A fine marzo era suonato il primo campanello d’allarme ma ora la questione potrebbe essere più seria. L’azienda giapponese Kobayashi Pharmaceutical un paio di mesi fa aveva infatti riferito di 5 decessi probabilmente legati ai suoi integratori alimentari anti-colesterolo a base di lievito di riso rosso. Adesso si indaga di altri 76 decessi sospetti.
I PRIMI CASI
Tutto era iniziato a fine marzo quando Kobayashi Pharma aveva ordinato di ritirare tre integratori alimentari contenenti lievito di riso rosso (beni koji), in seguito a due decessi a essi collegati.
Il governo aveva inoltre dichiarato che più di 100 persone erano state ricoverate in ospedale dopo aver assunto gli integratori commercializzati per aiutare a ridurre i livelli di colesterolo e i casi di morte sospetti erano saliti a 5.
L’azienda farmaceutica con sede a Osaka ha quindi iniziato a indagare su un sospetto legame tra i prodotti e i loro effetti sui reni e i funzionari della sanità giapponese hanno perquisito alcune sue fabbriche. Il 27 marzo, il prezzo delle azioni della società era sceso di quasi il 20%.
MUFFE SOSPETTE
L’attenzione di Kobayashi Pharma, in seguito ad alcune segnalazioni di disturbi renali, si è quindi concentrata sul beni koji, un estratto di riso rosso che viene poi fermentato con il lievito Monascus purpureus, una muffa rossa utilizzata per più di un millennio per produrre vino di riso rosso ma anche come colorante in alcuni alimenti. E dato che questo ingrediente produce statine, utili a ridurre il colesterolo, è stato commercializzato come integratore alimentare.
Per precauzione, Kobayashi ha invitato 52 produttori a richiamare un’ampia gamma di prodotti, tra cui tofu e miso, in cui era contenuto il beni koji fornito dall’azienda e ha poi dichiarato di aver riscontrato la presenza di acido puberulico potenzialmente tossico nel beni koji prodotto nello stabilimento di Osaka.
ANCHE CINA E COREA DEL SUD IN ALLARME
Ma la preoccupazione si è allargata a macchia d’olio perché l’azienda esporta i suoi prodotti anche in altri Paesi. I media giapponesi, riferiva il 1° aprile Reuters, hanno riportato un caso di insufficienza renale acuta a Taiwan e l’amministrazione alimentare e farmaceutica dell’isola stava indagando su tre “reazioni sanitarie inattese” sospettate di essere collegate a materiali importati da Kobayashi.
Anche la Corea del Sud ha avvertito i suoi cittadini sui possibili rischi collegati agli integratori e non solo, pubblicando un elenco di 182 prodotti giapponesi richiamati, realizzati da Kobayashi e da altre aziende, che contengono beni koji. Oltre a invitare i consumatori a non acquistarli online, il Paese ha dichiarato che le autorità avrebbero smaltito o restituito le spedizioni.
NUOVI CASI
Oggi il Nikkei Asia fa sapere che il ministero della Salute giapponese è stato informato da Kobayashi di altri 76 decessi che potrebbero essere collegati al suo integratore anti-colesterolo a base di lievito di riso rosso.
Il ministero, stando alla testata nipponica, ha chiesto all’azienda di formulare e presentare entro domani un piano per indagare sui nuovi casi sospetti. Inoltre, riferendosi al grande balzo del numero di casi, il ministro della Salute, Keizo Takemi, ha dichiarato che è “estremamente deplorevole” che Kobayashi non abbia scelto di riferire alle autorità il numero aggiornato di morti sospette da marzo.
LE CONSEGUENZE ECONOMICHE
Le azioni della società, scrive oggi Bloomberg, sono scese del 7% dopo che il quotidiano Nikkei ha riportato le preoccupazioni del ministro della Salute giapponese. L’azienda ha poi confermato la notizia, affermando che i decessi erano ancora in fase di indagine dopo aver ricevuto 1.656 richieste da parte di consumatori che si erano recati presso strutture mediche.
Kobayashi, sempre secondo la testata economica, ha promesso di risarcire i clienti che hanno riportato problemi di salute in seguito all’uso di un prodotto a base di lievito rosso, compresi i costi delle cure mediche, e prevede di dover sostenere un onere straordinario di 3,8 miliardi di yen a causa del problema.