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Mobilità E Trasporto Covid

Cosa deve fare il governo sul trasporto pubblico locale ai tempi del Covid

Critiche e consigli sul trasporto pubblico locale. L'intervento di Marco Foti

 

Aumentano in modo significativo i contagi. Il trasporto pubblico locale continua a svolgere il proprio servizio a pieno carico.

Inutili le giustificazioni della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, durante la puntata di venerdì sera ospite ad Otto e mezzo su La7: “Siamo l’unico paese in Europa ad avere la capacità di carico dei bus all’80%. Tutti gli atri paesi viaggiano a pieno carico”.

Ma non è questo il momento di sollevare critiche su quanto fatto, anche se, ad onor del vero, il sottoscritto ha iniziato ad evidenziare le criticità del settore sin dall’inizio del lockdown.

Ed è anche vero, a conferma dei più autorevoli scienziati (infettivologi in primis), che il virus “viaggia” più facilmente nei luoghi affollati, tanto da indurre il Cts a prevedere, nei diversi protocolli, la continua aerazione dei locali e degli ambienti.

Il bus non è così; è inutile la difesa della ministra, che snocciola dati (valori medi che lasciano il tempo che trovano) sul load factor dei mezzi, oggi al 40% con punte del 60%.

Faccia, la ministra, uno spostamento in punta mattutina su qualsiasi tipo di mezzo, bus, tram, metropolitana, in qualsiasi città di media e grande dimensione. I mezzi sono pieni, nelle giornate fredde i finestrini, che dovrebbero essere aperti per permettere l’aerazione, sono chiusi. Come si può evitare il contagio in queste condizioni?

Il ministero dei Trasporti, sin dall’inizio, come d’altronde ho evidenziato in tutti questi mesi, aveva l’obbligo di affrontare questa pandemia, inaspettata e devastante, e predisporre soluzioni da trasferire alle Regioni, le quali oggi si trovano spiazzate. E per soluzioni intendo misure economiche destinate al rafforzamento dell’offerta ed alla copertura dei mancati ricavi. I diversi decreti del governo hanno cercato di sopperire questa mancanza, doti finanziare insufficienti a fronte delle reali necessità.

Sempre la ministra De Micheli, durante la trasmissione televisiva (oggi si usa comunicare notizie importanti attraverso i diversi canali della comunicazione anziché utilizzare gli strumenti della Costituzione), annuncia la messa in campo dei bus turistici, normalmente utilizzati per servizi diversi da quelli di linea.

Bene, era ora, si è dovuto attendere il picco di poco meno di 20 mila contagi in un giorno per intervenire a supporto del trasporto pubblico.

Ma questo non basta. Hanno ragione gli infettivologi nel dire che la seconda ondata del contagio da Covid sarà peggiore della prima. Per cui dobbiamo essere pronti, offrire non il 100% dei servizi del Tpl ma il 120%. Come?

Attraverso la spesa corrente. Oggi è impossibile utilizzare il Recovery Fund per finanziare i piani di sviluppo. C’è poco da sviluppare, oggi dobbiamo utilizzare i fondi disponibili dell’Europa per finanziare i trasporti, che devono essere messi totalmente in sicurezza, la sanità (ospedali e personale medico) in primis.

I mezzi del trasporto pubblico, automobilistico e ferroviario, devono essere posti alla stregua degli aerei. Deve essere garantita l’aerazione continua, filtrata e sicura. I mezzi devono avere la possibilità di monitorare continuamente il numero di passeggeri trasportati.

Sono soltanto alcuni piccoli accorgimenti che le aziende devono mettere in campo a tutela degli utenti e dei propri dipendenti. E per questo occorrono fondi, disponibilità di cassa, oggi e non tra due anni.

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