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Teva

Farmaci, perché il colesterolo costerà caro alle aziende Teva e Glenmark

Teva Pharmaceuticals ha accettato di pagare più di 200 milioni di dollari di multe e di cedere le attività relative al farmaco generico chiave per il trattamento del colesterolo per patteggiare le accuse di fissazione dei prezzi da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti

 

La casa farmaceutica israeliana Teva sborserà 225 milioni di dollari per patteggiare le accuse riguardanti il controllo del prezzo di vendita di tre farmaci, incluso uno per il colesterolo.

Lo ha annunciato il lunedì il Dipartimento di Giustizia (DoJ) degli Stati Uniti. Nel 2020 la divisione antitrust del DoJ ha accusato Teva e l’indiana Glenmark Pharmaceuticals di aver cospirato per fissare i prezzi dei farmaci generici. Il farmaco principale coinvolto e che sarà ceduto a terzi è la pravastatina, un farmaco per il colesterolo ampiamente utilizzato. L’indiana Glenmark Pharmaceuticals, complice nel cartello per quest’ultimo medicinale, ha invece conciliato a fronte di una sanzione di 30 milioni di dollari.

Entrambe le società, in base al patteggiamento, cederanno le attività relative al farmaco generico.

L’accordo rappresenta la sanzione più grande pagata “per un cartello antitrust nazionale”, ha affermato il Dipartimento di Giustizia in una nota, ripresa dalla Cnn.

Tutti i dettagli.

L’ACCORDO RAGGIUNTO CON IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA AMERICANO

Il caso è in corso dal 2020, quando il Dipartimento di Giustizia ha accusato il produttore di farmaci israeliano di aver partecipato a tre cospirazioni per la fissazione dei prezzi. Nello specifico, i funzionari americani hanno accusato Glenmark e Teva di aver accettato di aumentare i prezzi della pravastatina tra il 2013 e il 2015.

Il Dipartimento di Giustizia ha affermato che questo accordo porta le sanzioni totali a oltre 681 milioni di dollari per un’indagine pluriennale volta a scoprire fissazione dei prezzi, turbative d’asta e schemi di assegnazione del mercato in sette aziende farmaceutiche. Teva e Glenmark sono le ultime due società ad ammettere le spese di fissazione dei prezzi.

LA MULTA ALL’ISRAELIANA TEVA

Teva, il più grande produttore di farmaci generici al mondo, pagherà la multa in cinque anni: 22,5 milioni di dollari dovuti ogni anno dal 2024 al 2027 e 135 milioni di dollari dovuti nel 2028, ha affermato la società in una dichiarazione separata.

Dovrà inoltre donare alle organizzazioni umanitarie un valore di 50 milioni di dollari di clotrimazolo e tobramicina, altri due farmaci di cui ha ammesso la fissazione dei prezzi. Teva ha infatti ammesso di aver infranto le regole antitrust relative al suo farmaco a base di clotrimazolo per le infezioni della pelle e alla tobramicina, che tratta le infezioni agli occhi e la fibrosi cistica.

E ALL’INDIANA GLENMARK

Anche la rivale di Teva, Glenmark, pagherà una sanzione penale di 30 milioni di dollari da pagare in sei rate, ha affermato la società indiana.

COME SE LA PASSA IL GIGANTE ISRAELIANO DEI FARMACI GENERICI

Così il titano israeliano dei farmaci generici tenta di porre fine ai problemi legali.

Come ricorda il Financial Times, all’inizio di quest’anno, Teva ha saldato le accuse civili per oltre 4 miliardi di dollari per la commercializzazione di oppioidi. La società sta registrando anche un calo delle vendite. Lo scorso anno i ricavi di 15 miliardi di dollari sono diminuiti di un terzo rispetto al 2017. La capitalizzazione di mercato dell’azienda si è ridotta a meno di 10 miliardi di dollari, rispetto ai 60 miliardi nel 2015.

Tuttavia ieri, alla notizia dell’accordo giudiziario, le azioni di Teva Pharmaceuticals sono salite del 3,3%. In occasione della comunicazione degli utili all’inizio di questo mese, la società aveva dichiarato di aver accantonato 200 milioni di dollari per risolvere le accuse di fissazione dei prezzi del Dipartimento di Giustizia.

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