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Giornata mondiale cancro

La Giornata mondiale contro il cancro per eliminare le disuguaglianze

La pandemia sta pesantemente gravando sul ritardo nelle diagnosi e nelle cure dei pazienti oncologi. Ecco perché nella Giornata mondiale contro il cancro è importante ricordare non solo i progressi ma anche quanto ancora rimane da fare. Le parole del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, e i dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica

 

Ricorre oggi la Giornata mondiale contro il cancro (World Cancer Day) che fu istituita nel 2000 per aumentare la consapevolezza e le azioni nella lotta contro i tumori. Viene promossa dalla Union for International Cancer Control (UICC) e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Quest’anno lo slogan scelto per la giornata è “Close the care gap”, ovvero eliminare la disparità e le disuguaglianze nell’ambito delle cure. L’obiettivo principale è quello di unificare gli sforzi comuni, per ridurre l’impatto che la malattia ha sulle vite delle persone.

Sull’importanza della prevenzione nella lotta contro il cancro il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha detto: “È particolarmente strategico investire nella prevenzione e nella ricerca, supportando la comunità scientifica nella lotta contro il cancro”.

COSA HA DETTO SCACCABAROZZI

“Sono oltre 1.300 i progetti in sviluppo nel mondo nel settore oncologico”, ha affermato in occasione del World Cancer Day il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.

“L’oncologia è la prima area di ricerca a livello globale, con una pipeline indirizzata a più di 40 tipologie di tumore e con terapie sempre più mirate e personalizzate. E anche in Italia è al primo posto per numero di sperimentazioni cliniche autorizzate. Infatti, – ha spiegato il numero uno di Farmindustria – secondo gli ultimi dati Aifa, i trial nell’area ‘neoplasie’ nel 2019 sono stati 268 (il 40% del totale). Risultati importanti che testimoniano da una parte il grande sforzo delle imprese del farmaco, dall’altra la presenza di un ecosistema di ricerca – dai centri clinici alle Università – di assoluto valore”.

“Puntare sulle Life Sciences e su un rodato e collaborativo network pubblico-privato – ha concluso Scaccabarozzi – può rappresentare una carta vincente per dare il giusto peso a un settore strategico come quello della salute. E servirà anche ad attrarre sempre nuovi investimenti, considerando che tra il 2020 e il 2026 saranno spesi in R&S nel mondo 1.600 miliardi di dollari”.

Di questi 1.600 miliardi di dollari, fa sapere Farmindustria, l’80% sarà destinato a un network tra soggetti diverse (imprese, enti pubblici, start up, parchi scientifici, centri clinici).

IL PESO DELLA PANDEMIA

Secondo gli esperti l’aumento di casi gravi di cancro è stato favorito anche dai ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati durante i lunghi mesi della pandemia. Gli oncologi, infatti, ha sottolineato un aumento dei casi di tumore in fase avanzata, il che li rende più difficili da curare.

L’appello è quello di intervenire immediatamente con un Recovery Plan specifico per l’oncologia mirato a colmare i ritardi nell’assistenza perché “senza un’adeguata programmazione, con assegnazione di risorse e personale, le oncologie non saranno in grado di affrontare l’ondata di casi in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni”.

Il presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), Saverio Cinieri, ha detto: “Le neoplasie, non rilevate nel 2020 ora stanno venendo alla luce, ma in stadi più avanzati e con prognosi peggiori rispetto al periodo precedente la pandemia. Inoltre, queste patologie presentano anche un carico tumorale maggiore, cioè metastasi diffuse, con quadri clinici che non vedevamo da tempo”.

“La nuova ondata della pandemia causata dalla variante Omicron sta mettendo in crisi la gestione dei reparti di oncologia e l’attività chirurgica programmata è stata sospesa o rallentata, poiché le terapie intensive sono occupate da pazienti con Covid”, ha concluso Cinieri.

I NUMERI

Secondo le stime riportate dagli oncologi, nel 2020, le nuove diagnosi di neoplasia si sono ridotte dell’11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13%, gli interventi chirurgici del 18%.

Anche gli screening relativi al tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di due milioni e mezzo di esami.

Parlando di diagnosi mancate ne vengono segnalate oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto, con l’assistenza domiciliare oncologica che è stata disponibile solo per il 68% dei centri specializzati.

In Italia, ogni anno, vengono diagnosticati circa 377 mila nuovi casi di tumore. Tra le buone notizie, si osserva una percentuale di sopravvivenza pari a 5 anni e tra il 2015 e il 2021 è stato inoltre registrato un calo della mortalità per tumore pari al 10% negli uomini e all’8% nelle donne.

QUALI SOLUZIONI?

Aiom in merito a come intervenire ha ha sottolineato come non siano risolutive “iniziative estemporanee come è avvenuto finora, basate sull’apertura e chiusura dei reparti in relazione all’incremento del numero dei contagiati dal Covid”, occorre bensì “una programmazione a medio e lungo termine che implementi l’attività oncologica ospedaliera”.

Intanto, l’Associazione ricorda l’iniziativa del governo di stanziare 1 miliardo di euro per recuperare gli interventi e le visite rinviate. “Ma non basta – ha detto Cinieri – Se non viene definito un Piano di recupero, con un potenziamento vero del personale e delle strutture rischiamo di non riuscire a gestire la prossima epidemia di casi oncologici gravi”.

QUALI PASSI AVANTI SONO STATI FATTI

Farmindustria ha ricordato che per quanto la guerra contro il cancro non sia stata vinta sono stati fatti progressi “unici e inediti nella storia dell’oncologia”. Negli ultimi anni, si è passati, per esempio, dalla caratterizzazione microscopica alla caratterizzazione molecolare dei tumori che permette di “individuare il tallone d’Achille del tumore e di prescrivere la terapia più mirata e personalizzata per quella forma neoplastica”.

Un altro passo avanti è rappresentato dalla biopsia liquida, uno strumento di monitoraggio usato non più solo per il tumore del polmone ma anche per altre neoplasie.

Sul fronte delle terapie, prosegue Farmindustria, “nei numerosi centri clinici di eccellenza presenti nel nostro Paese è presente anche il Molecular Tumor Board (MTB), un team di specialisti che valuta in maniera globale il genoma tumorale e prescrive la giusta terapia al paziente giusto, nel momento giusto, anche al di fuori degli schemi terapeutici tradizionali”.

E infine, attraverso lo screening di nuovi target terapeutici e l’individuazione di biomarcatori predittivi della progressione neoplastica, gruppi di ricerca tentano, inoltre, di ottenere una risposta clinica più duratura nei pazienti, anche con l’immunoterapia.

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