AstraZeneca ha firmato un accordo da 555 milioni di dollari con Algen Biotechnologies, una startup biotech con sede a San Francisco specializzata nell’uso dell’intelligenza artificiale applicata alla scoperta di nuovi farmaci.
TECNOLOGIA CRISPR E ORIGINI ACCADEMICHE
Grazie all’intesa, riferisce il Financial Times, AstraZeneca ottiene in particolare i diritti esclusivi per sviluppare e commercializzare terapie basate sulla tecnologia di editing genetico Crispr, ovvero una tecnica di ingegneria genetica che permette di apportare modifiche precise al Dna genomico di un organismo, consentendo la correzione di errori genetici e la cura di malattie.
IL PREMIO NOBEL DIETRO ALGEN
Algen Biotechnologies nasce dai laboratori dell’Università di Berkeley, dove la scienziata Jennifer Doudna – premio Nobel, insieme a Emmanuelle Charpentier, per la Chimica nel 2020 – ha contribuito allo sviluppo della tecnica Crispr/Cas9. Doudna, oggi, è tra i consulenti scientifici dell’azienda.
INVESTIMENTI E OBIETTIVI ECONOMICI
L’accordo prevede che Algen possa ricevere fino a 555 milioni di dollari al raggiungimento di specifici obiettivi normativi e commerciali. AstraZeneca, però, non acquisirà quote azionarie nella startup. In precedenza, Algen aveva già raccolto 11 milioni di dollari in finanziamenti e ottenuto un contributo da 350.000 dollari dal National Institutes of Health per la ricerca sul cancro.
L’IA NEL MONDO PHARMA TRA OPPORTUNITÀ E SCETTICISMO
L’intelligenza artificiale è spesso presentata come una rivoluzione per il settore farmaceutico, in grado di accelerare la scoperta di farmaci e ridurre i costi. Tuttavia, i risultati concreti sono ancora limitati, scrive il Ft: pochissimi farmaci scoperti tramite IA sono arrivati alle fasi avanzate dei trial clinici, e nessuno ha ancora ricevuto l’approvazione definitiva. Il crescente entusiasmo per l’IA, inoltre, viene visto da alcuni analisti come una possibile “bolla” finanziaria.
UNA STRATEGIA CAUTA MA AMBIZIOSA
Jim Weatherall, chief data scientist di AstraZeneca, ha riconosciuto il clima di forte aspettativa intorno all’IA: “Siamo sicuramente in una fase di hype, ma cerchiamo di introdurre l’IA in modo misurato, come uno strumento a supporto dei nostri scienziati”. Weatherall sottolinea che, pur non essendo una “bacchetta magica”, l’intelligenza artificiale ha un potenziale enorme, che va sfruttato senza eccessi né sottovalutazioni.
PRECEDENTI E PARTNERSHIP TECNOLOGICHE
Le collaborazioni tra big pharma e aziende tech sono sempre più frequenti. Nel 2023, per esempio, Roche ha annunciato una partnership con Nvidia per potenziare la ricerca farmacologica. AstraZeneca collabora già dal 2019 con BenevolentAI per lo studio di malattie polmonari e renali. Tuttavia, il percorso non è privo di ostacoli: BenevolentAI ha visto le proprie azioni crollare di oltre il 99% prima di uscire dal mercato azionario nel marzo scorso ma AstraZeneca ha comunque confermato che la collaborazione resta attiva.
L’APPROCCIO INTEGRATO DI ALGEN TRA IA E GENETICA
Algen si concentrerà sullo sviluppo di terapie per malattie del sistema immunitario. L’approccio dell’azienda combina algoritmi di intelligenza artificiale con la tecnologia Crispr non solo per analizzare i dati, ma per generare soluzioni terapeutiche innovative. “Non ci limitiamo a usare l’IA per l’analisi, la integriamo con l’editing genetico per creare nuove strategie di trattamento”, ha spiegato Chun-Hao Huang, co-fondatore di Algen.
LE SFIDE DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA
Attualmente, circa il 90% dei nuovi farmaci fallisce durante la fase di sperimentazione clinica. Secondo Alex Zhavoronkov, Ceo della società di IA per la scoperta farmaceutica Insilico, per ottenere risultati concreti le aziende farmaceutiche devono migliorare la valutazione comparativa tra metodi tradizionali e strumenti basati su intelligenza artificiale.