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Kennedy e i vaccini tra ideologia e scienza

E' importante preservare l’indipendenza della scienza dalle convinzioni ideologiche e politiche ed economiche se vogliamo che la conoscenza ci aiuti a vivere meglio, oggi e in futuro.

Ad inizio giugno Robert F. Kennedy Jr., il segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, ha licenziato tutti i 17 membri del comitato federale che fornisce le raccomandazioni sui vaccini e sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) ai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), definendo anche la copertura assicurativa per le vaccinazioni che i bambini a basso reddito ricevono gratuitamente. Per decenni, il comitato è stato composto da ricercatori accademici, medici ed esperti di politica sanitaria, scelti per la loro esperienza nel campo.Tutti tranne uno hanno firmato pubblicazioni sui vaccini (con una media di 49 articoli) affrontando diversi aspetti inerenti alle malattie infettive e allo sviluppo di vaccini, di come immunizzare i malati di cancro e le donne in gravidanza, delle perplessità nei confronti dei vaccini e di come arginare la disinformazione.

Se il licenziamento ha suscitato perplessità, la preoccupazione tra gli operatori sanitari è ulteriormente cresciuta quando Kennedy ha nominato i primi otto sostituti. La scelta è stata commentata sulla americana Science, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo. Secondo l’articolo, molti dei nuovi membri del Comitato hanno espresso sentimenti anti-vaccinali e hanno poca esperienza con la scienza dei vaccini, come dimostrato dalle loro pubblicazioni sull’argomento (in media 11 articoli). Ancora più preoccupante per un organo consultivo di questo tipo, quattro degli otto nuovi membri non hanno affatto pubblicazioni su riviste scientifiche. Il rischio, sempre secondo Science, è “un calo di credibilità del comitato presso la comunità medica e scientifica”.

Alcuni dei nuovi membri sono stati citati da Kennedy nel suo libro del 2021 “The Real Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health” come un “ gruppo battagliero di scienziati eroici” che si sono opposti alla “gestione della pandemia di Fauci”. Tra loro Robert Malone, un biochimico la cui ricerca ha contribuito a gettare le basi per la tecnologia del vaccino RNA messaggero (mRNA), che ora sostiene che i vaccini ad mRNA contro COVID-19 hanno “causato 17 milioni di morti in eccesso”. Un’affermazione senza alcun supporto epidemiologico. Un altro memebro è Vicky Pebsworth, che fa parte del consiglio di amministrazione del National Vaccine Information Center, un’organizzazione no-profit che promuove la disinformazione sui vaccini. E bisogna ricordare il biostatistico Martin Kulldorff, che sostiene di essere stato costretto a lasciare la Harvard Medical School per essersi rifiutato di vaccinarsi contro il COVID-19 ed è uno dei tre autori della Great Barrington Declaration contro le misure di lockdown.

Un altro membro di ACIP è Retsef Levi (Massachusetts Institute of Technology Sloan School of Management), co-autore di uno studio molto criticato e in parte modificato secondo il quale, in Israele, la vaccinazione contro COVID-19 ha causato seri problemi cardiaci. Insieme ad altri ricercatori Levi ha diffuso un preprint dove sostiene che il rischio di morte entro un anno dalla vaccinazione era superiore del 38% dopo due dosi del vaccino mRNA della Pfizer rispetto al vaccino sempre ad mRNA di Moderna. Pfizer, in una nota, ha sottolineato che l’articolo non è ancora stato analizzato da revisori scientifici (la peer-review è pratica comune per tutti gli articoli scientifici prima di venir pubblicati) e ha aggiunto: “Come riconosciuto dagli autori dello studio, i loro risultati non si allineano con la ricerca peer-reviewed, che non ha mostrato differenze nel rischio di mortalità tra i due vaccini COVID-19 citati”.

Il messaggio che emerge, è che il comitato, da organo che fornisce raccomandazioni sulla base di evidenze scientifiche, si è trasformato in uno strumento di diffusione di posizioni preconcette antivaccinali. Un esempio in questo senso viene dalla recente raccomandazione dell’Acip contro il thimerosal, un composto derivato dal mercurio ritenuto, senza alcuna base scientifica, fattore di rischio per l’autismo sulla base di uno studio pubblicato nel 1998 su The Lancet di Andrew Wakefield, ex medico inglese radiato nel 2010. Il lavoro fu ritirato dalla stessa rivista quando si scoprì che Wakefield era stato pagato per alterare i risultati della ricerca, al fine di creare una base scientifica per sostenere una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato nei confronti di case farmaceutiche produttrici dei vaccini.

La pubblicazione di quell’articolo poi ritrattato causò nel Regno Unito una caduta della copertura vaccinale. E lo stesso potrebbe accadere ora negli Usa dopo la raccomandazione dell’Acip. Su questi aspetti e sul valore delle vaccinazioni si è espresso sul Corriere della Sera Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale, presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca e professore emerito all’Humanitas University di Milano. In particolare preoccupa Mantovani  l’impatto che questa posizione può avere sulla vaccinazione dei bambini contro malattie come il Morbillo: “È una malattia con una mortalità di circa uno su 3 mila. In un bambino su 2 mila provoca un’encefalite sclerosante che ha gravi conseguenze e provoca danni irreversibili. Un errore diffuso è pensare che la malattia alleni il sistema immunitario meglio del vaccino”. In realtà in alcuni casi, come per il Covid, la vaccinazione inibisce la massiccia replicazione del virus evitando così l’insorgere di nuove mutazioni che possono produrre varianti più pericolose.

Viviamo in una società ad altissima tecnologia che spesso facciamo fatica a capire. Giustamente, nel caso di tecnologie che impattano sulla salute, abbiamo il timore che queste, invece di migliorare la nostra vita, possano metterci in pericolo. In questo contesto, non sorprende che sorgano dei movimenti di opposizione. Tuttavia, è importante preservare l’indipendenza della scienza dalle convinzioni ideologiche e politiche ed economiche se vogliamo che la conoscenza ci aiuti a vivere meglio, oggi e in futuro.

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