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Cosa penso del Dpcm (e perché l’app Immuni ora è inutile). Parla il prof. Parisi

Conversazione di Ruggero Po con il fisco Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, su Dpcm, app Immuni e non solo

 

Cresce il numero dei contagi. Cosa aspettarci per le prossime settimane? E cosa dovrebbe essere fatto? E cosa succede all’app Immuni?

A rispondere alle domande di Ruggero Po – autore dell’audio-blog per Start Magazine – è Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, tra i fisici italiani più stimati nel mondo, che ha scritto nei giorni scorsi insieme ad altri 100 scienziati un appello per misure più drastiche.

ECCO LA CONVERSAZIONE DI RUGGERO PO CON IL PROFESSOR PARISI, PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI

 

 

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Misure drastiche nei prossimi 2 o 3 giorni per evitare in Italia centinaia di decessi al giorno per Covid-19: è l’appello lanciato il 23 ottobre da oltre cento scienziati al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

L’APPELLO DEI PROF.

“Come scienziati, ricercatori, professori universitari riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19“, scrivono gli accademici riferendosi alle stime diffuse dal fisico Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, secondo le quali il raddoppio nei decessi che si sta osservando ogni settimana potrebbe portare in breve a 400-500 morti al giorno.

LA PROPOSTA DI PARISI

I ricercatori condividono la proposta di Parisi di “assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni” e “il necessario contemperamento delle esigenze dell’economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell’art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile”.

CHI SONO I FIRMATARI

“Il necessario contemperamento delle esigenze dell’economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell’art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile”, avvertono i i firmatari dell’appello, tra cui figurano anche Gianfranco Viesti, economista dell’Università di Bari, Carlo Doglioni geologo e presidente Istituto nazionale geofisica e vulcanologia, Alfio Quarteroni, matematico applicato, Enzo Marinari, ordinario di Fisica alla Sapienza, Roberta Calvano, ordinaria di Diritto costituzionale Unitelma Sapienza, Piero Marcati, prorettore Gran Sasso Institute, Alessandra Celletti astronoma vicepresidente Anvur.

CHE COSA HA DETTO IL PROF. PARISI

Senza misure forti, tra due settimane le morti per Covid-19 potrebbero superare 400″, lo ha detto all’Ansa il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma. “Negli ultimi 20 giorni il numero dei casi sta raddoppiando ogni settimana – rileva – e da una settimana il numero dei decessi sta seguendo quello dei casi”. Il numero delle morti ha cominciato cioè a raddoppiare, con un ritardo di 7 giorni rispetto ai casi positivi.

RISCHIO DECESSI

“Quello che sembra certo – prosegue Parisi – è che dal numero dei casi di oggi si può risalire al numero dei decessi fra una settimana. Per esempio, il numero dei casi di ieri corrisponde a circa 200 morti fra una settimana e la settimana successiva potrebbero raddoppiare ulteriormente”. Di conseguenza, ha aggiunto, “se le misure adottate qualche giorno fa non avranno effetti sarà difficile evitare che si arrivi a 400-500 morti al giorno”. Considerando questa tendenza nella crescita dell’epidemia, discussa da Parisi anche sulla stampa, è prevedibile anche un aumento proporzionale dei ricoveri nelle strutture di terapia intensiva e in questo modo “si rischierebbe il collasso del sistema sanitario”.

L’URGENZA DEI PROVVEDIMENTI

Per questo, secondo il fisico, “bisogna prendere con la massima urgenza provvedimenti per arrestare l’aumento nella diffusione dell’epidemia. Nel caso fossero misure troppo forti, dopo 10 i 15 giorni si potrebbero ridurre”. Questo perché “gli effetti di qualsiasi misura sui decessi si vede dopo 15 giorni”. Per Parisi è “difficile dire se sia necessario un lockdown debole o forte, ma le decisioni devono essere prese subito”.

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ECCO IL TESTO INTEGRALE

All’attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Come scienziati, ricercatori, professori universitari riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da COVID-19 e riteniamo utile segnalare all’attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell’articolo del Presidente dell’Accademia dei Lincei, professor Giorgio Parisi.

Ci sentiamo di dare piena adesione alla richiesta contenuta nell’articolo di assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni, onde evitare che, secondo le stime riportate nell’articolo, i numeri del contagio in Italia arrivino inevitabilmente, in assenza di misure correttive efficaci, nelle prossime tre settimane, a produrre alcune centinaia di decessi al giorno.

Il necessario contemperamento delle esigenze dell’economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell’art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile.

La salvaguardia dei posti di lavoro, delle attività imprenditoriali e industriali, esercizi commerciali, e le altre attività verrebbero del resto ad essere anch’esse inevitabilmente pregiudicate all’esito di un dilagare fuori controllo della pandemia che si protraesse per molti mesi.

Prendere misure efficaci adesso serve proprio per salvare l’economia e i posti di lavoro. Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore.

E’ per questo che il contagio va fermato ora, con misure adeguate, ed è per questo che chiediamo di intervenire ora in modo adeguato, nel rispetto delle garanzie costituzionali, ma nella piena salvaguardia della salute dei cittadini, che va di pari passo ed è anch’essa necessaria e funzionale al benessere economico.

In fede,

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