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Allevamenti In Gabbia

L’Ue bandirà gli allevamenti in gabbia di polli e galline?

Porre fine agli allevamenti in gabbia, alla pratica della mutilazione e alla restrizione alimentare sono le raccomandazioni che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha dato per indirizzare la revisione della legislazione europea in materia di benessere degli animali, su cui si dovrà pronunciare la Commissione europea. Tutti i dettagli

 

Stop agli allevamenti in gabbia, ma anche a mutilazioni e restrizioni alimentari per polli e galline. Sono le raccomandazioni comunicate ieri dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che era stata interrogata dalla Commissione europea in tema di benessere animale nell’ambito della strategia Farm to Fork.

Fondamentale anche l’iniziativa popolare “End the Cage Age” (Basta animali in gabbia), che in Europa ha raccolto più di un milione e mezzo di firme consegnate, il 30 ottobre scorso, alla commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides.

LA VALUTAZIONE DELL’EFSA

“Per migliorare il benessere dei polli da carne e delle galline ovaiole d’allevamento, gli scienziati dell’Efsa raccomandano di evitare la pratica della mutilazione, la restrizione alimentare e l’uso di gabbie”, si legge sul sito dell’Autorità, che ha rilasciato due pareri scientifici riguardanti l’intero ciclo produttivo, dall’allevamento e dalla crescita dei giovani volatili all’allevamento di polli da carne e galline ovaiole.

A seguito di una valutazione dei sistemi di allevamento utilizzati nell’Unione europea per i polli da carne e le galline ovaiole, gli esperti hanno individuato i pericoli a cui sono esposti i volatili e le relative conseguenze per il loro benessere, proponendo soluzioni di intervento.

LE RACCOMANDAZIONI

Le raccomandazioni dell’Efsa esprimono consigli sullo spazio, la densità degli animali, l’illuminazione, la polvere, il rumore, i rifiuti e strutture come le piattaforme sopraelevate.

In particolare, secondo quanto riferito dal Sole24Ore, l’Efsa ritiene che “la densità massima di allevamento dovrebbe essere di 11 kg per metro quadrato, contro i 33 permessi dalla normativa attuale, che possono salire fino a 42 con le deroghe”. E “per le galline ovaiole viene suggerita invece una densità massima di 4 animali per metro quadrato, contro gli attuali 9”.

I pareri forniscono una base scientifica per la revisione della legislazione europea in materia di benessere degli animali, per cui è attesa una proposta legislativa della Commissione entro la seconda metà del 2023.

L’Efsa si era già pronunciata lo scorso agosto con un parere scientifico sul benessere dei suini d’allevamento e con altri cinque pareri sul benessere degli animali d’allevamento durante il trasporto, mentre sono in dirittura di arrivo le valutazioni sul benessere dei vitelli da allevamento, dei bovini da latte, delle anatre, delle oche e delle quaglie.

I DATI SUGLI ALLEVAMENTI IN GABBIA

In Europa, scrive il manifesto, “sono ancora 300 milioni gli animali da reddito in gabbia, oltre ai pesci in acquacoltura […] Circa 200 milioni sono galline ovaiole (fonte: Ismea) e i restanti 100 milioni sono scrofe, anatre, oche, quaglie, conigli, e vitelli”.

In Italia “le gabbie rinchiudono circa 38 milioni di animali; fra i grandi paesi fanno peggio di noi Francia e Spagna; meglio la Germania. Nell’Ue, 8 milioni di mother pigs (le scrofe) passano buona parte della loro vita confinate in box di gestazione e poi di allattamento”.

Citando un dossier della Lega Anti Vivisezione (Lav), il quotidiano ricorda infine che “nel nostro paese, che produce 772.000 tonnellate di uova all’anno, 16 milioni di galline ovaiole in Italia, il 36% del totale, vivono ancora nelle gabbie arricchite che presentano molte illegalità e non assicurano affatto un livello seppur minimo di benessere”.

L’APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE ESSERE ANIMALI AL GOVERNO

“In Italia – ha detto al Sole24Ore Chiara Caprio, responsabile delle relazioni istituzionali di Essere Animali – è fondamentale che il Governo supporti una revisione in linea con i pareri scientifici più attuali, in particolare appoggiando l’introduzione di norme a protezione delle specie ancora scoperte, come i pesci, e accompagnando finanziariamente la transizione delle aziende verso la dismissione delle gabbie. È fondamentale che i pareri scientifici come quelli dell’Efsa siano anche integrati nella stesura in corso dei disciplinari di certificazione del benessere animale (Sqnba)”.

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