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Panchine Inclusive

L’integrazione passa anche dai piccoli gesti

Nel giardino della villa comunale di Nardò, in provincia di Lecce, arrivano le panchine inclusive per implementare l’integrazione sociale promossa dall’associazione Agorà. L'intervento di suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche

 

Nel giardino della villa comunale di Nardò arrivano le nuove panchine inclusive. Dopo Galatone nuova iniziativa volta a implementare l’integrazione sociale promossa dall’associazione Agorà. Le nuove installazioni andranno ad aggiungersi alla panchina già presente su via XX Settembre inaugurata lo scorso anno.

Vi aspettiamo numerosi oggi, 5 ottobre, alle 18 presso il giardino botanico di via Lata a Nardò, più comunemente conosciuta come “villa comunale.

Ringrazio innanzitutto per l’invito a partecipare a questo bell’evento che, ancora una volta, mi rende ancora più orgogliosa di essere nata a Nardò, in quel Sud a proposito del quale troppo spesso si parla solo per sottolinearne i problemi e le fragilità strutturali. Invece, iniziative come quella di oggi mostrano tutta la vivacità dello spirito e della cultura, unitamente al desiderio di affrontare in modo originale e, oserei dire, artistico il problema dell’integrazione e delle pari opportunità.

Come sapete, tutto ciò che riguarda il tema della scuola mi interessa e mi appassiona, ormai da vent’anni e, tra i tanti temi legati al mondo della scuola, quello della integrazione dei disabili e delle diverse fragilità mi sta particolarmente a cuore.

Il problema della mancanza dei docenti di sostegno, a volte di un supporto dal territorio per le famiglie degli studenti in difficoltà, è stato più volte affrontato. Certamente anche questo tema sarebbe, permettetemi l’espressione, risolto se la scuola italiana fosse veramente libera, ossia se ai genitori fosse finalmente riconosciuto, nei fatti perché sulla carta lo è già, il loro diritto alla libertà di scelta educativa nei confronti dei figli.

Infatti, attraverso l’introduzione del costo standard, ossia di una quota da assegnare alle famiglie per l’istruzione dei figli e spendibile in una scuola pubblica statale o paritaria, si libererebbero, togliendole dai rivoli della burocrazia, enormi risorse da destinare alla cura dei fragili, disabili in primis. Ora, invece, troppo spesso capita che il disabile non abbia il docente di sostegno o che non possa avvalersi di tutti quegli ausili ai quali avrebbe diritto.

Eventi come quello di oggi danno, pertanto, un respiro ben diverso e contribuiscono a riportare all’attenzione un tema tanto importante, ossia quello della integrazione a larga scala. Che sia il portatore di handicap, il profugo afghano o l’esule ucraino, ancora lo studente in condizioni economiche svantaggiate, occorre sempre spendersi per creare le condizioni migliori perché ognuno raggiunga la propria posizione nella società.

Non è cosa certamente facile, però occorre partire dalle piccole cose: oggi le panchine, domani il sostegno per tutti.

Complimenti, dunque, a quanti hanno contribuito a realizzare il progetto, all’artista che ha progettato le panchine, al sindaco e alla giunta comunale, tutte le autorità presenti: a loro il mio invito e la mia preghiera perché proseguano con altre iniziative simili per andare ad affrontare tutte le diverse fragilità.

Grazie di cuore a tutti e al prossimo evento!

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