna preoccupazione e mal contento.

Cosa accade realmente in casa Tesla? Proviamo a fare chiarezza.

Aumento delle vendite

teslaL’anno di Tesla è iniziato molto bene. La casa automobilistica ha consegnato nel primo trimestre 2017 ben 25.000 veicoli, con un incremento del 69%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo quanto dichiarato, i modelli consegnati sono 13.450 Model S e 11.550 Model X. Altri 4.650 vetture sono in distribuzione e verranno conteggiate nel secondo trimestre dell’anno.

Un inizio che riscatta un fine 2016 molto deludente: fra ottobre e dicembre le vendite sono peggiorate del 9% rispetto all’ultimo trimestre del 2015 e il passivo di bilancio in tutto il 2016 si è attestato a 675 milioni di dollari, nonostante l’incremento del volume d’affari, che ha superato i 7 miliardi di dollari.

Vale più di General Motors

A sorpresa, negli ultimi giorni, Tesla ha raggiunto e superato per capitalizzazione un colosso come General Motors, dopo aver oltrepassato anche quella di Ford, soltanto una settimana prima. Tesla vale 51 miliardi di dollari contro i 50,89 di GM e i circa 46 dell’ovale blu.

Dicevamo, a sorpresa. Il risultato, infatti, era inaspettato, visto che fino ad oggi la casa americana ha prodotto utili in misura prossima allo zero e che, nel mese di febbraio, è stato necessario fermare la produzione, per dare modo ai tecnici di provvedere ad un adeguamento delle linee produttive, in vista dell’inizio della costruzione della Model 3.

Cosa ci dicono numeri aziendali

TeslaIl successo della capitalizzazione, poi, non si spiega se si confronta Tesla con i big del settore automotive. Se è vero che la casa sta facendo sempre meglio e che da marchio di nicchia, anche grazie alla Model 3, sta cercando di diventare un brand di largo consumo, con tutte le difficoltà a ciò connesse, è anche vero che i suoi fatturati sno ancora troppo piccoli per spiegare il sorpasso su General Motor e su Ford.

Come accennato qualche riga fa, nel 2016, Tesla ha registrato un passivo di bilancio di 675 milioni di dollari, nonostante l’incremento del volume d’affari, che ha superato i 7 miliardi di dollari. Non parliamo certo di spiccioli, ma sono pur sempre cifre ridicole se si pensa ai 100 e passa miliardi di fatturato medio delle altre case automobilistiche americane, che chiuso lo scorso anno con un attivo complessivamente superiore ai 10 miliardi.

Dunque l’aumento di capitalizzazione non trova poi riscontro nei numeri. E forse, per ora, non lo troverà. Basta sapere che Tesla, quest’anno, punta alla produzione di 100.00 vetture, troppo basso se si vuole uscire dalla nicchia.

Il malcontento degli investitori. Alla ricerca di una leadership più sicura

L’aumento di capitalizzazione non tiene buoni nemmeno gli investitori del gruppo, che alla ricerca di una leadership forte, stanno spingendo per l’entrata all’interno del consiglio di amministrazione di almeno 2 membri che non abbiano legami con Elon Musk, amministratore delegato.

Attualmente, infatti, cinque dei sei membri del consiglio sono amici di Musk, avendo stretto con questo legami personali professionali. Il California State Teachers’ Retirement System e altri quattro investitori hanno chiesto in una lettera delle elezioni annuali del consiglio di amministrazioni, sostenendo anche che un “board composto da persone che non abbiano legami amicali permetterebbe un controllo critico delle dinamiche del gruppo e delle diverse disfunzioni”.

Tesla - SolarcityLe pressioni in tal senso sono iniziate già lo scorso anno, quando il consiglio di amministrazione di Tesla ha azzardato l’acquisto di SolarCity Corp, azienda di pannelli solari guidata dai cugini di Musk e partecipata al 20% dallo stesso amministratore delegato della casa automobilistica. Ad incidere sulla fusione tra le due aziende, nonostante SolarCity navigasse in brutte acque (a livello economico, si intende), potrebbero essere stati proprio i legami personali.

“Siamo attivamente impegnati nella ricerca di consiglieri indipendenti, è qualcosa che stiamo facendo da diversi mesi e presto annunceremo nuovi ingressi nel board”, ha replicato un portavoce di Tesla in un’email. “Ci impegniamo regolarmente con i nostri azionisti e apprezziamo il loro feedback.”

“Convincere i consiglieri che non hanno legami con noi è importante in termini di tenuta gestione responsabile,” ha sostenuto Etelvina Martinez, responsabile aziendale di CtW Investment Group , e firmataria della lettera. “Gli azionisti devono permettere una gestione responsabile dell’azienda. Mentre il prezzo delle azioni sta crescendo, ci sono ancora tante preoccupazioni per la corporate governance”.

Il board di Tesla

Attualmente il consiglio di Amministrazione di Tesla è composto da Elon Musk, da suo fratello, Kimbal Musk; da Antonio Gracias, fondatore di una società di private equity e direttore presso l’azienda SpaceX di Elon Musck; Ira Ehrenpreis, venture capitalist e investitore in SpaceX; Brad Buss, ex direttore finanziario di SolarCity; Steve Jurvetson, investitore e direttore in SpaceX; Robyn Denholm, chief operating officer di Telstra Corp., la più grande azienda di telecomunicazioni in Australia.

Musk è il più grande azionista di Tesla, con una quota di quasi il 21%, secondo i dati compilati da Bloomberg. Antonio Gracias è il sesto più grande, con una quota del 3,75%.

“Se Tesla vuole veramente essere lungimirante, ha bisogno di un board da cui possono arrivare opinioni diverse e indipendenti ”, ha detto Scott Stringer di New York City Comptroller, via email.

I progetti continuano (anche nel solare)

TeslaIntanto i progetti della casa continuano. Mentre la produzione di auto di lusso procede e tutti si preparano al debutto ufficiale della Model 3, Tesla accelera anche sul fronte delle energie rinnovabili. Ricordiamo che con l’acquisto di Solar City il gruppo si è lanciato anche nel campo del solare.

E così, dopo, aver lanciato Solar Roof, le tegole solari che si collocano sui tetti delle case di nuova costruzione, arrivano anche le tegole che si possono sovrapporre ad un tetto già esistente.

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