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Perché nel mondo c’è un boom di casi di morbillo?

Gli Stati Uniti sono stati i primi a osservare un importante aumento di casi di morbillo ma ora anche in Corea del Sud, Vietnam e Thailandia cresce l'allarme per i focolai. In Europa, nel 2024, la Romania ha registrato oltre l'85% dei casi e l'Italia è risultata seconda per numero assoluto di contagi. Fatti, numeri e commenti

 

Alcune malattie che sembravano ormai debellate nella maggior parte del mondo tornano a preoccupare gli esperti. Il morbillo, in particolare, oltre a essere prepotentemente riapparso negli Stati Uniti, sta facendo registrare un numero elevato di casi anche in Corea del Sud, Thailandia e Vietnam.

Pure l’Europa però sta osservando lo stesso fenomeno e l’Italia, tra i Paesi Ue, è seconda per numero assoluto di contagi.

Crescono infatti disinformazione e fake news sui vaccini che, tuttavia, ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), grazie al Programma esteso di immunizzazione, hanno salvato 154 milioni di persone e aggiunto oltre 10 miliardi di anni di vita in salute.

L’EPIDEMIA DI MORBILLO NEGLI STATI UNITI

Gli Stati Uniti stanno vivendo la più grande epidemia di morbillo degli ultimi 25 anni. Con quasi 1.000 casi registrati finora, il 2025 infatti è secondo solo al 2000, anno in cui il Paese lo ha ufficialmente eliminato. La maggior parte dei casi di quest’anno si è verificata in Texas, che ha riportato circa 2 casi su 3 di infezioni segnalate.

A oggi, secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), la maggior parte dei casi (38%) riguarda la fascia di età compresa tra 5 e 19 anni, seguita con la stessa percentuale (30%) dai bambini con meno di 5 anni e le persone over 20. Nel 96% dei casi si tratta di persone non vaccinate o di cui non si conosce lo stato vaccinale.

Il 13% del totale, ovvero 121 casi su 935, è stato ricoverato in ospedale, soprattutto tra i bambini con meno di 5 anni (23%). Tre pazienti sono deceduti.

IL SALTO DI CONFINE

Ma la malattia, una delle più contagiose al mondo, non conosce confini e infatti dopo essere apparsa in autunno nella provincia canadese dell’Ontario, a gennaio in Texas e nel Nuovo Messico, da metà febbraio si è rapidamente diffusa nello Stato messicano di Chihuahua, dove in circa tre mesi ha raggiunto i 786 casi.

“Questi focolai – precisa AP – si sono verificati in aree con una notevole popolazione di alcune comunità cristiane mennonite che si sono spostate per generazioni dal Canada al Messico fino a Seminole, in Texas. I funzionari sanitari di Chihuahua fanno risalire il primo caso a un bambino mennonita di 8 anni che ha visitato la famiglia a Seminole, si è ammalato e ha diffuso il virus a scuola. I funzionari dell’Ontario affermano che l’epidemia è iniziata durante un grande raduno nel New Brunswick che ha coinvolto queste comunità”.

L’insegnamento mennonita non proibisce esplicitamente la vaccinazione, tuttavia i contatti con le autorità sanitarie pubbliche per alcuni membri della comunità potrebbero essere limitati a causa della lingua o del loro grado di integrazione nella società, il che porta a tassi di vaccinazione più bassi.

DAL CANADA ALL’ARGENTINA

L’America in generale risulta particolarmente colpita dal ritorno del morbillo. Un recente report dell’Oms sottolinea infatti che l’attività della malattia nella regione delle Americhe è aumentata di undici volte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e che il livello di rischio è “alto” rispetto al livello “moderato” del resto del mondo.

I casi di morbillo sono stati confermati in sei Paesi della regione – Argentina, Belize, Brasile, Canada, Stati Uniti e Messico – e le indagini sulla diffusione della malattia richiedono molto lavoro e denaro. Secondo il dottor David Sugerman, scienziato dei Cdc, la risposta a ogni caso di morbillo negli Stati Uniti costa dai 30.000 ai 50.000 dollari.

BOOM DI CASI ANCHE IN ASIA

Ma anche l’Asia non può dirsi al sicuro. La Corea del Sud ha registrato il più alto numero di casi di morbillo degli ultimi sei anni e pure in Thailandia e Vietnam cresce l’allarme per i focolai.

L’Agenzia coreana per il controllo e la prevenzione delle malattie, come riportato dal Guardian, ha dichiarato questa settimana che il Paese ha confermato 52 casi quest’anno, superando i 49 registrati per l’intero 2024. Si tratta della cifra più alta dal 2019, quando sono stati registrati 194 casi. L’epidemia è stata attribuita a viaggiatori non vaccinati provenienti dall’estero, per lo più dal Vietnam.

Il ministero della Sanità vietnamita ha riferito di circa 40.000 casi sospetti di morbillo e 5 decessi già quest’anno, spingendo ad accelerare la vaccinazione dei bambini. Inoltre, secondo i dati dell’Oms citati dal Guardian, la Thailandia ha registrato 7.507 casi nel 2024, rispetto ai soli 38 del 2023.

NEMMENO L’EUROPA È IMMUNE

Così come l’Asia anche l’Europa non è immune al morbillo e, in linea con quanto si sta verificando altrove, anche qui si registra un aumento dei casi. L’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), nel suo report annuale, afferma infatti che, nel 2024, nei Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo (Ue/See) si sono verificati 35.212 casi di morbillo, un aumento di quasi dieci volte rispetto ai 3.973 casi segnalati nel 2023. I decessi sono stati 23, 14 dei quali in bambini con meno di 5 anni.

Spicca tra i Paesi più colpiti la Romania, dove si è concentrato oltre l’85% dei casi osservati nell’Ue (30.692) e qui si è registrato anche il numero maggiore di decessi: 22 dei 23 totali.

Subito dopo, con 1.057 casi, c’è l’Italia, il secondo Paese per numero assoluto di contagi, con una crescita di oltre 20 volte rispetto al 2023 quando erano state contate 44 infezioni. Seguono la Germania (638 casi), l’Austria (542) e il Belgio (527).

Quasi l’80% delle persone che ha contratto l’infezione ha avuto bisogno del ricovero e una quota consistente di questi (24.239) è andata incontro a complicanze di diversa gravità. Inoltre, l’87% delle persone che ha contatto l’infezione non era vaccinata e l’8% era vaccinata con una sola dose. Solo Ungheria, Malta e Portogallo hanno una copertura del 95% o più per entrambe le dosi di vaccino.

COSA DICONO GLI ESPERTI

“Viviamo in un mondo post-immunità di gregge. Credo che l’epidemia di morbillo lo dimostri”, ha dichiarato il dottor Paul Offit, esperto di malattie infettive e immunologia e direttore del Vaccine Education Center del Children’s Hospital di Philadelphia, commentando la situazione negli Stati Uniti. “Il morbillo, essendo la più contagiosa tra le malattie prevenibili da vaccino, la più contagiosa tra le malattie umane, è la prima a tornare”, ha aggiunto.

Gli immunologi, secondo il Guardian, temono che il tasso di infezione di queste malattie non potrà che aumentare con la diffusione da parte del segretario alla Sanità degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., di affermazioni fuorvianti sui vaccini e sulle malattie prevenibili da vaccino, minando la fiducia del pubblico, minacciando di rendere alcuni vaccini meno accessibili, indebolendo le infrastrutture della sanità pubblica e allontanando dal dipartimento i principali esperti di vaccini.

Altri esperti mettono poi in guardia dal ritorno anche di altre malattie prevenibili come la pertosse che, sempre negli Stati Uniti, nel 2024 ha provocato 35.435 casi contro i 7.063 del 2023. “Poiché molti adulti non si vaccinano, la pertosse sarà una delle prime malattie prevenibili da vaccino che vedremo in quella popolazione”, ha detto Amy Edwards, professoressa di pediatria presso la Case Western Reserve University School of Medicine, la quale ha aggiunto che “altre malattie prevenibili con il vaccino seguiranno se non ci anticipiamo e non vacciniamo i nostri bambini”. Tra queste, varicella, difterite, tetano, pneumococco, Haemophilus influenzae di tipo b e poliomielite.

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