Il ministero dei Trasporti ha messo nero su bianco uno schema di Decreto Legge sul Ponte di Messina che ieri stato trattato in sede tecnica al preconsiglio e che approderà oggi in Consiglio dei Ministri.
“È nel segno della continuità rispetto a quanto era stato fatto fino al 2012 e poi interrotto dal governo Monti. Si parla, quindi, di una struttura a campata unica. Sarà il Ponte sospeso strallato più lungo al mondo: 3,2 chilometri. Si auspica l’inizio dei lavori entro il 2024”, spiega una nota del ministero.
Il progetto – sottolinea il Mit – verrà attualizzato: si parte da quello definitivo che andrà aggiornato con le specifiche tecniche delle nuove normative soprattutto in materia ambientale e di sicurezza. L’operazione è stata condotta in costante interlocuzione con la Commissione europea che ha espresso fin da subito grande interesse per l’iniziativa. In corso ci sono approfondimenti per sciogliere le ultime questioni tecniche e procedere con massima celerità: per questo il testo definitivo verrà diffuso ufficialmente solo dopo l’approvazione nel Consiglio dei Ministri.
È nel segno della continuità rispetto a quanto era stato fatto fino al 2012 e poi interrotto dal governo Monti. Si parla, quindi, di una struttura a campata unica. Sarà il Ponte sospeso strallato più lungo al mondo: 3,2 chilometri. Si auspica l’inizio dei lavori entro il 2024 si legge nella nota del Mit.
Nel decreto, il dicastero di Porta Pia intende riattivare la società Stretto di Messina coinvolgendo le regioni Calabria e Sicilia, Anas e Rfi. Il tutto con un controllo di Mef e Mit che saranno gli azionisti di maggioranza almeno al 51%.
Il progetto verrà attualizzato: si parte da quello definitivo che andrà aggiornato con le specifiche tecniche delle nuove normative soprattutto in materia ambientale e di sicurezza. L’operazione è stata condotta in costante interlocuzione con la Commissione europea che ha espresso fin da subito grande interesse per l’iniziativa.
In sette articoli la bozza di decreto riparte dal lavoro cancellato dal governo Monti nel 2012. E l’appalto del Ponte di Messina, già assegnato al consorzio Eurolink guidato da Impregilo (oggi Webuild) in qualità di general contracor e a Parsons Transportation («project management consultant»), veniva azzerato.
La società Stretto di Messina, allora posta in liquidazione, ora viene rimessa in pista in qualità di concessionaria prendendo le vesti di società in house controllata dal ministero dell’Economia.
La Spa avrà un Cda formato da cinque membri, di cui due designati dal Mef d’intesa con il Mit destinati a ricoprire la carica di presidente e amministratore delegato. Gli altri tre componenti saranno designati dalla regione Calabria, dalla Regione Sicilia e da Anas e Rfi (un solo componente per le due società del gruppo Fs).
L’amministratore delegato sarà espressamente escluso dall’applicazione del tetto di 240mila euro di remunerazione per i manager pubblici.
Si rimane – ha sottolineato il Sole 24 ore – sul progetto a campata unica di 12 anni fa, con una relazione da parte del progettista attestante la sua rispondenza al progetto preliminare. La relazione dovrà inoltre indicare tutta una serie di misure per adeguare e aggiornare l’opera in termini di sicurezza, norme tecniche e evoluzione tecnologica. Il decreto prevede anche un meccanismo di aggiornamento dei prezzi, rispetto al costo di 8,5 miliardi cristallizzato dal progetto del 2011. Facile immaginare che si tratterà di un impegno destinato a lievitare.
A decidere sul progetto definitivo aggiornato sarà il Cipess, a maggioranza. E l’approvazione sostituirà ogni altra autorizzazione, approvazione o parere. Il progetto esecutivo sarà invece approvato dal Cda della Società dello Stretto. Per sbloccare eventuali intoppi ci sarà poi anche la carta del commissario straordinario.
IL TESTO INTEGRALE DEL DECRETO LEGGE SUL PONTE DI MESSINA