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Perché l’analisi costi-benefici su Tav non ha fondamento scientifico. Parola del prof. Matteoli

L'analisi costi-benefici su infrastrutture secolari non ha alcun senso, è un esercizio pseudoscientifico. Il commento di Lorenzo Matteoli, già preside della facoltà di Architettura al Politecnico di Torino

Va detto in primo luogo che le analisi costi-benefici si fanno per iniziative in contesti socioeconomici noti e strutturati. Modellabili per archi di tempo limitati in modo relativamente affidabile.

Per poter modellare in modo altrettanto affidabile le ricadute socioeconomiche degli interventi oggetto di studio e trarne plausibili conclusioni. La letteratura sul tema è immane e non vale la pena insistere su una conclusione che è ovvia e banale: l’analisi costi-benefici su infrastrutture secolari non ha alcun senso, è un esercizio pseudoscientifico.

Il collegamento ferroviario veloce Veneto, Lombardia, Piemonte, Hautes Alpes, Savoia, Dauphiné sarà l’infrastruttura determinante di una delle più potenti macroregioni europee: per economia, industria, agricoltura, tecnologia e finanza. Una realtà geografica paragonabile, probabilmente vincente, rispetto alla macroregione attualmente dominante quella del Centro Europa.

Quali saranno le condizioni eco-geografiche di questa nuova realtà territoriale nel 2080-90 è oggi pensabile in termini di visione politica, ma non modellabili in termini di macroeconomia.

Per questo le decisioni su infrastrutture territoriali di portata geografica su archi di tempo emisecolari o secolari si possono fare solo in un quadro di filosofia politica.

Detto questo ci si chiede come mai lo studio svolto sui costi e sui benefici della Tav che, ripeto, non ha alcun fondamento credibile sul piano scientifico perché tutte le ipotesi sulle quali si basa sono impugnabili se non esplicitamente vuote di senso comune e di obbiettivo valore, come mai dicevo, questo esercizio sia considerato alla stregua di una “verità rivelata”.

Appena sarà disponibile il documento e sarà possibile analizzarlo seriamente né farò una analisi precisa, e non dubito che con me ci saranno molti altri, per denunciare in modo documentato una cosa che oggi è già peraltro evidente in linea di principio fondamentale: la sua infondatezza.

 

Lorenzo Matteoli, laureato in architettura al Politecnico di Torino, è stato Ordinario di Tecnologia dell’Architettura alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino e preside della Facoltà dal 1981 al 1986.

(Estratto di un post tratto da Facebook)

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