skip to Main Content

Germania

Nuove zone rosse: quali sono i 21 indicatori che decretano le pagelle delle regioni?

Il governo ha deciso di ridefinire la mappa cromatica dell’Italia modificando il colore di cinque Regioni. L'approfondimento sui 21 indicatori della discordia

Il governo ha deciso di ridefinire la mappa cromatica dell’Italia modificando il colore di cinque Regioni.

Emilia-Romagna, Friuli e Marche diventano zone arancioni, aggiungendosi ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. Il Veneto, in bilico fino all’ultimo al momento resta per il momento in zona gialla. Toscana e Campania, invece, diventano rosse ed entrano nella zona a massimo rischio insieme a Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta. Tali disposizioni entreranno in vigore da domenica 15 novembre 2020.

La Campania con un solo passo ha saltato due gradini spostandosi dall’insieme delle Regioni gialle alla zona rossa scatenando le ire del Governatore Vincenzo De Luca che ha tuonato contro il Governo nazionale. A far prendere questa decisione al Ministro della Salute è stato l’ultimo report con i dati dei 21 indicatori aggiornati all’11 novembre 2020.

Cosa sono i 21 indicatori

Il 30 aprile 2020, quando l’Italia stava uscendo dalla fase più acuta della prima ondata della pandemia, il Ministero della Salute vara il decreto che stabilisce i 21 indicatori, 16 obbligatori e 5 opzionali, per stabilire l’andamento dell’epidemia. Dalla settimana successiva, 4-10 maggio 2020, il Ministero della Salute, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni e le Province Autonome, sulla base dei 21 indicatori, produce report nazionali e regionali con i quali viene censita l’evoluzione dell’epidemia nel Paese e nelle Regioni, rilevando ogni cambio passo nella diffusione del virus.

Le tre variabili per le regioni

Gli indicatori del Ministero della Salute consentono di verificare tre aspetti di interesse per la valutazione del rischio: la capacità di monitoraggio, la capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti, la stabilità di trasmissione e la tenuta dei servizi sanitari.

I dati raccolti, ognuno dei quali ha una soglia di allerta, sono analizzati attraverso due algoritmi, uno per la probabilità ed uno per l’impatto, da queste analisi viene calcolato il livello di rischio per ciascuna Regione e per il territorio nazionale nel suo complesso.

Cosa fa spostare una regione da un livello di rischio ad un altro

Per definire le tre variabili fondamentali per lo studio della pandemia occorrono molteplici indicatori, ognuno dei quali, come detto, ha un suo proprio livello di allerta. Se per più indicatori una Regione supera il livello di allerta questa deve essere spostata nel livello di rischio immediatamente e, dunque, cambiare colore.

Quali sono i 21 indicatori

I 21 indicatori, individuati dal decreto del Ministero della Salute e inseriti nell’allegato 10 del dpcm del 26 aprile 2020, sono divisi per tipologia di variabile analizzata.

Capacità di monitoraggio

  1. Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  2. Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  3. Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  4. Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  5. Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).
  6. Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

Capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti

  1. Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
  2. Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.
  3. Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).
  4. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.
  5. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
  6. Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata ima regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

Stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari

  1. Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
  2. Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
  3. Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).
  4. Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.
  5. Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
  6. Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.
  7. Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).
  8. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva per pazienti COVID-19.
  9. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

Back To Top