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Concessionari Incentivi Auto Usate

Come cambieranno i concessionari d’auto

L’auto? Ormai si compra nel Metaverso. Le regole Ue hanno cambiato il mondo dei concessionari, che in Italia sono sempre meno Se nell’ultimo periodo il Web si è riempito di siti come Carsforsale.com, MotorK e Auto Scout 24, giusto per citare alcuni tra i più diffusi, è perché il modo di acquistare le auto, tradizionalmente…

Se nell’ultimo periodo il Web si è riempito di siti come Carsforsale.com, MotorK e Auto Scout 24, giusto per citare alcuni tra i più diffusi, è perché il modo di acquistare le auto, tradizionalmente legato agli autosaloni di una volta, in cui trascorrere il pomeriggio del sabato (non c’era spot che non terminava con l’invito “vieni a provare il nuovo modello nei nostri concessionari nei week-end”) è cambiato.

L’IRRUZIONE DELLE NORME VBER

Anche e soprattutto perché il settore è stato rivoluzionato da da quelle norme comunitarie che vengono etichettate come Vertical Block Exemption Regulation a tutela della concorrenza in particolari settori, soprattutto in quelli nei quali vigono i cosiddetti “accordi verticali”, con l’obiettivo finale di eliminare le pratiche che limitano la possibilità dei consumatori di scegliere i propri fornitori.

Riguarda anche il settore dell’automotive perché va a incidere su tutti quegli accordi di distribuzione esclusiva tra il produttore e il distributore, come quelli tra le case e i concessionari per comparire in determinate zone geografiche. O, ancora, il regolamento 1400/2002 col quale nell’Ue è stato eliminato l’obbligo di effettuare i tagliandi e le riparazioni presso un concessionario ufficiale del marchio nel periodo di validità della garanzia. Tale regolamento scadrà il 31 maggio 2023 ed entrerà in vigore la nuova Ber 461/2010.

L’AUTO SI ORDINA ONLINE

Il nuovo Regolamento entrato in vigore da giugno 2022  promuove la cosiddetta ‘dual distribution’, che prevede di affiancare la vendita digitale a quella fisica, inoltre introduce la figura dell’agente in alternativa a quella del concessionario, con un ruolo depotenziato sia nella relazione con il cliente sia con la Casa avendo rappresentato finora commercialmente il marchio attraverso le proprie strutture. Dallo scorso giugno, infatti le Case possono vendere veicoli e servizi sia tramite i propri distributori indipendenti, sia in concorrenza diretta a questi ultimi utilizzando i canali digitali per interagire con i clienti finali.

E mentre il dealer agisce in conto proprio su mandato del marchio, da agente agisce in nome e per conto del costruttore. Pertanto, listini e sconti vengono direttamente previsti dalla Casa automobilistica anziché dal rivenditore.

PIU’ CONCORRENZA, PREZZI PIU’ BASSI?

La speranza dell’Ue è quella di agevolare l’utente finale, aumentando la concorrenza e abbassando i prezzi: una boccata d’aria fresca per i consumatori che, complice l’inflazione, sperano di spuntare l’offerta migliore. In realtà, tra crisi dei chip, aumenti delle materie prime e rincari generalizzati, finora non si registrano benefici tangibili. E le auto elettriche sembrano costare sempre di più.

COSA FANNO (DAVVERO) I MARCHI?

Anche perché le Case automobilistiche, prese dalla transizione energetica in atto, non hanno fatto molto al momento. E se si esclude la presentazione del gruppo Stellantis del loro show room nel Metaverso all’ultimo CES di Las Vegas, che pare più un modo per mettere una bandierina nello spazio virtuale di cui tutti parlano che non qualcosa di concreto, o i piani di Bmw di portare le vendite via internet al 25% al 2025, finora sono poche le case come Volvo, che nel 2022 ha investito in Carwow, marketplace on-line.

QUANTI SONO E COME STANNO I CONCESSIONARI IN ITALIA?

Tirano un sospiro le concessionarie, che comunque sono sempre di meno, se si pensa che nel nostro Paese nel 2007 erano 2.785, mentre nel giugno 2020 ne sopravvivevano appena 1.294, il 35% in meno rispetto al 2019. E poi c’è stata la pandemia e la crisi dell’auto che è andata a intaccare un comparto il cui fatturato complessivo si aggirava attorno ai 40 milioni, secondo il rapporto stilato da Italia Bilanci in collaborazione con Federauto, l’associazione dei concessionari.

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