Il recente accordo per la prima fase di un piano di pace a Gaza, sostenuto dagli Stati Uniti, rappresenta un momento cruciale per il conflitto israelo-palestinese, ma solleva interrogativi sulla possibilità che Hamas, nonostante l’impegno per il cessate il fuoco, possa riorganizzarsi e continuare la sua lotta armata contro Israele.
Il contesto
Secondo The Conversation, il piano richiede la completa dissoluzione di Hamas come organizzazione militare e amministrativa, un obiettivo che sembra in contrasto con la natura ideologica del gruppo, il cui scopo dichiarato è la distruzione di Israele attraverso la violenza.
La domanda centrale è dunque se Hamas accetterà di disarmarsi o se sfrutterà il cessate il fuoco per rafforzarsi.
LA RESILIENZA DI HAMAS
Nonostante due anni di guerra devastante, Hamas ha dimostrato una straordinaria capacità di resistenza. Come scrive The Conversation, il gruppo ha reclutato fino a 15.000 nuovi volontari dall’attacco del 7 ottobre 2023, compensando le perdite subite.
The Middle East Forum sottolinea che, pur avendo perso il controllo di gran parte del territorio di Gaza (75% sotto controllo israeliano), Hamas conserva una struttura organizzativa intatta e un arsenale residuo, inclusi il 10-15% dei suoi razzi prebellici.
Inoltre, Financial Times e BBC riportano che Hamas ha già schierato 7.000 membri delle sue forze di sicurezza interna nelle aree evacuate dall’IDF, con l’obiettivo di “ripulire Gaza da fuorilegge e collaboratori di Israele”. Questo rapido ritorno alla ribalta suggerisce che il gruppo non intende cedere il controllo del territorio.
L’INCOGNITA DEL DISARMO
Il disarmo di Hamas è una condizione centrale del piano di pace, ma le posizioni delle due parti sono inconciliabili. Come riportato da Ynet News, un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che la resa delle armi è “fuori discussione”.
Al Jazeera riferisce che, sebbene alcuni leader di Hamas abbiano espresso in privato una certa apertura a cedere parte dell’arsenale offensivo, il gruppo non intende rinunciare alle armi leggere né alla sua rete di tunnel, considerata un pilastro della resistenza.
The Middle East Forum evidenzia che il piano di Trump manca di meccanismi chiari per implementare il disarmo, lasciando aperta la possibilità che Hamas utilizzi il cessate il fuoco per ricostituire le sue capacità militari.
Fox News cita l’esperto Michael Milshtein, che avverte che Hamas potrebbe accettare un disarmo “cosmetico”, mantenendo armi leggere ed esplosivi per operare nell’ombra, simile a Hezbollah in Libano.
QUAL E’ LA VERA IDEOLOGIA DI HAMAS
L’ideologia jihadista di Hamas rappresenta un ostacolo fondamentale alla pace. Come scrive il Jerusalem Post, il gruppo si basa su una visione religiosa che considera la distruzione di Israele un obbligo divino, citando il fondatore della Fratellanza Musulmana, Hasan al-Banna: “Israele esisterà finché l’Islam non lo distruggerà”.
Questa convinzione, radicata in versetti coranici come “Scacciateli da dove vi hanno scacciato” (Corano, 2:191), rende improbabile che Hamas abbandoni la lotta armata.
Inoltre, Jerusalem Post cita Robert Spencer, secondo cui la teologia islamica considera la terra di Israele parte del patrimonio islamico, rendendo il conflitto non negoziabile.
LA SFIDA DELLA GOVERNANCE
Il piano di pace prevede che Hamas ceda il controllo amministrativo di Gaza a un comitato tecnocratico palestinese sotto supervisione internazionale. Tuttavia, The Middle East Forum evidenzia che il ritiro di Hamas dalla governance formale potrebbe creare un vuoto di potere, favorendo l’ascesa di bande criminali o gruppi estremisti rivali.
Times of Israel e BBC riportano che Hamas ha già nominato cinque nuovi governatori con esperienza militare, suggerendo un tentativo di mantenere l’influenza attraverso strutture parallele. Al Jazeera cita l’analista Taghreed Khodary, che sottolinea il ruolo di Hamas nel mantenere la sicurezza interna contro le gang armate da Israele.
Questo indica che Hamas potrebbe cercare di legittimarsi come forza di ordine pubblico, rendendo difficile la sua completa esclusione dalla governance.
I PRECEDENTI STORICI
The Conversation paragona il possibile disarmo di Hamas a casi come l’IRA in Irlanda del Nord e le FARC in Colombia, che hanno parzialmente smobilitato dopo negoziati. Tuttavia, l’IRA non ha mai completamente dissolto le sue strutture, e alcune fazioni hanno continuato attività violente.
The Middle East Forum avverte che un disarmo parziale di Hamas potrebbe lasciare intatta la sua capacità di riorganizzarsi, come dimostrato dalla rete di tunnel e dalla produzione di razzi.
LA TREGUA FUNZIONERA’?
Fox News cita Mark Dubowitz, che definisce l’accordo “una pausa, non la pace”, sottolineando che Hamas non si arrenderà volontariamente.
The Middle East Forum prevede che, senza un disarmo completo, Hamas sfrutterà il cessate il fuoco per ricostituire le sue capacità, come dimostrato dalla sua rapida mobilitazione post-cessate il fuoco.
Il think-tank CSIS in una sua analisi evidenzia che le ambiguità del piano, come la mancanza di tempistiche chiare per il disarmo e il ritiro israeliano, potrebbero portare al collasso della seconda fase dei negoziati, con una ripresa delle ostilità.
Jerusalem Post avverte che la storia dimostra che Hamas potrebbe rispettare l’accordo a breve termine, ma riprendere il jihad non appena le condizioni lo permettano.
GLI SCENARI
Come sottolinea Al Jazeera, per molti palestinesi Hamas rappresenta un’idea di resistenza che non può essere eliminata. Per Israele, accettare un disarmo parziale potrebbe significare convivere con una minaccia latente, mentre insistere sul disarmo totale potrebbe far deragliare il processo di pace.
La sfida per i mediatori sarà trovare un equilibrio che soddisfi le esigenze di sicurezza di Israele senza spingere Hamas a riprendere le ostilità, un compito che, alla luce delle fonti analizzate, appare estremamente arduo.
In definitiva, come suggerisce The Middle East Forum, il cessate il fuoco potrebbe essere solo un momento di transizione verso un nuovo confronto, a meno che non si affrontino con decisione le contraddizioni fondamentali del piano. La storia di Hamas dimostra che il gruppo è sopravvissuto a pressioni militari e politiche, adattandosi per combattere un altro giorno.
La vera domanda è se il piano di pace sarà l’inizio di una trasformazione o semplicemente una pausa prima del prossimo conflitto.