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Pilota

Aviazione civile, verso un unico pilota in cabina?

Le compagnie aeree insistono per voli con pilota solitario per ridurre i costi. Per l'Easa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea, il passaggio a un pilota potrebbe avvenire già nel 2027. Critici i piloti: a rischio la sicurezza del volo

Un unico pilota al posto di due nella cabina degli aerei a partire dal 2027?

È quello che auspicano compagnie aeree e le autorità di regolamentazione, riporta Bloomberg. Un pilota in solitaria abbasserebbe infatti i costi e allenterebbe la pressione dovuta alla carenza di personale, ma affidare tale responsabilità a una sola persona ai controlli è inquietante per alcuni.

Secondo Bloomberg, oltre 40 paesi, tra cui Germania, Regno Unito e Nuova Zelanda, hanno chiesto all’Icao, l’organismo delle Nazioni Unite che stabilisce gli standard dell’aviazione, di contribuire a rendere i voli a pilota singolo una realtà sicura. Nel frattempo, l’Easa, European Aviation Safety Agency, l’Agenzia per la sicurezza aerea dell’Unione europea ha anche collaborato con i produttori di aerei per determinare come funzionerebbero i voli da solista e preparare le regole per supervisionarli. Per l’agenzia europea tali servizi potrebbero iniziare nel 2027.

Tuttavia, il progetto non convince affatto i piloti. Senza dimenticare che proprio quest’estate il personale delle compagnie aeree che sta ai comandi dei velivoli ha denunciato una riduzione delle prestazioni ed un aumento degli errori a causa della stanchezza, secondo migliaia di report riservati inviati dai piloti all’Easa.

Che ne pensano poi (e soprattutto) i passeggeri di un solo pilota in cabina?

Tutti i dettagli.

LA TRASFORMAZIONE DELLA CABINA DI PILOTAGGIO NELL’AVIAZIONE CIVILE

Secondo la ricostruzione di Bloomberg, l’aviazione civile si sta muovendo verso la cabina occupata da un solo pilota da decenni. Negli anni ’50, le cabine di pilotaggio degli aerei commerciali erano più affollate, tipicamente con un capitano, primo ufficiale o copilota, un ingegnere di volo, un navigatore e un operatore radio. I progressi tecnologici hanno gradualmente reso ridondanti le ultime tre posizioni.

“Stiamo potenzialmente rimuovendo l’ultimo pezzo di ridondanza umana dalla cabina di pilotaggio”, ha dichiarato Janet Northcote, responsabile delle comunicazioni dell’Easa.

QUESTIONE SICUREZZA

Una condizione per le operazioni a pilota singolo è che sia sicuro almeno quanto con due persone ai comandi, secondo una richiesta dell’UE all’Icao.

Un primo passo sarebbe consentire il pilotaggio da solo quando gli aerei sono in crociera, in genere un periodo meno impegnativo rispetto al decollo e all’atterraggio. Ciò consentirebbe all’altro pilota di riposare in cabina, invece di rimanere nella cabina di pilotaggio per aiutare a far volare l’aereo.

Alternando le pause in questo modo, un equipaggio di due persone potrebbe volare su rotte più lunghe senza l’aiuto – e la spesa – di un pilota in più, sottolinea Bloomberg.

NON PIACE AI PILOTI

Ma i piloti non sono affatto d’accordo.

Tony Lucas, capitano dell’Airbus SE A330 per Qantas Airways Ltd. e presidente dell’Australian & International Pilots Association, è preoccupato che un pilota solitario possa essere sopraffatto da un’emergenza prima che qualcun altro abbia il tempo di raggiungere la cabina di pilotaggio per aiutare.

“Le persone che percorrono questa rotta non sono le persone che volano su jet ogni giorno”, ha dichiarato a Bloomberg Lucas. “Quando le cose vanno male, vanno male abbastanza velocemente.”

LA STANCHEZZA DEGLI ULTIMI TEMPI

Inoltre, la proposta della cabina in solitaria arriva in un momento particolare per l’aviazione civile.

“Nelle ultime settimane, con una ripresa senza precedenti dei viaggi, aumentano i resoconti dei piloti che evidenziano un affaticamento, una perdita di attenzione e una riduzione delle loro prestazioni in cabina” segnalava il Corriere della Sera lo scorso luglio. “Il progressivo ritorno ai ritmi di lavoro precedenti la pandemia, nelle aziende sotto organico, provoca “un senso di smarrimento che dura anche un paio di mesi” aggiungeva AvioNews. In quel periodo si sono raccolte infatti le segnalazioni dei piloti riservate inviate attraverso le piattaforme dedicate nell’ambito dell’«Aviation safety reporting» e inoltrate anche all’Easa.

L’IMPORTANZA DI AVERE DUE PILOTI

Infine, sempre Bloomberg ricorda che l’importanza di avere due piloti davanti è stato notoriamente confermato il 15 gennaio 2009, quando un aereo della US Airways ha colpito uno stormo di oche poco dopo il decollo e ha perso potenza in entrambi i motori. Il capitano, Chesley Sullenberger, e il primo ufficiale Jeffrey Skiles riuscirono insieme a far atterrare l’Airbus A320 sul fiume Hudson. Tutti i passeggeri salvi. L’incidente divenne noto come il miracolo sull’Hudson. Tanto che nel 2016 Clint Eastwood dedicò una pellicola (Sully) all’ammaraggio del volo US Airways 1549 con protagonista Tom Hanks nei panni del capitano Sullenberger.

Niente fino ad oggi si è rivelato più sicuro di “un secondo pilota riposato, qualificato e ben addestrato fisicamente presente sul ponte di volo”, ha dichiarato l’International Federation of Air Line Pilots ‘Associations in un documento inviato all’Icao.

E I PASSEGGERI?

Ma oltre alle critiche dei diretti interessati, cosa ne pensano i clienti delle compagnie aeree?

“I passeggeri delle compagnie aeree commerciali si aspettano assolutamente e meritano due piloti nella cabina di pilotaggio”, ha affermato Joe Leader, amministratore delegato di Apex, un’associazione aeronautica con sede a New York che si concentra sulle esperienze dei passeggeri.

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