L’export nautico viaggia con il vento in poppa, ma il diporto resta la pecora nera dell’economia del mare. Nel 2023 il valore dell’esportazione di barche italiane ha toccato quota 4 miliardi di euro, il 15,9% in più rispetto al 2022. Tuttavia, la crescita dei porti è frenata dal settore della nautica da diporto. Nuove infrastrutture, investimenti, semplificazione normativa e sostenibilità sono i tre pilastri del “Piano Strategico per la Portualità Turistica” di Sace e Assonat per svegliare il gigante addormentato dell’economia del mare.
LUCI E OMBRE DEI PORTI
Il “Piano Strategico per la Portualità Turistica” di Sace e Assonat mette in luce i punti di forza del settore (tradizione nautica e design Made in Italy), ma anche le ombre: troppa burocrazia, strutture spesso non all’altezza dei competitor internazionali. Il cuore del Piano è il Masterplan nazionale, che punta a mappare, valutare e riqualificare l’intera infrastruttura portuale dedicata al turismo nautico per renderla più efficiente, sostenibile e competitiva. Il modello che promette di traghettare l’intero comparto verso il futuro si chiama GROW e sarà finanziato grazie al sostegno di SACE. Tra le priorità troviamo più posti barca, più servizi e più digitalizzazione.
“Solo partendo dai dati e capendo come funzionano si può valutare cosa fare di più per gli investimenti che rappresentano moltiplicatori per la comunità. Per ogni porto in più ci sarà almeno un caffè in più. La centralità del porto nell’economia del mare è un’altra delle premesse del Piano”, ha affermato Alessandra Ricci, amministratore delegato nel corso dell’evento di Sace “Port in Italy: Il Piano Strategico per la portualità”.
MUSUMECI: “MANCANO 50.000 POSTI BARCA, PORTI TURISTICI IN ISOLE MINORI GRANDE RISULTATO”
Il tallone d’Achille del diporto è la carenza di posti barca. Oggi la domanda di posti barca supera l’offerta, sprecando il potenziale dei porti per lo sviluppo economico del Paese. Infatti, le banchine italiane possono diventare veri e propri motori di sviluppo. Il turista nautico, infatti, porta crescita e sviluppo per il territorio, come suggerisce anche il profilo delineato nel Piano. Infatti, ha un’età media tra i 31 e 50 anni (64%), il 58% appartiene a una fascia economica medio-alta/alta. La maggior parte soggiorna da 3 a 5 notti in barca (50%).
“Mancano 50.000 posti barca, dall’Estero si chiede di avere uno spazio sulle nostre coste ma non possiamo rispondere, in un settore che registra una selvaggia concorrenza. Verso settembre potremo tirare le fila del nostro lavoro per capire cosa siamo riusciti a modificare i 5/6 articoli da sistemare. Sarebbe un grande risultato introdurre porti turistici nelle isole minori”, ha affermato Nello Musumeci, ministro per la protezione civile e per le politiche del mare, nel corso dell’evento di presentazione del Piano.
I NUMERI DEI POSTI BARCA
I posti barca totali in Italia sono 161.778. La nostra Penisola vanta 75.137 porti turistici, 36.943 approdi turistici e 49.698, divisi in 290 Comuni. Le concessioni demaniali complessive, invece sono 1.396. I compartimenti con più posti, invece, si trovano a Livorno (14.897), Monfalcone (10.291).
La Regione con più posti barca è la Liguria (24.853), seguita dalla Toscana (19.500) e dalla Sardegna (18.454). Numeri insufficienti per una Penisola che si affaccia sul Mar Mediterraneo, secondo tutti i relatori che hanno preso la parola durante l’evento di SACE e Assonat. Quali Regioni avrebbero più bisogno di posti barca? Il Lazio (100,4) e il Veneto (100,1) sono le Regioni con il più alto indice di affollamento posti barca/unità. Seguono l’Emilia-Romagna (73,1) e la Liguria (67,4). La media nazionale di densità è 49,7 posti barca per unità.
Le unità da diporto immatricolate al 31/12/2023 sono 80.474. 65.641 di queste si trovano presso le Capitanerie di Porto, 14.833 presso le Motorizzazioni Civili. Le imbarcazioni estere occupano circa il 10% dei posti barca. Le navi non immatricolate, invece, rappresentano dal 30 al 60% dei posti barca. Negli ultimi anni si è registrato un boom delle imbarcazioni registrate San Marino, che nel 2023 hanno raggiunto quota 247 (+284% rispetto al 2022).
IL PIANO DI SACE E ASSONAT PER I PORTI
Il rilancio dei porti non passa però solo dall’urbanistica e dall’ingegneria. Infatti, il “Piano Strategico per la Portualità Turistica” tratta anche di diritti, equità fiscale e governance trasparente e condivisa, che coinvolga Regioni, imprese, Guardia Costiera e territori. Tra le proposte di SACE e Assonat figurano l’esenzione IMU per i porti turistici, il riconoscimento di indennizzi equi al termine delle concessioni, l’introduzione di procedure più snelle per attrarre investimenti e incentivi all’uso di energie rinnovabili e impianti per la gestione dei rifiuti.
“L’Italia è costruita sulle Conferenze di Servizi o sui tavoli di lavoro. Almeno il 70% del dipendenti della Regione Siciliana era inutile, non incapace. Non possiamo continuare ad essere ostaggi di certa burocrazia. Tra 10/15 anni di questo passo ci troveremo nelle palafitte”, ha affermato Musumeci.