Skip to content

Speranza

Il caso Speranza è davvero archiviato?

La strategia difensiva dell’avvocato di Speranza (forse prevedibile) è stata vincente: il ministro della Salute non decideva nulla, seguiva solo la “scienza” dell’Aifa, del Cts e dell'Iss, ma non credo che medici e tecnici vorranno fare da scaricabarile. La lettera dell'avv. Antonio de Grazia

 

Caro direttore,

da scettico dry non mi sono stupito del provvedimento di archiviazione del Tribunale dei Ministri di Roma, che ha scagionato – ma solo sotto il profilo penale – l’ex ministro Roberto Speranza.

La strategia difensiva dell’avvocato di Speranza (forse prevedibile) è stata vincente: il ministro della Salute non decideva nulla, seguiva solo la “scienza” dell’AIFA, del CTS e dell’Istituto Superiore di Sanità (un ministro eterodiretto, inconsapevole, piccino piccino). Vedremo poi quale sarà la reazione e la difesa dei medici e dei tecnici coinvolti, i quali certo non vorranno essere scaricabarile (la vicenda non si esaurirà presto, e prevedo sorprese).

Il Tribunale dei Ministri, prudentemente, non poteva sindacare l’azione politica – giusta o sbagliata, o perfettibile, che fosse – di un ministro: la separazione dei poteri impedisce una valutazione giudiziaria dell’azione politica.

Col senno di poi, un ministro non tecnico – dinanzi alla pandemia, ad una situazione di emergenza imprevedibile – avrebbe dovuto fare un semplice gesto, un passo indietro: dimettersi, consapevole dei propri limiti, per farsi sostituire da un tecnico della salute. Ma l’ego e l’ybris di Roberto Speranza lo hanno impedito, con gli esiti che ben conosciamo (e la sfiducia nella classe medica).

L’ex ministro Speranza resterà nella storia per l’infelicissima (ed involontariamente comica, e contraria al giuramento di Ippocrate) formula “Paracetamolo e vigile attesa”, e per la sua spocchiosa sicumera (un altro avrebbe optato per l’oblio, e non per la sovraesposizione per un modestissimo libro). Qualcun altro, dotato di banale e semplice sensibilità umana e spirito di servizio, si sarebbe arrovellato: ho commesso errori che potevo evitare? Potevo fare di più e meglio?

Il solito dilemma del veterocomunista: ho la verità in tasca, è la realtà ad essere in errore… il mondo deve adattarsi alla mia mente.

Diceva G.C. Lichtenberg: “Dubita di tutto almeno una volta, anche se si trattasse della proposizione: 2×2 fa 4”.

Così è, se vi pare.

Un caro saluto.

Antonio de Grazia

Torna su