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Alitalia, ecco perché deragliano i termini per il salvataggio con Ferrovie

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Slitta ancora il dossier Alitalia. Si va infatti verso una proroga di un mese per chiudere l’operazione di salvataggio della compagnia aerea commissariata.

L’orientamento governativo, secondo le indiscrezioni, sarebbe quello di concedere uno slittamento dei termini probabilmente di un altro mese, fino al 15 ottobre. La nuova proroga, che sarebbe la sesta (ma gli addetti ai lavori assicurano essere l’ultima, anche perché il 31 ottobre sarà un anno da quanto Fs è scesa in campo per volontà del governo giallo-verde), si renderebbe necessaria, secondo quanto si apprende, per far sì che vengano smarcati gli ultimi punti aperti relativamente a piano industriale e governance della nuova Alitalia.

Si tratta di decidere se concedere un mese e mezzo come richiesto dalla cordata capeggiata da Ferrovie dello Stato, oppure meno tempo (probabilmente un mese), in linea con le sollecitazioni più volte arrivate dai commissari straordinari a fare presto. Tempo necessario alla cordata composta da Fs, Delta, Atlantia (che ieri ha riunito il cda, che però non aveva Alitalia all’ordine del giorno) e Tesoro per sciogliere i nodi ancora aperti sul tavolo, dal ruolo della compagnia italiana nella joint venture transatlantica ‘Blue Skies’, alla governance con la scelta dell’a.d. della nuova Alitalia, fino all’ultima definizione delle partecipazioni azionarie (su questo, secondo indiscrezioni, Delta potrebbe salire oltre il 10%).

Lo stato di avanzamento dell’operazione sarà al centro dell’incontro convocato dal Ministero dello sviluppo per mercoledì 18 settembre: al tavolo, presieduto dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli (M5s), sindacati, associazioni professionali, commissari straordinari, i ministeri delle Infrastrutture e trasporti e del Lavoro e la Regione Lazio. Proprio ieri i sindacati avevano espresso preoccupazione su una presunta frenata del Tesoro, chiedendo un incontro urgente al Governo.

Rassicurazioni sull’intera operazione arrivano intanto proprio da via XX Settembre, con il neo ministro Roberto Gualtieri che garantisce la partecipazione del Mef nella newco (con una quota che dovrebbe aggirarsi intorno al 15%, con i 145 milioni degli interessi del prestito ponte): “Dobbiamo superare l’ottica del salvataggio – spiega in un’intervista -. Il ministero delle finanze parteciperà a livello di capitale al rilancio previsto dal piano attualmente allo studio della compagnia, che dovrà però essere un modello industriale sostenibile per un Paese che vive anche di esportazioni e di turismo”.

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