skip to Main Content

Ministero Della Salute Speranza Arcuri Campagna Vaccinale

Ecco le misure Iss anti Covid allo studio del governo: dpcm e lockdown mirati

Che cosa si legge nel report più aggiornato del ministero della Salute in collaborazione con Iss (Istituto superiore di sanità)

La curva dei contagi da coronavirus nella seconda ondata in Italia non accenna a raffreddarsi e le Regioni si preparano a lockdown mirati, che sembrano sempre più ineluttabili anche in grandi città, e al possibile divieto di spostamento tra territori. I nuovi positivi ormai vicini a quota 32 mila e il record di vittime della nuova fase, 297 in 24 ore, mai così tante da maggio, danno la spinta decisiva al governo.

Tra le indiziate principali per i lockdown mirati ci sono Milano e Napoli tra le metropoli, la Lombardia, la Campania e il Piemonte tra le regioni. Per la capitale economica del Paese il governo sta dialogando con il sindaco Beppe Sala e con il presidente lombardo Attilio Fontana, che ancora negli ultimi giorni affermavano rispettivamente di voler “vedere i numeri” e di “non vedere le condizioni per una chiusura”.

La Lombardia nelle ultime 24 ore è andata di nuovo vicina ai 9 mila infetti e ha fatto segnare un balzo delle vittime, passate da 48 a 73. Altri 22 pazienti sono stati ricoverati in terapia intensiva.

La Campania ha fatto registrare oltre 3.600 nuovi positivi, altro massimo giornaliero, con 14 vittime, e a Napoli la situazione è sempre più pesante. Nella regione ci si divide tra iniziative di sindaci di piccoli centri che vietano ai minorenni di circolare se non accompagnati – una sorta di ‘lockdown generazionale’ al contrario – e manifestazioni di madri e bambini con maschere di Halloween per chiedere a Vincenzo De Luca di poter tornare a scuola. La Regione intanto lavora all’attuazione del piano per la riorganizzazione degli ospedali e il reclutamento di medici.

In Piemonte – dove l’indice di contagiosità Rt è oltre il 2%, come in Lombardia – ben 16 ospedali sono stati riconvertiti alla cura del Covid, in un territorio che conta oltre 2.800 nuovi positivi e 28 vittime in 24 ore. Quest’ultimo il bilancio odierno peggiore, ancora dietro la Lombardia.

In Veneto invece il governatore Luca Zaia emette un’ordinanza che rende obbligatorio per i medici di base e i pediatri eseguire i tamponi rapidi (in Lombardia i test saranno disponibili da lunedì, ma su base volontaria). Nel Lazio, con 22 morti e oltre 2.200 positivi, anche Roma potrebbe essere sottoposta a nuove restrizioni.

Le cifre dei contagi, delle vittime, dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari – vicini alla soglia di allerta – sono inesorabili: nelle ultime 24 ore in Italia il rapporto tra positivi trovati e tamponi effettuati (quasi 216 mila, nuovo massimo) è al 14,7%, mai così alto nella seconda ondata. In sostanza si trova un infetto ogni 7 test. Ci sono 1.843 pazienti in terapia intensiva (+97 in 24 ore), i ricoverati con sintomi sono quasi 18 mila, secondo i dati del ministero della Salute. L’aumento degli attualmente positivi in un giorno è di 25.600, che porta il totale dei malati a 351.386. Molto più ridotto, invece, l’incremento dei guariti: 5.859 per un bilancio di 289.426.

Insomma, i nuovi positivi nel Paese aumentano per il quinto giorno consecutivo – seppure a minor ritmo – dopo un’episodica flessione il 26 ottobre, e non sembra più potersi attendere il risultato delle misure dell’ultimo Dpcm. Chiusure mirate di altre attività e zone rosse appaiono l’ultima chance prima del lockdown Italia.

ECCO CHE LE MISURE CHE SONO INDICATE NEL REPORT SALUTE-ISS PER LO SCENARIO 4 (scenario in cui è già l’Italia secondo l’Iss):

SCENARIO 4. Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo

Descrizione dello scenario 4

Valori di Rt regionali prevalentemente e significativamente maggiori di 1,5 (ovvero con stime dell’IC95% di Rt maggiore di 1,5). Uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani). A questo proposito, si rimarca che appare piuttosto improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili in presenza di un’epidemia caratterizzata da questi valori di trasmissibilità.

In uno scenario nazionale di questo tipo è presumibile che molte Regioni/PA siano classificate a rischio alto e, vista la velocità di diffusione e l’interconnessione tra le varie Regioni/PA, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato. Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie misure di contenimento molto aggressive.

1. Classificazione del rischio settimanale: MODERATA per almeno 4 settimane consecutive in base a una rivalutazione dei dati consolidati in modo da ridurre il rischio di una sottostima del rischio dovuto ad un ritardo nella notifica/trasmissione dei dati di sorveglianza

Azione: valutare la ri-modulazione delle attività con misure più stringenti (escalation) o mantenimento o ri-modulazione con cautela delle attività con misure meno stringenti (de-escalation) qualora incrementati precedentemente in situazioni di rischio alto/molto alto

Valutazione del rischio nella Regione/PA per definire situazioni sub-regionali di rischio più elevato (circolazione nelle provincie/comuni; focolai scolastici)

Interventi: ordinari + straordinari in singole istituzioni (es. scuole) o aree geografiche limitate

• Maggiore controllo della reale implementazione delle misure già adottate sul territorio (vedi criteri minimi)

• Precauzioni scalate laddove indicato nei documenti prodotti per ambiti e contesti specifici (es. scuole) solo in aree con maggiore rischio di esposizione

• Possibilità di chiusura di attività, sospensione di eventi e limitazione della mobilità della popolazione in aree geografiche sub-regionali (comuni/province)

2. Classificazione del rischio settimanale: ALTA/MOLTO ALTA (per meno di 3 settimane consecutive)

Azione: valutare la ri-modulazione delle attività con misure più stringenti (escalation)

Interventi: straordinari estesi (restrizioni locali temporanee su scala sub-provinciale)

• Distanziamento fisico: es. chiusura locali notturni, bar, ristoranti (inizialmente potenzialmente solo in orari specifici, es. la sera/notte in modo da evitare la “movida”)

• Chiusura scuole/università (incrementale: classe, plesso, su base geografica in base alla situazione epidemiologica)

• Limitazioni della mobilità (da/per zone ad alta trasmissione ed eventuale ripristino del lavoro agile in aree specifiche.

• Restrizioni locali temporanee su scala sub-provinciale (zone rosse) per almeno 3 settimane con monitoraggio attento nella fase di riapertura. In caso non si mantenga una incidenza relativamente bassa ed Rt <1,2 nel valore medio per almeno 3 settimane dopo la riapertura valutare la necessità di ripristino con eventuale estensione geografica.

3. Classificazione del rischio settimanale: ALTA/MOLTO ALTA (per 3 o più settimane consecutive) ed evidenza di una situazione non gestibile con le misure straordinarie già messe in atto

Azione: considerare la possibilità di restrizioni estese Regionali/provinciali

• Definire una forma di restrizione più estesa su scala Provinciale o Regionale in base alla situazione epidemiologica

• Ripristino su vasta scala del lavoro agile e di limitazione della mobilità individuale.

Interventi: straordinari (Tabella 7)

La Figura 12 propone un diagramma di flusso relativo alla ri-modulazione delle misure in base alla classificazione settimanale del rischio in una Regione/PA.

La Tabella 7 riporta la stessa ri-modulazione con declinazione di un dettaglio della ri-modulazione delle misure territoriali a livello regionale anche considerando il periodo dell’anno che è rilevante per la diversa l’incidenza attesa di sindromi simil-influenzali – ILI (Influenza-like Illnesses) di varia eziologia (es. virus influenzali) che impatteranno contemporaneamente i servizi sanitari. Nella tabella vengono assegnate delle indicazioni sugli attori coinvolti dove N: Livello Nazionale Centrale; R: Livello Regionale; L: Livello Locale.

Back To Top