Un’azienda francese ha depositato la prima richiesta per vendere carne coltivata in Europa. Si chiama Gourmey, ha sede a Parigi e punta su uno dei prodotti francesi per antonomasia: il foie gras.
E ora chissà se l’incubo del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, si concretizzerà…
L’AZIENDA CHE PRODUCE FOIE GRAS COLTIVATO
Fondata nel 2019, tre anni dopo Gourmey aveva raccolto in totale 56 milioni di euro (arrivati oggi a 65 milioni), con cui aveva in programma tra l’altro di costruire un sito di 4.000 metri quadrati a Parigi per produrre foie gras coltivato in laboratorio a partire da cellule di anatra, le quali non vengono quindi sottoposte alla crudele pratica dell’ingrasso e alla macellazione.
Ai tempi Bloomberg scriveva che il loro stabilimento di Parigi sarebbe stato “il più grande centro di produzione di carne coltivata d’Europa” e l’azienda prevedeva una capacità produttiva annua di decine di migliaia di chili di carni coltivate di alta qualità.
Il round di finanziamento del 2022 proveniva da nuovi investitori guidati da Earlybird Venture Capital, con il sostegno di Keen Venture Partners e dell’amministratore delegato di Instacart, Fidji Simo, e aveva fatto seguito agli investimenti di Heartcore Capital, Point Nine Capital e Partech.
Oggi Gourmey conta 60 dipendenti ed è composta da ingegneri, scienziati, esperti culinari e imprenditori, ma cerca anche nuove figure da assumere.
LA RICHIESTA ALL’EFSA…
Come spiegava all’epoca il cofondatore Nicolas Morin-Forest, l’ostacolo principale è che il prodotto deve essere approvato dalle autorità prima di poter essere venduto nei negozi. Adesso, però, il progetto ha fatto un salto in avanti. Gourmey ha infatti depositato la prima richiesta di autorizzazione alla vendita di carne coltivata in laboratorio nell’Unione europea.
La domanda è quindi arrivata a Parma, dove ha sede l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
In un comunicato, l’azienda ha precisato che “non utilizza cellule geneticamente modificate e nemmeno l’editing genomico, quindi la sua richiesta rientra nel campo di applicazione del regolamento sui nuovi alimenti”. A sostegno della richiesta di autorizzazione, Gourmey ha anche preparato “un dossier in conformità con i regolamenti pertinenti e con la guida dell’Efsa, che è ampiamente considerata lo standard di riferimento per la sicurezza e la valutazione del rischio dei nuovi alimenti”.
Il processo di valutazione, che comprenderà un esame approfondito della sicurezza e del valore nutrizionale del prodotto, dovrebbe durare almeno 18 mesi, afferma Eunews. Una volta approvato, potrà essere commercializzato nel mercato Ue.
… E NON SOLO
Gourmey ha poi riferito di aver presentato la stessa richiesta anche a Singapore, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, dove si attende il primo via libera. Già nel 2022 Morin-Forest dichiarava che si aspettava che i primi prodotti a base di carne coltivata potessero essere messi in vendita negli Stati Uniti, per poi arrivare in Asia e infine in Europa “a causa di normative più rigide”.
“Le autorità di regolamentazione di tutto il mondo hanno stabilito solidi quadri normativi per valutare la sicurezza di nuovi alimenti come gli alimenti coltivati – afferma l’azienda francese -. Stati Uniti, Singapore e Israele ne hanno già approvato la vendita. Nell’Ue, questa è la prima volta che un’azienda chiede alla Commissione europea l’approvazione di un nuovo alimento coltivato”.
E questo, afferma Gourmey sul sito, “è solo l’inizio”. I suoi chef stanno infatti lavorando ad altri prodotti, che intendono portare nei ristoranti di alto livello.
LE REAZIONI
Entusiasta la reazione di Seth Roberts, senior policy manager presso The Good Food Institute (Gfi) Europe, think thank e organizzazione internazionale senza scopo di lucro: “È fantastico vedere che è stata presentata la prima richiesta per vendere carne coltivata nell’Ue. Ciò dimostra che l’innovazione alimentare può coesistere con le nostre tradizioni culinarie, offrendo ai consumatori foie gras prodotto in un modo che potrebbe ridurre l’impatto ambientale e le preoccupazioni per il benessere degli animali, sostenere gli investimenti e creare posti di lavoro a prova di futuro”.
Decisamente meno felice il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega, che ha parlato di “momento della verità” per l’Europa. “Bruxelles – ha detto – dovrà decidere quale modello alimentare scegliere: la qualità e il benessere garantiti dai prodotti tradizionali oppure cibi realizzati in laboratorio, privi di proprietà organolettiche e nutritive che li distinguano?”.