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Auto elettriche, Xiaomi corre velocissima nei preordini ma è una lumaca a consegnare le vetture?

In Cina dilaga la Xiaomi-mania: tutti vogliono le auto elettriche dell'Apple asiatica che però non riesce a stare dietro alle numerosissime richieste dei clienti. Aumentano le proteste online. E il Ceo invita ad acquistare vetture di altri marchi. Numeri, dati e scenario

La mobilità elettrica ha fatto fiorire un numero spropositato di costruttori automobilistici intenzionati a sorpassare a destra marchi storici dal mercato consolidato. La maggior parte di queste nuove scuderie ha tirato giù la serranda nel giro di pochi anni talvolta senza riuscire a consegnare una sola vettura. Si sta invece velocemente imponendo – almeno in Cina – il marchio Xiaomi, che i più conoscono finora per i suoi device altamente tecnologici (smartphone, smartwatch, auricolari, tablet…): il primo modello, Su7, ha debuttato lo scorso anno raggiungendo in poco tempo quota 150mila vetture prenotate. Quello successivo, il Suv Yu7, sembra un successo persino maggiore. Al quale Xiaomi non era evidentemente preparata.

L’INSOLITA DICHIARAZIONE DEL CEO

Tanto che viene attribuita al fondatore nonché amministratore delegato di Xiaomi, Lei Jun (soprannominato lo “Steve Jobs cinese”) una dichiarazione particolare: acquistare auto elettriche di altri marchi se si ha particolare fretta di mettersi alla guida. L’imprenditore seriale avrebbe persino ricordato a chi mugugna per i tempi d’attesa delle sue vetture che la Cina è piena di auto elettriche di qualità, finendo dunque per reclamizzare anche marchi ‘avversari’ (in senso lato, vista l’abitudine delle aziende cinesi a fare sistema).

IL SUCCESSO INATTESO

A ogni modo, i numeri parlano chiaro e certificano le difficoltà logistiche di Xiaomi: la nuovissima Yu7 è stata prenotata da 200 mila utenti attraverso il sito ufficiale nei primi tre minuti dall’apertura ufficiale dei pre-order, diventati quasi 300 mila (per la precisione 289 mila) dopo 60 minuti, ma dopo un mese Xiaomi è riuscita a consegnare appena 6.024 unità di questo nuovo e atteso modello elettrico.

LA XIAOMI – MANIA CINESE

Una difficoltà che naturalmente riguarda anche il modello precedente: in tutto il costruttore asiatico dovrebbe evadere oltre 350.000 unità di ordinativi ma, secondo quanto riportato dai dati di luglio, finora Xiaomi avrebbe apposto la targa soltanto a 30.000 esemplari.

La Xiaomi – mania è evidente – nonostante la serrata concorrenza cinese e i dubbi sul futuro delle propulsioni elettriche – e sembra aver preso in contropiede la stessa azienda guidata da Lei Jun, che certo non si aspettava una simile partenza pur avendo già approntato due gigafactory capaci sulla carta di sfornare 300mila vetture alla spina l’anno. Il primo impianto, tuttavia, non è ancora arrivato a produrre a pieno regime mentre il secondo hub è stato inaugurato solo lo scorso giugno.

FIOCCANO LE LAMENTELE

I rallentamenti e i ritardi stanno perciò alimentando la frustrazione di coloro che per vedere la propria vettura ordinata da mesi dovranno attendere ancora parecchio. Anche il numero dei centri assistenza (al momento se ne contano 181) dispiegati finora nell’immenso territorio cinese potrebbe riservare nuovi problemi: per questo Xiaomi sta correndo per aprire nuove concessionarie. Secondo gli ultimi dati soltanto a luglio ne sarebbero state inaugurate circa una ventina.

 

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