Chi ricorda Leprotto Manetta, la simpatica mascotte che nel 1983 dialogava con bambini e ragazzi veicolando messaggi sul comportamento da tenere sui mezzi pubblici di Atm, l’azienda che storicamente gestisce il trasporto pubblico a Milano? E chi sapeva che i tram e i bus della città meneghina presero a bordo persino Topolino e Pippo, anch’essi volti di una campagna votata al rispetto e al vivere civile? Sono solo alcune delle curiosità che milanesi e non possono scoprire visitando Atm Manifesto, la mostra che apre per la prima volta alla cittadinanza lo sterminato archivio storico della società fondata quasi cento anni fa, nel 1931.
LA LUNGA CORSA DI ATM E DI MILANO
A ripercorrere le grafiche, i manifesti e gli oggetti esposti si scopre che le cose sono cambiate parecchio, come ricorda lo slogan di una campagna del 1972 “La città in 100 lire”. Oggi abbonamenti e biglietti costano purtroppo un po’ di più. Ma questa è l’ennesima conferma che la storia dell’azienda è anche la storia della città, nota soprattutto per i prezzi impossibili del mercato immobiliare che rischiano di farne un capoluogo via via sempre più elitario.
“MEZZI PUBBLICI ALL’AVANGUARDIA”
Del resto, come ha dichiarato la Vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, intervenendo alla inaugurazione della mostra: “Qui è Milano a essere rappresentata. Non solo un’azienda”.
Una Milano che tra mille critiche si è via via chiusa all’automobile ed è fiera del proprio trasporto pubblico – basti pensare che alcuni tram storici di Atm, quelli con le panche in legno, sferragliano tutt’ora nella città di San Francisco, negli Usa: “Quando abbiamo modo di andare in giro per il mondo siamo sempre orgogliosi di raccontare il rapporto che la città di Milano ha coi propri mezzi pubblici”, ha detto. “Anche se a volte quando siamo alla pensilina imprechiamo per i due minuti di ritardo”, ha aggiunto la Vicesindaco sorridendo. “Siamo consapevoli di avere un trasporto pubblico all’avanguardia, come dimostrano le due linee di metro più recenti, la lilla e la blu” fresca di inaugurazione. Per questo, insomma, “Il racconto di Atm è anche il racconto della città”.
L’INNOVAZIONE AZIENDALE
L’orgoglio meneghino traspare anche nelle parole della Presidente di Atm Gioia Ghezzi (in foto) per la quale “L’archivio Atm è un bene storico culturale, che racconta la storia di una azienda e di una città. Percorrendo la mostra si nota – ha spiegato – l’innovazione della azienda in molteplici aspetti: a iniziare dall’emancipazione, dato che dal dopo guerra Atm avviò numerose campagne per l’assunzione femminile. Siamo stati tra i primi a permettere alle donne di ricoprire qualsiasi ruolo. E poi – ha aggiunto Ghezzi – ovviamente l’innovazione viene anche declinata dal punto di vista della sostenibilità: usare il mezzo pubblico è un segno di civiltà. Infine, parliamo di innovazione con riferimento alle tecnologie sviluppate per rendere i mezzi pubblici più sicuri ed efficienti”.
Come dimostra la mostra, Milano e i suoi tram, i suoi bus e le sue metro (la M1, confidenzialmente nota come “la rossa”, proprio nel 2024 ha compiuto 60 anni) in questa corsa quasi secolare sono cambiati enormemente. Ma, come ha detto la Presidente di Atm il “mezzo pubblico” è oggi come allora anche un “posto di incontro, di relazione, dove è possibile osservare la città nel suo insieme”.