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Tutto su Sfumature, la campagna per la lotta al fumo

“Come risolvere un problema complesso come quello del fumo, accelerando il declino delle sigarette nel nostro Paese?”. È da questo quesito che ha preso vita Sfumature, la campagna lanciata da Philip Morris Italia

 

Torna la campagna per stimolare un dibattito sul tema del fumo, anche sull’esempio di quanto avviene in altri Paesi. È su queste premesse che ha preso vita Sfumature, un’iniziativa lanciata nel 2022 da Philip Morris Italia, per agevolare un confronto non polarizzato nel tentativo di recuperare spazi di dialogo al fine di trovare soluzioni nuove ed efficaci. Includendo nella discussione anche il principio di riduzione del danno.

Prevenzione e cessazione sono senza alcun dubbio le strategie fondamentali da adottare nella lotta al fumo dunque è chiaro come ci sia ancora molto da fare. Inoltre, per i fumatori adulti che hanno già iniziato e che non smettono, si può considerare un terzo punto di vista, una terza strada: quella del principio di riduzione del rischio.

Considerando dunque tutte le sfumature, e le nuove soluzioni e tecnologie disponibili oggi. E guardando ai risultati ottenuti in altri Paesi.

CHE COSA SUCCEDE IN ALTRI PAESI

Se smettere del tutto con il tabacco e la nicotina per tanti fumatori in Italia non è al momento una strada percorribile, potrebbe essere un’opzione fornire loro alternative al binomio quit-or-die? I Paesi che oggi sono sulla buona strada per risolvere il problema del fumo sono quelli che, pur adottando approcci diversi, hanno integrato il principio di riduzione del rischio, adottando soluzioni innovative e pragmatiche.

Il Regno Unito – si legge sul sito di Sfumature – è stato in prima linea nelle politiche basate sulla riduzione del danno e da tempo include i dispositivi senza combustione tra le soluzioni disponibili per chi non smette di fumare, al tempo stesso minimizzando il rischio di iniziazione per chi non ha mai fumato. Il risultato è una riduzione dei fumatori di sigarette molto superiore che nel territorio europeo, con un calo del 4% dal 2014 al 2020, rispetto al 2% registrato in Europa nello stesso periodo.

Anche la Nuova Zelanda, che ha adottato il principio della riduzione del danno, mostra – secondo il sito di Sfumature – come l’utilizzo di sigarette sia diminuito negli ultimi anni più rapidamente che nella vicina Australia, che ha invece puntato su politiche più restrittive.

In Giappone, dove i prodotti a tabacco riscaldato sono più diffusi, la prevalenza di fumatori sulla popolazione totale è passata dal 32% del 2000 al 21% del 2015, con un ulteriore calo a circa il 16% previsto per il 2025. E la Svezia ha quasi raggiunto l’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di ridurre la prevalenza al di sotto del 5% grazie al passaggio di una significativa percentuale di fumatori dalle sigarette alle bustine contenenti nicotina.

NON LASCIARE SOLI I FUMATORI

Di fronte al problema del fumo appare necessario applicare un’inversione di tendenza per non lasciare indietro nessuno, né i fumatori adulti che non smettono, né quelli che sono già passati a prodotti senza fumo. Entrambi, infatti, necessitano di maggiori informazioni sulle alternative a loro disposizione, poiché è sulla base di questi elementi che possono compiere scelte informate e consapevoli.

Secondo l’indagine “I fumatori italiani: abitudini, opinioni e tendenze”, realizzata da Eurispes in collaborazione con Philip Morris Italia, oltre l’86% degli intervistati ritiene che lo Stato dovrebbe permettere ai cittadini di essere informati dell’eventuale esistenza di prodotti meno dannosi, promuovendo – lo sostiene quasi il 70% – delle campagne di informazione dedicate.

Dello stesso avviso i risultati dell’indagine “Le abitudini e le opinioni dei consumatori adulti di prodotti a tabacco riscaldato”, realizzata dall’Istituto Piepoli in collaborazione con l’Associazione dei consumatori Adiconsum e con il contributo di Philip Morris Italia. Secondo il recente studio, il 74% degli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato tra quelli intervistati ritiene che lo Stato dovrebbe consentire ai cittadini di informarsi su caratteristiche e differenze tra i diversi prodotti, mentre il 90% ritiene importante proseguire la ricerca scientifica a riguardo.

COME PARTECIPARE

La soluzione migliore al problema del fumo rimane non cominciare affatto, o smettere del tutto il prima possibile, ma appare in ogni caso doveroso sostenere e dare risposte a quei fumatori adulti che non smettono comunque di fumare. Chiunque fosse interessato a contribuire a risolvere il problema del fumo in Italia può aderire alla campagna Sfumature iscrivendosi alla newsletter per rimanere informato attraverso fatti, non opinioni, e partecipare alla discussione sui social media.

In collaborazione con: PMI

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