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Sanità, come utilizzare bene le maggiori risorse pubbliche

Salvare il sistema pubblico e tutelare i cittadini richiede di condizionare le maggiori risorse a processi di aggiustamento e di convergenza verso le migliori pratiche da parte di molte Regioni. In assenza di ciò gli stanziamenti, per quanto elevati, finirebbero soltanto per alimentare la bassa resa di molti servizi sanitari regionali. Il Canto Libero di Sacconi

E’ davvero incredibile il dibattito tra governo e opposizione sulla sanità. Per il 2025 si aggiungerebbero 2,37 miliardi comprendendo le maggiori risorse per il personale. Senza considerare l’ulteriore incremento di 4,12 miliardi per il 2026 che porterebbe il totale a 6,4 miliardi, si tratta di un aumento per il prossimo anno che deve essere apprezzato in base al parametro che conta, ovvero quello del finanziamento procapite che si confronta con la spesa procapite.

Si ricordi che a legislazione vigente, quindi senza considerare questi incrementi, lo stanziamento procapite nel 2025 avrebbe già sfiorato i 2300 euro mentre nel 2019, prima della pandemia, si fermava a 1914 euro.

L’inflazione sanitaria in questi anni è stata ben al di sotto di quella generale che non si è riflessa sui grandi capitoli di spesa. Colpisce tuttavia il fatto che da un lato l’opposizione chieda più soldi senza indicare le inefficienze da superare e che il governo non si decida a rivelare i disavanzi strutturali delle diverse Regioni in quanto sintomo dei diversi modelli gestionali. Il fenomeno stesso delle liste d’attesa non si risolve soltanto con i maggiori stanziamenti.

Rimane il nodo del primo filtro della domanda di prestazioni che dovrebbero garantire innanzitutto i medici di medicina generale accompagnati agli studi associati. Rimangono le inefficienze dovute alla dispersione della offerta ospedaliera, evidenziata dal bassissimo impiego delle sale operatorie nel confronto con i privati.

Salvare il sistema pubblico e tutelare i cittadini richiede di condizionare le maggiori risorse a processi di aggiustamento e di convergenza verso le migliori pratiche da parte di molte Regioni. In assenza di ciò gli stanziamenti, per quanto elevati, finirebbero soltanto per alimentare la bassa resa di molti servizi sanitari regionali.

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