skip to Main Content

Magneti Marelli

Che cosa si agita in Magneti Marelli e Cnh

L'articolo di Giusy Caretto

 

Giorni difficili in casa Magneti Marelli e Cnh.

Mentre in Magneti Marelli, la nipponica Calsonic Kansei, ha deciso di mandare in cassa integrazione ordinaria 910 dipendenti (su 1.150) di due stabilimenti emiliani; Exor, società cui fa capo Cnh, ha deciso di chiudere definitivamente lo stabilimento di San Mauro Torinese, per trasformarlo in un polo logistico 4.0, e quello di Pregnana Milanese. Andiamo per gradi.

LA CASSA INTEGRAZIONE PER I DIPENDENTI DI MAGNETI MARELLI

Partiamo dalla notizia più inattesa: Magneti Marelli, da sei mesi acquisita dalla giapponese Calsonic Kansei (un colosso da 62mila dipendenti in 170 stabilimenti), ha deciso di mandare in cassa integrazione ordinaria 910 dipendenti (su 1.150) degli stabilimenti emiliani di Bologna (centro R&S di tutto il gruppo per il controllo motore) e Crevalcore.

La richiesta di cassa integrazione fa riferimento ad uno stop di ben 13 settimane, come riporta il Sole24Ore, dal 28 ottobre fino a dicembre-gennaio, e coinvolgerà operai, impiegati e quadri. In particolare, nello stabilimento di Crevalcore, dove di produce la plastica dei collettori, andranno in cassa integrazione 280 lavoratori su 350 attuali. A Bologna si fermeranno 630 lavoratori su 800 (sono esclusi i dipendenti che lavorano nella parte motorsport e motore elettrico).

ORDINI IN CALO

A fornire qualche dettaglio sulla scelta è Massimo Mazzeo della Fim Cisl dell’Area metropolitana bolognese: “Sulla richiesta di Cigo aperta a Bologna avremo un incontro con l’azienda all’inizio della prossima settimana, mentre sulla situazione di Crevalcore abbiamo avuto un incontro esaustivo in cui ci è stata spiegata chiaramente la richiesta di ammortizzatori per 280 addetti sui 350 complessivi, richiesta che non tocca il reparto fonderia dei corpi farfallati in alluminio, dove invece la produzione sta crescendo. Per i collettori diesel e benzina da qui a dicembre si prevedono cali degli ordini anche del 50% (si parla di 24mila pezzi in meno) a causa della minore richiesta da parte degli stabilimenti Fca di Pratola Serra e Termoli, anch’essi in cassa integrazione in dicembre”.

L’ALLARME DELLA FIOM CGIL

“E’ preoccupante che l’azienda abbia sempre lavorato sotto traccia, senza mai lasciar trapelare nulla di un piano di investimento, di strategie industriali a medio-lungo termine e che il primo segnale ufficiale alle controparti sindacali sia la richiesta di aprire la Cig, per di più coinvolgendo i cervelli, quelli che dovrebbero costruire la Marelli del futuro”, ha riferito Michele Bulgarelli, segretario generale della Fiom Cgil di Bologna, sindacato ancora escluso dalla contrattazione.

TAGLI GIA’ IN CORSO

“Contemporaneamente sono stati non confermati una trentina di contratti di somministrazione a Crevalcore, mentre a Bologna l’azienda si era già alleggerita di un centinaio di profili, consulenti inclusi, attraverso uscite incentivate”, ha anche denunciato Simone Selmi delle tute blu Cgil, che ha anche chiesto “trasparenza, rotazione, maturazione degli istituti contrattuali indiretti e un’equa redistribuzione degli scarichi lavorativi”.

LA CASSA INTEGRAZIONE A MILANO

La cassa integrazione aveva già colpito i dipendenti Magneti Marelli dello stabilimento di Corbetta, alle porte di Milano: cassa integrazione a zero ore per 700 dipendenti e stop alla produzione.

I NUOVI PROGETTI DI CNH INDUSTRIAL

Se in casa Magneti Marelli tutto sembra essere passeggero, va decisamente peggio ai dipendenti di Cnh Industrial, la cui società ha presentato pochi giorni fa il piano industriale a New York e prevede, come racconta MF Milano Finanza, la separazione della divisione del business dei veicoli commerciali Iveco e dei motori Fpt dalla divisione delle macchine agricole e costruzioni. La riorganizzazione della società, già presentata anche ai sindacati ( Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri) coinvolgerà in Italia 17.500 lavoratori.

LA CHIUSURA DEGLI STABILIMENTI

I nuovi progetti di Cnh Industrial, società controllata da Exor, prevedono anche la chiusura, nella prima metà del 2020, degli stabilimenti di San Mauro Torinese e di Pregnana Milanese.
In realtà, l’impianto torinese non chiude completamente: la società intende inaugurare a breve un polo logistico 4.0.

GLI ESUBERI

Le scelte di Exor porteranno a 330 esuberi totali. 220 sono i dipendenti in esubero di Pregnana Milanese: 150 sono addetti alla produzione di motori marini e generatori di potenza (produzione che cesserà nel giugno 2020) e 70 sono addetti al magazzino, che chiuderà nel luglio 2021 con l’entrata in funzione del polo di San Mauro Torinese.

A San Mauro Torinese, invece, dove sorgerà il polo logistico gli esuberi saranno 110, 260 dipendenti potranno restare a lavorare. In questo centro di logistica approderà anche il magazzino di Piacenza (i 70 dipendenti di questo stabilimento saranno tutti ricollocati nello stabilimento Astra veicoli industriali).

Back To Top