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Vi dico come va la ricerca su vaccini e farmaci anti Covid-19

Vaccini e farmaci anti Covid-19 secondo Enrico Bucci, Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia (dove conduce attività di ricerca sulla biologia dei sistemi del cancro).

 

È ancora presto per uscire, ma siccome parecchi mi hanno chiesto cosa stia facendo la scienza per tirarci fuori da questo incubo, vorrei condividere con voi alcuni segnali importanti provenienti dalla ricerca mondiale — quella vera, non quella delle correlazioni con il 5G, de no-vax, dei no chimica, dei no pharma e del virus creato in laboratorio.

1. Una società cinese ha per la prima volta portato un candidato vaccino per Covid-19 in fase 2, vale a dire nella fase di sperimentazione umana che serve a determinare l’efficacia. La CanSino Bio ha usato una tecnologia ben nota – un adenovirus di tipo 5 come vettore, in cui è stata inserita la proteina spike del coronavirus pandemico — per produrre un promettente candidato vaccino, che ha iniziato la fase 1 su 108 volontari a marzo, ed in sole 3 settimane, stante l’assenza di tossicità, ha iniziato a reclutare pazienti per la fase 2 per provare l’efficacia. Se avranno successo, si tratterà di un record assoluto in termini di identificazione di un pericolo infettivo e sviluppo rapido di un vaccino: un passo gigantesco della ricerca scientifica, e potremo avere un vaccino molto prima del previsto.
Qui trovate i clinical trials di fase 1 e 2 condotti da questa società.

2. Un’altra società, questa volta americana — la Moderna therapeutics — è leggermente più indietro, in fase 1 (iniziata a marzo). Questa società usa una tecnologia completamente diversa, chiamata “reverse vaccinology”, in cui utilizzando un piccolo RNA si fa in modo che sia il nostro stesso corpo a produrre il vaccino (cioè l’antigene che induce la risposta immune). Se tutto va bene, si arriverà ad avere anche i dati di immunogenicità fra giugno e luglio e si potrà entrare in fase 2 in primavera avanzata o in estate. Tecnologia diversa, identico obiettivo, impressionante velocità anche qui: il fatto che tante società diverse, con diversi strumenti, stiano affrontando a tempo di record il problema della produzione di un vaccino efficace fa ben sperare. Trovate qualche notizia interessante qui.

3. Non solo vaccini: sono arrivati i primi dati solidi su uno dei più promettenti inibitori della polimerasi virale, il farmaco Remdesivir. In uno studio osservazionale pubblicato sul New England Journal of Medicine, si descrive l’andamento clinico di oltre un cinquantina di pazienti trattati in tutto il mondo (a fronte dell’unico paziente descritto in letteratura fino ad oggi). Gli esiti, anche per pazienti in situazione grave, sono molto promettenti, in termini di diminuzione del rischio di morte e di miglioramento clinico; adesso aspettiamo i risultati (imminenti) di uno studio in cieco, randomizzato, su larga scala (ce ne sono diversi che sono a buon punto). Qui il lavoro.

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