Aveva ragione Brasillach. Amore e coraggio non sono soggetti a processo. Aggiungerei anche il dolore. Non ne esiste un metro che vada oltre il rispetto. Vale anche per Gino Cecchettin e per la tragedia di Giulia. Però c’è altro. Non posso sindacare la reazione al dolore di nessuno, ma quando questa diventa rappresentazione collettiva, in qualche modo pre-politica, le cose cambiano un po’. In questo caso le esternazioni di Gino Cecchettin e famiglia diventano sindacabili. Quelle, non il dolore, diventano oggetto di riflessione, suscettibili di critica e di presa di distanza.
COSA SFUGGE A VALDITARA
L’intemerata della sorella di Giulia contro il patriarcato, la cui definizione contemporanea è quantomeno labile, è una faglia spazio-temporale, una distorsione politica e politicamente deve, dovrebbe, essere valutata e in caso criticata. Almeno per chi se la sente o abbia voglia. O coraggio. La pretesa dell’educazione affettiva come materia d’insegnamento è orwelliana, specialmente in scuola che da anni ha messo nel cassetto una laica educazione civica e destrutturato la relazione docente-discente. Sembra che a Valditara molto di questo sfugga.
La vicenda della nomina di Anna Paola Concia è fresca di polemica, realisticamente se non mal pensata quantomeno mal gestita ha creato un corto circuito politico istituzionale del quale si è a mala pena spenta l’eco. Non basta. Non bastava. Adesso abbiamo la circolare che, dopo il suo discorso dal pulpito della Basilica di Santa Giustina, elegge Gino Cecchettin a maestro di pensiero.
ANDARE OLTRE IL MAINSTREAM
L’intervista veltroniana e quella “meteorologica” da Fazio sono venute dopo e, ovviamente, ognuno può pensarne come meglio crede. Un Ministro dell’Istruzione e Merito che non riesce ad andare oltre il mainstream mediatico non è però una bella notizia. In tutto questo manca la lettura politica. Anche questa non è una bella notizia. Di più, manca la politica, manca la linea politica che è anzitutto una linea culturale fatta di visioni e prospettive, non di dogmi immarcescibili.
Valditara è persona perbene, ma sembra sopraffatto dagli eventi. Qualcuno lo salvi. Soprattutto da sé stesso.