Skip to content

cina shale gas

Perché Fca post Marchionne guarderà alla Cina

Fca punta alla Cina. L’era post Marchionne sembra essere già definita: Mike Manley, nuovo amministratore delegato della società, guarda al mercato asiatico, quello che ha un potenziale enorme e che Fca ha sempre fatto fatica a conquistare.

Fare breccia nel cuore dei cinesi, fino ad oggi, è stata operazione assai difficile, come mostrano anche gli ultimi conti di Fca, ma Jeep, guidata fino ad ora proprio da Manley, potrebbe stupire Pechino con nuovi modelli inediti.

FCA, VENDITE IN CALO IN ASIA

Nel secondo trimestre 2018, Fca ha consegnato in tutto il mondo 1.301.000 veicoli: un numero in crescita del 6% grazie alle vendite in Nord America e America Latina. Negativi, invece, i numeri nell’area Asia-Pacifico ed Europa, dove le consegne complessive sono in calo.

Mike Manley, presentando i conti di Fca, ha infatti parlato dei ricavi di Maserati che nel secondo trimestre si sono attestati a poco meno di 570 milioni, a causa della diminuzione delle consegne in Cina “imputabile principalmente all’impatto della riduzione dei dazi sulle importazioni in Cina a decorrere dal 1° luglio, che ha ritardato le decisioni di acquisto della rete e della clientela finale”.

OBIETTIVO, CRESCERE IN CINA

Saranno anche i numeri negativi a spingere Manley a guardare alla Cina e a prefissarsi l’obiettivo di conquistare il paese asiatico da qui a pochi anni: “E’ la sfida più grande, molto importante per noi il riposizionamento del marchio Jeep in Cina”.

VEICOLI INEDITI

Per far breccia nel cuore dei cinesi, la società intende proporre numerosi veicoli inediti realizzati su misura per la Cina. E, proprio come anticipato da Manley, il ruolo da protagonista lo giocherà Jeep, che nel 2017 ha venduto in Cina 202.901 automobili ed è cresciuta del 52,11% rispetto al 2016 (il potenziale di crescita è altissimo: solo a dicembre 2017 sono stati venduti oltre 1,2 milioni di suv, stando ai numeri resi noti dall’associazione cinese dei produttori di automobili).
Presto Jeep aggiungerà altri SUV inediti destinati al mercato cinese, dopo aver fatto debuttare di recente il Suv a 7 posti Jeep Grand Commander.

UN MERCATO A CUI FCA NON PUO’ RINUNCIARE

“La Cina è per Fca un mercato irrinunciabile, indipendentemente da nuove e future alleanze”, ha commentato a Start Magazine Ernest Ferrari, analista ed esperto del settore automobilistico, già manager della Fiat. “La Cina, con venti milioni  di auto vendute e più di un miliardo di abitanti,  è naturalmente e rimarrà per molto tempo, il primo mercato automobilistico del pianeta. Ed ha un potenziale di crescita senza pari, dato il ritardo tecnico ed economico accumulato nei decenni del Maoismo, compresi gli epigoni del Presidente”. Ecco perché, secondo Ferrari, “il baricentro del mondo automobilistico si sposterà dall’Occidente all’Asia. E che le evoluzioni del prodotto auto, come quelle del commercio auto, dovranno tener conto rapidamente del “main player” asiatico”. “La Cina, peraltro, non è da giudicarsi in base a fenomeni tramandati dalla TV anche se reali, come ad esempio l’inquinamento atmosferico. Una civiltà millenaria diversa dalla nostra sta trasformando il mondo.  E Marchionne non c’è più, per indicarci una via”, ha scritto Ferrari sul suo blog.

Torna su