Una grande folla di appassionati delle due ruote ha riempito i padiglioni di Fieramilano per la penultima giornata di Eicma, l’Esposizione internazionale Ciclo Motociclo e Accessori che quest’anno ha celebrato la sua 81ma edizione con 770 espositori provenienti da 45 Paesi e 2163 marchi rappresentati. Alla vigilia dell’inaugurazione, l’associazione Ancma ha pubblicato i dati sul settore delle dure ruote. “Il mercato moto dimostra la sua capacità di tenuta: il calo dello 0,61% registrato a ottobre, infatti, è principalmente imputabile al confronto con un ottobre 2023 particolarmente dinamico”, ha spiegato l’Ancma. “Buono – secondo l’associazione – l’andamento degli scooter e torna in positivo, dopo una lunga parentesi di arretramento, anche il mercato degli elettrici che segna un incremento del 12%. Anche i dati del terzo trimestre divulgati ieri dall’associazione dei costruttori europei Acem evidenziano che l’Italia – insieme alla Spagna, ma con volumi maggiori – è il mercato trainante a livello europeo”. Con 25.083 veicoli messi in strada e un calo dello 0,61% il mercato perde poco più di 150 unità rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Sono soprattutto le moto a indietreggiare con 9.895 mezzi immatricolati e un calo del 6,18%, che però si confronta con un +33% nello stesso mese del 2023. Positivo invece l’andamento degli scooter che segnano un +4,11%, in linea con l’andamento annuo, e 13.642 mezzi targati; leggera flessione per il mercato dei ciclomotori, che cedono il 2,46% pari a 1.546 unità vendute. Nonostante il rallentamento del mese di ottobre, rimane vitale il mercato delle due ruote, che sul totale annuo incassa un incremento del 4,6% e mette in strada 325.441 unità, ormai a un passo dai 337 mila veicoli registrati a fine 2023. Per la prima volta in positivo il mercato dei veicoli a zero emissioni, che, soprattutto grazie al risultato degli scooter (491 unità, +28,53%), segnano a ottobre una crescita del 12,24% e un immatricolato di 853 unità.
Tutto bene, quindi? Ni. Perché mentre a Washington e a Bruxelles si guarda con preoccupazione alla minaccia ai posti di lavoro nel settore automobilistico rappresentata dalle case cinesi, i cui veicoli ibridi e a batteria stanno superando i concorrenti di Stati Uniti ed Europa, le aziende cinesi hanno rafforzato un altro settore EV nel loro mercato interno delle due ruote e adesso puntano ad estendere questo predominio in tutto il mondo.
Su Semafor è stato pubblicato un articolo molto interessante sullo sviluppo degli scooter elettrici in un Paese immenso come quello del Dragone. I ciclomotori elettrici a due ruote sono apparsi per la prima volta sulle strade cinesi circa vent’anni fa ma, con il loro mercato interno sempre più saturo, le aziende che li producono ora stanno proiettando le loro ambizioni all’estero. In Cina ne vengono venduti più di 45 milioni ogni anno. A livello nazionale, circa 400 milioni di veicoli elettrici a due ruote, per lo più ciclomotori, sfrecciavano sulle strade alla fine del 2023, secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua, rispetto ai 20,4 milioni di auto elettriche. A Shanghai il numero di ciclomotori elettrici ha raggiunto i 10 milioni l’anno scorso, il che significa che una persona su 2,5 ne possedeva uno. La stragrande maggioranza di questi assomiglia a delle Vespe e sono progettati per viaggiare a una velocità non superiore a 25 chilometri, o circa 15 miglia, all’ora. Tecnicamente, sono classificati come biciclette elettriche in Cina e, quando completamente carichi, possono percorrere 40-60 chilometri.
“La prossima opportunità è quella di diventare globali”, ha recentemente dichiarato al 21st Century Business Herald Zhou Chao, vicepresidente di Yadea, un importante marchio cinese di motorini elettrici. Che in Cina hanno beneficiato di sussidi per i consumatori. Yadea, con sede nella città orientale di Wuxi e quotata alla Borsa di Hong Kong, ha venduto 16,5 milioni di veicoli elettrici a due ruote l’anno scorso, con ricavi di poco inferiori ai 5 miliardi di dollari. A maggio l’azienda ha iniziato a costruire una fabbrica da 150 milioni di dollari in Indonesia, che dovrebbe produrre 3 milioni di veicoli a due ruote ogni anno. Si è anche espansa in Vietnam. Alcune aziende si sono avventurate più lontano: NIU ha preso di mira i mercati europeo e statunitense oltre al Sud-est asiatico. Deloitte prevede che la domanda annuale di veicoli elettrici a due ruote al di fuori della Cina passerà da 21,1 milioni nel 2022 a 46,3 milioni nel 2026. Gli Stati Uniti sono stati il più grande mercato estero per i produttori cinesi di veicoli a due ruote lo scorso anno, in parte perché le bici elettriche e i loro componenti sono stati esentati da un elenco di prodotti cinesi soggetti a una tariffa del 25% istituita dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, recentemente rieletto, secondo la società di consulenza iResearch con sede a Shanghai. Ma l’esclusione tariffaria è terminata a giugno e l’amministrazione Biden ha annunciato una tariffa del 25% sulle batterie delle bici elettriche a partire dal 2026. Oltre agli Usa e all’Europa nel mirino dei cinesi c’è l’Africa: i veicoli a due ruote stanno guidando la carica dell’elettrificazione del trasporto su strada a Nairobi, Kampala e altre grandi città africane.
E l’Italia, con la storica Piaggio e la inimitabile Vespa, come si colloca in questo nuovo scenario? L’azienda di Pontedera è sbarcata da anni in Cina dove opera anche in joint venture con società locali. A primavera 2024 Piaggio ha lanciato a Shanghai, nel quartiere alla moda di Shangsheng-Xinsuo, la Vespa Primavera 150 e la Vespa Sprint 150, importate non da Pontedera ma dal più vicino Vietnam dove il gruppo italiano ha una fabbrica importante, l’unica nel mondo autorizzata a produrre Vespa fuori dall’Italia per l’esportazione (i siti indonesiano e indiano la producono solo per i rispettivi mercati locali). A Shanghai non è stata però portata la Vespa elettrica. Perché? Il mercato degli scooter elettrici cinesi è fatto per la maggior parte da modelli con batteria estraibile, da cambiare o ricaricare a casa. Soluzione non disponibile sull’attuale Vespa elettrica, peraltro, prodotta solo a Pontedera.