Da aprile 2023 il Servizio conciliazioni dell’Art, Autorità di regolazione dei trasporti, è arrivato alla piena operatività, gestendo oltre 24mila istanze pervenute attraverso la piattaforma telematica ConciliaWeb. Di queste, il 97,6% ha riguardato il settore aereo. Ad oggi la conclusione delle procedure di conciliazione ha consentito di riconoscere, complessivamente, più di 2,5 milioni di euro a titolo di rimborso agli utenti, una media di più di 400 euro per passeggero. È quanto emerge tra l’altro dall’undicesima Relazione annuale al Parlamento dell’Art presentata oggi dal presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, Nicola Zaccheo (nella foto), presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica.
IL RUOLO DELL’ART
“Questo rapporto rappresenta per noi un giro di boa perché – spiega Zaccheo – è la relazione annuale che cade a metà del nostro mandato. Da un lato ci permette di fare un bilancio importante e dall’altro di andare a definire le linee per il futuro. Tra gli aspetti più importanti che emergono dalla nostra relazione, in estrema sintesi, vi è il fatto che le criticità legate all’attuazione del Pnrr, quindi ai grandi investimenti, in realtà hanno permesso all’autorità di rafforzare le proprie funzioni, i propri poteri, riuscendo così, in maniera sempre più decisa, a garantire al meglio i diritti di tutti gli utenti, di tutti i passeggeri, ma anche le condizioni di equilibrio, di terzietà e di bilanciamento dei mercati. Noi siamo l’autorità più giovane del settore però in questi primi 4 anni siamo riusciti veramente a superare tante criticità, tanti contenziosi. Adesso stiamo esercitando appieno le nostre funzioni in tutte le aree di trasporto”.
“Mai come in questo momento c’è grande bisogno di terzietà, soprattutto per i regolatori di servizi di pubblica utilità – ha sottolineato Zaccheo –. Occorre preservare l’autonomia e la terzietà – ha aggiunto – soprattutto in un momento come questo con ingenti investimenti nelle infrastrutture”.
LA RETE FERROVIARIA RESTI ALLO STATO
Secondo il presidente dell’Autorità, Rfi, la rete ferroviaria controllata dal gruppo Fs, deve rimanere pubblica, in quanto asset strategico. “La rete ferroviaria è strategica – ha detto Zaccheo – e l’azionariato deve rimanere pubblico. Il mio parere personale è che il ruolo dello Stato deve rimanere importante. Una quota minoritaria ai privati – ha aggiunto – solo per i servizi di trasporto”. E parlando del procedimento sanzionatorio nei confronti di Rfi per la violazione dei limiti consentiti nell’assegnazione della capacità quadro con riferimento a undici accordi quadro nel corso del 2022, Zaccheo ha aggiunto: “Mi auguro fortemente che queste violazioni si concludano velocemente per efficientare al meglio la rete. È assolutamente importante performare al meglio l’infrastruttura ferroviaria e per noi ci sono ancora margini di efficientamento”.
CAPITOLO TAXI
Sul fronte taxi è necessario maggiore adeguamento dei regolamenti dei Comuni alle linee guida. “A Roma serve un incremento per arrivare a due mila unita” ha detto il presidente dell’Art commentando la situazione dei taxi, ricordando come l’authority abbia rilasciato 42 pareri in procedura ordinaria, tra cui quello del Comune di Roma, sull’incremento del contingente taxi e sull’adeguamento tariffario. Oltre a ciò, ha ricordato Zaccheo, “è necessario un adeguamento maggiore dei regolamenti comunali alle linee guida dell’Art”.
LE AUTOSTRADE NELLA RELAZIONE ART
Per quanto riguarda, infine, il comparto autostradale, nella relazione annuale l’authority evidenzia difficoltà di recepimento della disciplina regolatoria dell’Art. Solo 6 su 24 concessioni applicano, infatti, pienamente la regolazione dell’Autorità. Tali criticità – spiega l’Art – dovrebbero essere superate anche attraverso le specifiche previsioni contenute nella Legge annuale per il Mercato e la Concorrenza 2023, portando a compimento gli obiettivi del Pnrr declinati nella Milestone M1C2-11 – Autostrade.
CHE COSA HA DETTO ZACCHEO AL SOLE 24 ORE SULLE CONCESSIONARIE AUTOSTRADALI
«Le autostrade sono un tema caldo. Abbiamo approvato specifiche indicazioni operative sull’applicazione dei criteri della regolazione economica delle concessioni, con l’obiettivo di assicurare una maggiore aderenza delle proposte di revisione e aggiornamento del Pef al nostro modello regolatorio», ha osserva il presidente dell’Art in una conversazione con il Sole 24 ore pubblicata oggi: «Abbiamo fatto un’indagine conoscitiva, da cui è emersa una stima degli investimenti ritenuti necessari dai concessionari, pari a 44 miliardi di euro, di cui 36 miliardi dichiarati dal gestore principale, Aspi. Esprimo le mie riserve sul fatto che venga verificata la congruità di queste cifre. Ci sarà una commissione d’indagine istituita dal Mit per verificare la congruità».
Dall’indagine è emerso inoltre che l’indebitamento dichiarato dai concessionari ammontava a 17 miliardi nel 2020 ed è aumentato a 20,2 miliardi nel 2023.
«Abbiamo di conseguenza avviato un aggiornamento del sistema tariffario». Cos’è l’aggiornamento? «Questo aggiornamento – spiega Zaccheo – riguarderà soprattutto la remunerazione degli investimenti. Tra l’altro intendiamo inserire un meccanismo che renda più stabile la remunerazione del capitale rispetto alle oscillazioni dei tassi d’interesse, anche per dare certezze agli investitori, ma sempre nell’ottica di preservare l’utenza finale».
«Pensiamo anche ad aliquote di ammortamento aggiuntive in relazione alla vita utile dell’opera, per rendere il pedaggio più sostenibile per i consumatori. Non è possibile mettere tutto in tariffa, i pedaggi sarebbero troppo alti», osserva Zaccheo.
Rispetto al progetto di riforma delle concessioni originario proposto dal Mit di Matteo Salvini, Zaccheo afferma che è rientrato l’allarme. «Nelle prime bozze circolate del Ddl c’erano dei potenziali rischi per lo Stato. Invece il testo approvato in Consiglio dei Ministri, grazie anche alla proficua interazione tra Mit e Art permetterà, auspicabilmente, di meglio fronteggiare le problematiche del settore. Sono molto soddisfatto del risultato. C’è un rafforzamento delle funzioni di enforcement e vigilanza dell’Art. Uno su tutti: i pareri sui Pef autostradali diventano vincolanti».
Non tutti i problemi sono risolti. «Sulle autostrade il vero problema è definire la sostenibilità degli investimenti. Ho chiesto più volte al Parlamento e al governo di coinvolgere l’Autorità ex-ante relativamente alla sostenibilità economico-finanziaria».