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Pfas

Nell’acqua della Lombardia ci sono davvero i Pfas? E cosa sono?

Negli acquedotti lombardi un cocktail di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute? Greenpeace ha ottenuto i risultati di analisi fatte dai gestori e dalle autorità sanitarie. Ecco cosa dicono gli studi di Arpa

Secondo Greenpeace Italia nelle acque lombarde destinate al consumo umano sono rinvenibili presenticomposti poli e perfluoroalchilici, sostanze chimiche artificiali, altamente persistenti e associate a numerosi problemi per la salute, tra cui alcune forme tumorali. Sono i risultati di una indagine che ha raccolto i risultati di 4 mila campioni analizzati dagli enti preposti tra il 2018 e il 2022 e che dimostra che circa il 19% del totale (pari a 738 campioni) è risultato positivo alla presenza di PFAS. Qui l’elenco dei Comuni interessati.

COSA SONO I PFAS?

I PFAS, spiegano dall’Arpav, l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente del Veneto, sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa.

Le loro proprietà e caratteristiche chimiche hanno però conseguenze negative sull’ambiente e a causa della loro persistenza e mobilità, questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative negli ecosistemi e negli organismi viventi. Ecco perché non è una buona notizia rinvenirne particelle negli acquedotti.

GLI STUDI DI ARPA IN LOMBARDIA

Il 9 novembre 2022 è stato pubblicato sul sito di Arpa Lombardia il rapporto sulle attività di monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) svolte dall’Agenzia nel 2020-2021. Si tratta, si legge nei materiali correlati, del proseguimento del monitoraggio iniziato nel 2018 e finalizzato a determinare lo stato di fatto e l’evoluzione temporale della presenza di PFAS nei corpi idrici superficiali e sotterranei della nostra regione. Allo stesso tempo, il report introduce un primo quadro conoscitivo sulla presenza di queste sostanze negli scarichi degli impianti di trattamento acque reflue, per valutarne le potenziali fonti di pressione e i conseguenti impatti sui corpi idrici fluviali.

CHI PRODUCE PFAS IN ITALIA?

Premesso che non sono presenti impianti di produzione PFAS in Lombardia e che l’unica produzione in territorio italiano che risulta essere ancora attiva è presso l’impianto Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria), spiegano da Arpa, le valutazioni condotte indicano un elevata diffusione dell’utilizzo di tali sostanze, tale da rendere pressoché impossibile il tracciamento di tutte le fonti di rilascio.

DOVE SONO PRESENTI?

I PFAS sono presenti in diversi prodotti usati nei cicli industriali, frequentemente in concentrazioni tali da non rendere nemmeno necessaria la loro indicazione nella scheda di sicurezza o scheda tecnica. Pertanto, spiegano da Arpa, non è sempre possibile attribuire a specifiche fonti la presenza degli stessi negli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane. A partire dal 2019 si è cercato di focalizzare l’attenzione sulle fonti di rilascio ritenute più significative: gli impianti di trattamento di percolato da discarica e altri rifiuti liquidi.

LA FOTOGRAFIA LOMBARDA

In Lombardia gli impianti di trattamento di rifiuti liquidi dotati di autorizzazione integrata ambientale sono 22. È stato quindi deciso di accompagnare le verifiche ispettive ordinarie già programmate, con il campionamento e l’analisi di percolati e dei piezometri più significativi della rete di monitoraggio delle discariche. I campionamenti effettuati hanno mostrato la presenza di PFAS nei percolati da discarica (RSU, speciali e, anche se in quantità decisamente più contenute, inerti) in concentrazioni variabili ma sicuramente significative (comprese tra qualche centinaio e qualche centinaio di migliaia di ng/l).

Appare più contenuta e non riferita alla presenza di PFOS e PFOA la contaminazione dei piezometri. Vale la pena di ricordare come la recente normativa europea in materia di impianti di trattamento rifiuti (Decisione di esecuzione (UE) 2018/1147 della Commissione del 10 agosto 2018 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) per il trattamento dei rifiuti, ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio [notificata con il numero C(2018) 5070]) impone il solo monitoraggio di PFOS e PFOA negli scarichi degli impianti di trattamento rifiuti.

La normativa regionale (DGR 3398 del 20/7/2020) ha ampliato il numero di PFAS da ricercare a 12. L’obbligo del monitoraggio decorre dalla data di adeguamento prevista nei provvedimenti autorizzativi di riesame e, in ogni caso, non oltre il termine previsto dalla Decisione (agosto 2022).

Per quanto riguarda le acque reflue da depurazione, il Rapporto “Inquinanti emergenti – Quadro delle conoscenze sulla presenza, le tecnologie di contenimento e lo stato della ricerca su microinquinanti e microplastiche nei comparti acquatici lombardi”, elaborato nel 2020 dal Gruppo di lavoro sui MIE (microcontaminanti emergenti)8 nato all’interno del Lombardy Energy Cleantech Cluster (LE2C), e a cui ha partecipato anche ARPA Lombardia, comprende anche un capitolo sulla presenza dei PFAS nei reflui da depurazione: l’analisi ha interessato 17 campioni prelevati da depuratori con capacità di trattamento autorizzata > 50.000 abitanti equivalenti e, pur non essendo state riscontrate concentrazioni di rilievo, la proposta del gruppo di lavoro è quella di continuare ad approfondire lo studio sui reflui urbani sia nel caso dei PFAS ma anche, ad esempio, residui di farmaci.

L’INDAGINE SULLE ACQUE REFLUE

Arpa Lombardia ha avviato nel 2021 un’indagine ad hoc sugli scarichi dei depuratori di acque reflue urbane, prevedendo l’effettuazione di due campagne di monitoraggio in 25 impianti selezionati secondo un criterio di uniforme distribuzione sul territorio regionale nonché in base alla potenzialità di trattamento e alla presenza di distretti industriali nei bacini afferenti agli impianti.

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