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Test Livello Anticorpi

Le ultime scoperte nella lotta al leiomiosarcoma

Un team internazionale di ricercatori guidato dall’Università di Udine offre una nuova speranza alle persone colpite dal leiomiosarcoma, il tumore dei tessuti muscolari lisci. Tutti i dettagli

 

Importanti progressi nella lotta al leiomiosarcoma, il tumore dei tessuti muscolari lisci. A dare l’annuncio un team italiano e internazionale che, oltre ad aver identificato alcuni geni che potrebbero consentire una migliore diagnosi, ha scoperto un nuovo principio attivo efficace contro questo tipo di tumore.

Dietro lo studio ci sono un gruppo di ricercatori guidati dall’Università di Udine, insieme a un team internazionale di cui fa parte anche l’Eurac Research di Bolzano. Alla ricerca hanno inoltre partecipato anche ricercatori dell’Università di Darmstadt, dell’Università La Sapienza di Roma, di quella di Padova, dell’Università Ca’ Foscari e dell’European Center for Living Technology di Venezia.

COS’È IL LEIOMIOSARCOMA

Il leiomiosarcoma è un tumore raro, maligno e molto aggressivo che ha origine nel tessuto muscolare liscio e si diffonde rapidamente attraverso i vasi sanguigni.

LE CURE

Questo tipo di tumore, tuttavia, non risponde adeguatamente né alla radioterapia né alla chemioterapia e per questo solitamente viene rimosso chirurgicamente. Se non individuato precocemente tende a ripresentarsi dopo l’operazione.

LA MOLECOLA NKL54

A tal proposito un gruppo di ricerca internazionale ha pubblicato uno studio con risultati promettenti sulla rivista Nucleic Acids Research.

Il team ha testato una serie di composti chimici che riprogrammano l’epigenoma, ovvero agiscono sulle modifiche non permanenti del Dna, cambiando l’espressione dei geni ma non la sequenza.

Tra questi composti c’è una piccola molecola chiamata NKL54 che ha dimostrato di essere particolarmente efficace nell’inibire la crescita cellulare nel leiomiosarcoma. Infatti, la molecola NKL54, grazie alla sua azione sull’epigenoma, riprogramma le cellule in modo che i geni disattivati nel tumore riprendano a funzionare.

“Potendo esplorare gli effetti epigenetici di NKL54, abbiamo ottenuto importanti informazioni che possono consentire di sviluppare delle molecole con attività anti-tumorale ancora più potente e quindi avvicinarsi ancora di più a nuove applicazioni nella clinica”, ha detto Claudio Brancolini, responsabile dello studio dell’Università di Udine.

IL SEQUENZIAMENTO E L’ANALISI DEI DATI

Intanto, il team bioinformatico di di Eurac Research ha svolto l’analisi dei dati generati con metodi di sequenziamento di nuova generazione del Dna, permettendo dunque di capire come le diverse molecole, in particolare la NKL54, potessero modificare l’espressione dei geni nelle cellule tumorali agendo sull’epigenoma.

Il team ha inoltre confrontato i dati ottenuti con quelli presenti in altri database internazionali e ha identificato alcuni geni che, quando attivi nei soggetti con leiomiosarcoma, indicano che queste persone hanno un periodo di vita significativamente prolungato.

I COMMENTI DEGLI AUTORI DELLE SCOPERTE

“Questo risultato parziale dello studio è potenzialmente molto interessante”, ha dichiarato, secondo quanto riportato da Agi, il bioinformatico Christian Weichenberger dell’Istituto di Biomedicina di Eurac Research. “Fornisce la base per studi di follow-up su terapie farmacologiche efficaci per questo tipo aggressivo di cancro”, ha aggiunto la collega Emanuela Kerschbamer.

E, infine, Brancolini ha ricordato l’importanza della cooperazione tra studiosi di differenti nazionalità: “Grazie al progetto europeo Interreg, abbiamo potuto svolgere questo studio riunendo diverse competenze da diversi luoghi e Paesi”.

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