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Class action e licenziamenti, tutte le sbandate dei pick-up elettrici di Rivian

I Suv e i pick-up elettrici della startup di RJ Scaringe in cui almeno inizialmente avevano scommesso Ford e Amazon continuano a muoversi lungo un terreno altamente incidentato, tra licenziamenti e risarcimenti. Tutte le difficoltà di Rivian

Ancora problemi per la startup statunitense dei pick-up elettrici di Robert Joseph Scaringe (meglio noto nell’ambiente dei giovani e rampanti Ceo americani come RJ), tra le più colpite in epoca Covid-19 dallo stop alla produzione e successivamente dalla mancanza di materie prime che ha riguardato l’intero mondo dell’auto (facendo saltare una importante commessa da parte di uno dei suoi più convinti investitori: Amazon). E ora Rivian rischia di essere anche tra le realtà maggiormente sferzate dalla decisione di Donald Trump di fare coriandoli degli incentivi per la mobilità elettrica.

ADDIO AGLI INCENTIVI

Tutto questo mentre si accinge a lanciare il nuovo R2, modello sempre 100% elettrico che, affiancandosi alla precedente offerta che si compone del Suv R1S e del pickup R1T, con un prezzo a partire da 45.000 dollari viene considerato “economico”. Ma senza gli aiuti del governo americano a sostegno di chi intende affrontare simili spese sarà difficile definirlo per tutte le tasche.

RIVIAN LICENZIA ANCORA

E così la startup si prepara già a dover affrontare periodi tutt’altro che facili. E lo farà, come per la verità ha fatto spesso negli ultimi anni, mettendo alla porta parte del proprio personale. Rivian Automotive licenzierà il 4,5% della propria forza lavoro, ovvero oltre 600 dipendenti, secondo indiscrezioni di stampa basate su di un’email interna che è stata divulgata ai media e finita sulle pagine del Wall Street Journal.

Solo un mese fa, ricorda la testata economica americana, l’azienda aveva effettuato una serie di licenziamenti di minore entità che hanno interessato l’1,5% della sua forza lavoro. “Queste non sono decisioni prese alla leggera,” ha dichiarato l’amministratore delegato Scaringe nell’email che ha inoltrato al personale. “Con il cambiamento dello scenario operativo, abbiamo dovuto ripensare a come stiamo sviluppando le nostre funzioni di go-to-market.”

IL DOPPIO TAMPONAMENTO DELLA CASA BIANCA

A scombussolare i progetti di Rivian non c’è solo la decisione di Trump di far cessare con lo scorso 30 settembre il credito di imposta federale da 7500 dollari per coloro che abbracciano la mobilità elettrica ma pure i dazi, voluti sempre dal presidente americano, che hanno reso più costoso l’approvvigionamento di parti e materiali provenienti dall’estero.

Questo mese l’azienda ha abbassato la previsione delle consegne annuali nonostante avesse registrato un aumento di quasi il 32% nel terzo trimestre: una vampata destinata però a non fare media dato che proprio come altre Case che producono veicoli elettrici (a iniziare di Tesla di Elon Musk) la domanda di pick-up elettrici e affini era stata sospinta proprio dalla corsa che si è verificata a fine estate per beneficiare dell’incentivo in scadenza.

GUAI ANCHE DA UNA CLASS ACTION

Nelle ultime ore, inoltre, è emerso che Rivian ha accettato di risolvere una causa collettiva avviata da nel 2022 pagando 250 milioni di dollari ad alcuni azionisti che avevano accusato il produttore di veicoli elettrici di aver frodato gli investitori sui prezzi dei veicoli al momento della quotazione in Borsa.

“La società nega le accuse contenute nella causa e sostiene che questo accordo transattivo non costituisce un’ammissione di colpa o di illecito”, ha subito sottolineato Rivian in una nota non volendo passare in alcun modo come colpevole.

La parte attrice sosteneva che, durante e dopo l’offerta pubblica iniziale del 2021, Rivian avesse nascosto il fatto di aver sottovalutato i propri veicoli elettrici, portando in seguito a rincari impopolari sui prezzi. Il prezzo delle azioni Rivian è crollato del 39% in dieci giorni dopo che la società di Irvine, California, il 1° marzo 2022 aveva aumentato il prezzo della R1S da 70.000 a 84.500 dollari e quello della R1T da 67.500 a 79.500 dollari rivelando che il proprio listino fosse tutt’altro che popolare e competitivo.

AMAZON E FORD HANNO VOLTATO LE SPALLE A RIVIAN

Quanto rimproverato dagli azionisti va comunque contestualizzato con alcune delle turbolenze maggiori vissute da Rivian proprio in quegli anni: oltre al mezzo divorzio da Amazon non si dimentichi che la startup è stata lasciata a piedi nel 2021 da un altro suo investitore di spicco, Ford.

L’Ovale blu ad aprile 2019 aveva annunciato non solo un investimento azionario di 500 milioni di dollari in Rivian ma anche lo sviluppo di un veicolo elettrico a batteria di nuova generazione che avrebbe dovuto utilizzare la piattaforma messa a punto dal team di Scaringe per confluire però nella gamma EV di Ford che all’epoca era nel pieno della propria corsa per l’elettrificazione del marchio.

I piani sono stati invece cestinati in fretta e Ford ha via via venduto la propria partecipazione nella promettente startup che, sulla carta, pareva destinata a sfidare Tesla. Nell’ultimo periodo, in compenso, Rivian ha stretto una partnership con l’acciaccata Volkswagen dimostrando una insperata resilienza alle avversità di mercato.

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