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Kennedy vaccini mrna

Vaccini mRNA, ecco come Kennedy fa la festa a Pfizer, Moderna e Sanofi

Il segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha deciso che non saranno più finanziati 22 progetti di sviluppo di vaccini a mRNA, per un valore complessivo di 500 milioni di dollari. Pfizer, Moderna e Sanofi sono solo alcune delle Big colpite. Fatti, numeri e opinioni su questa tecnologia

 

Il segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha annunciato la cancellazione di 22 progetti di sviluppo di vaccini basati su tecnologia mRNA, per un valore complessivo di 500 milioni di dollari. La decisione, comunicata dal dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), colpisce contratti già avviati e proposte di Big Pharma come Pfizer, Moderna (a cui a maggio aveva già revocato un contratto da quasi 600 milioni di dollari per lo sviluppo di un vaccino contro l’influenza aviaria), Sanofi Pasteur, CSL Seqirus, Emory University e Tiba Biotech.

Secondo Kennedy, dopo una revisione interna e il consulto con esperti dei National Institutes of Health (NIH) e della Food and Drug Administration (FDA), è stato stabilito che la piattaforma mRNA “comporta più rischi che benefici” per virus respiratori come il Covid-19 e l’influenza. In un video pubblicato su X, il segretario ha aggiunto: “Stiamo riallocando quei fondi verso tecnologie più sicure e versatili, come i vaccini a virus intero e nuove piattaforme che rimangono efficaci anche quando i virus mutano”.

UN’OFFENSIVA POLITICA CONTRO L’MRNA

La decisione rappresenta l’ultimo passo di una strategia più ampia, intrapresa da Kennedy da quando ha assunto la guida dell’HHS nel febbraio 2025. Tra le sue azioni più controverse, si contano il licenziamento di tutti i membri del comitato vaccinale dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), lo stop alle raccomandazioni annuali per i vaccini anti-Covid e il ritiro dei fondi statunitensi all’organizzazione internazionale Gavi, accusata dallo stesso Kennedy di usare i vaccini a cellula intera nei Paesi a basso reddito – gli stessi su cui ora vuole dirottare i finanziamenti.

Kennedy, da anni noto per le sue posizioni scettiche in materia vaccinale, ha più volte messo in discussione l’efficacia e la sicurezza dei vaccini a mRNA. Nel suo ultimo video, ha sostenuto (erroneamente) che questi vaccini “non proteggono da infezioni respiratorie” e “favoriscono mutazioni nei virus”: affermazioni smentite da numerosi studi.

IL DIBATTITO TRA GLI ESPERTI

La risposta della comunità scientifica è stata immediata e durissima. Secondo Rick Bright, ex direttore della Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA), l’agenzia Usa che gestisce i progetti biomedici del governo, la scelta rappresenta un “enorme errore strategico” che “mina la capacità degli Stati Uniti di rispondere rapidamente a future pandemie”. Bright ha parlato di “compiacenza pericolosa” e di un arretramento dalle contromisure mediche più promettenti mai sviluppate.

Anche Scott Hensley, immunologo dell’Università della Pennsylvania, ha espresso preoccupazione: “È un brutto giorno per la scienza”. Mentre Mike Osterholm, esperto di salute pubblica dell’Università del Minnesota, ha dichiarato: “Non ho mai visto una decisione più pericolosa in 50 anni di carriera”.

Paul Offit, virologo del Children’s Hospital di Philadelphia e inventore del vaccino contro il rotavirus, ha ricordato che i vaccini a mRNA “hanno certamente salvato milioni di vite” e che bloccare la loro evoluzione ora è “miope”, soprattutto in vista di possibili pandemie influenzali come quella dell’H5N1. Posizione condivisa anche dall’ex funzionario della Fda, Peter Lurie, il quale ha detto che lo sviluppo di questo tipo di vaccini contro il Covid-19 è stato fondamentale per rallentare la pandemia e salvare milioni di vite.

La tesi di Kennedy secondo cui i vaccini a mRNA possono “favorire nuove mutazioni e addirittura prolungare le pandemie, poiché i virus mutano continuamente per sfuggire agli effetti protettivi del vaccino” è stata smentita da esperti che ricordano che i virus mutano indipendentemente dall’esistenza o meno di un vaccino. “Questo è sempre stato vero, ad esempio, per il virus dell’influenza”, ha spiegato Offit, il quale ha aggiunto che sono “straordinariamente sicuri”.

UNA TECNOLOGIA GIÀ COLLAUDATA

Mentre alcuni vaccini usano un virus inattivato per stimolare la risposta immunitaria, i vaccini a mRNA insegnano alle cellule come produrre proteine che attivano il sistema immunitario. Questi ultimi sono entrati per la prima volta in uso durante la pandemia di Covid-19, attraverso i prodotti di Pfizer-BioNTech e Moderna. Diversamente dai vaccini tradizionali, che richiedono anni di sviluppo, quelli a mRNA possono essere progettati e prodotti in pochi mesi e adattati rapidamente in caso di mutazioni virali. Gli esperti sottolineano che questa rapidità è fondamentale in situazioni di emergenza.

Oltre alle malattie infettive, la tecnologia mRNA è oggi al centro di ricerche oncologiche e viene studiata come potenziale strumento per l’immunoterapia contro il cancro, ma anche contro malattie cardiovascolari, autoimmuni e altre condizioni. All’inizio del 2025, il fondatore di Oracle, Larry Ellison, aveva elogiato il suo impatto nella lotta ai tumori durante un incontro alla Casa Bianca.

UNA RIVOLUZIONE NELLA POLITICA VACCINALE USA…

Secondo il comunicato dell’HHS, i progetti mRNA non ancora in fase finale saranno immediatamente interrotti, mentre quelli in fase avanzata “potranno concludersi per non sprecare fondi pubblici già investiti”. In parallelo, secondo quanto riportato da Politico, l’agenzia cesserà gli investimenti azionari nella tecnologia mRNA tramite la Global Health Investment Corporation.

Il dipartimento ha ribadito che “altri utilizzi della tecnologia mRNA non saranno colpiti dalla decisione”, riferendosi ad ambiti non legati ai vaccini, e ha assicurato che continuerà a sostenere “vaccini sicuri ed efficaci per ogni americano che li desideri”.

Infine, Kennedy ha affermato che l’obiettivo della sua amministrazione è sviluppare un “vaccino universale” che offra protezione sia contro i coronavirus che contro l’influenza, imitando l’immunità naturale.

…CHE SOLLEVA MOLTI DUBBI

Ma i dubbi su chi si occuperà della valutazione de vaccini non sono trascurabili. Come ha scritto su Start Giuseppe Biamonti, ricercatore e dirigente di Ricerca del Cnr presso l’Istituto di Genetica Molecolare – Luigi Luca Cavalli-Sforza del Cnr a Pavia, dopo il licenziamento in blocco dei membri del comitato consultivo sui vaccini, la comunità scientifica ha espresso forte preoccupazione per le nomine effettuate da Kennedy come loro sostituti. Secondo quanto riportato dalla rivista Science, molti dei nuovi membri hanno posizioni apertamente anti-vaccinali e scarsa esperienza nella scienza dei vaccini: in media, le loro pubblicazioni sull’argomento sono solo 11, e quattro di loro non hanno mai pubblicato nulla su riviste scientifiche. Una composizione del genere, avverte Science, rischia di compromettere la credibilità del comitato agli occhi della comunità medico-scientifica.

Tra loro figurano, infatti, Robert Malone, biochimico la cui ricerca ha contribuito a gettare le basi per la tecnologia mRNA, che ora sostiene – senza evidenze epidemiologiche – che i vaccini anti-Covid abbiano causato 17 milioni di morti; Vicky Pebsworth, che fa parte di un’organizzazione nota per diffondere disinformazione vaccinale; Martin Kulldorff, ex docente ad Harvard, che ha dichiarato di essere stato allontanato per essersi rifiutato di vaccinarsi contro il Covid e ha firmato la contestata Great Barrington Declaration, contraria ai lockdown. E anche Retsef Levi, professore al MIT, il quale ha attirato critiche per studi non sottoposti a revisione scientifica in cui si ipotizzano effetti collaterali gravi del vaccino di Pfizer.

UN FUTURO INCERTO PER L’INNOVAZIONE VACCINALE

Con la cancellazione dei progetti mRNA, l’amministrazione Kennedy ridisegna quindi le priorità della politica vaccinale americana, puntando su piattaforme più tradizionali come i vaccini a virus intero – una tecnologia vecchia di oltre 100 anni. Tuttavia, come ricordato dal New York Times, gli Stati Uniti avevano già abbandonato questo tipo di vaccini per la pertosse negli anni ’90, a causa degli effetti collaterali significativi.

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