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Istituto Superiore Sanità

Cosa fa l’Iss per valutare l’efficacia dei vaccini sul lungo periodo?

Un’analisi condotta dall’Ospedale Niguarda di Milano che valuta la risposta immunitaria al vaccino anti Covid nel lungo periodo pone un interrogativo sull'azione dell'Istituto superiore di sanità (Iss)

 

Lo studio clinico “Renaissance” è un’analisi condotta dall’Ospedale Niguarda di Milano che valuta la risposta immunitaria al vaccino anti Covid nel lungo periodo, da 14 giorni a 1 anno. I risultati hanno mostrato che a sei mesi di distanza dalla vaccinazione il livello di anticorpale medio è sceso, in maniera più netta e veloce nei primi 3 mesi (tra i 14 giorni e i 3 mesi il calo è stato di circa il 70%) e più lenta e graduale nel periodo successivo (circa il 45%).

Lo studio dell’ospedale Niguarda sulla risposta anticorpale nel tempo

Lo studio dell’Ospedale milanese Niguarda si è concentrato sull’andamento degli anticorpi nella popolazione ospedaliera. A realizzarlo è stato il team del prof. Francesco Scaglione che nelle sue analisi si avvale di uno dei laboratori più avanzati del Paese che consente di valutare fino a 5mila test seriologici al giorno. Dall’analisi del Niguarda, svolta su tremila persone, risulta che a sei mesi dall’iniezione della prima dose del vaccino gli anticorpi si dimezzano. Un livello ancora capace di proteggere dal Covid. La trasmissione di Rai 3 Report rileva che quello del Niguarda è l’unico studio sistematico che si sta realizzando in Italia.  “I dati scientifici per il 90% derivano dalla buona volontà di qualche ricercatore che ci si mette a lavorare, non c’è una ricerca di Stato – ha detto ai microfoni del programma condotto da Sigfrido Ranucci il prof. Francesco Scaglione, Direttore Laboratorio Microbiologia Ospedale Niguarda di Milano -. Non lavoriamo per il Ministero, abbiamo iniziato autonomamente autofinanziandoci”.

Lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità

Report sottolinea che l’Istituto Superiore di Sanità aveva annunciato già un anno fa, a dicembre 2020, l’intenzione di realizzare uno studio molto ampio sul decadimento degli anticorpi che avrebbe dovuto chiarire la necessità o meno di fare una terza dose. “L’ISS coordinerà uno studio per il monitoraggio degli anticorpi anti-proteina Spike in un sottocampione di soggetti che verranno vaccinati nei prossimi mesi, prelevando sieri a distanza di tempo per coprire un arco temporale fino a 12 mesi dall’inizio della vaccinazione – si legge sul sito dell’ISS -. Questo tipo di studi è di fondamentale importanza per stabilire la durata nel tempo degli anticorpi e se questi anticorpi hanno capacità neutralizzante. I dati che si ottengono possono anche chiarire la necessità o meno di dosi di richiamo”. Lo studio, in realtà, risulta iniziato a febbraio, coinvolge solo 2500 persone, i risultati non sono ancora stati pubblicati.


Andrea Crisanti: “Green pass prorogato da 9 a 12 mesi senza basi scientifiche”

Il Governo, anche senza avere a disposizione studi sulla persistenza degli anticorpi nel lungo periodo, ha esteso la validità del green pass da 9 a 12 mesi. “La scelta non ha alcuna base” – dice Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia dell’Università di Padova, a Report -. Hanno detto una serie di stupidaggini pazzesche. Guardando i dati di Israele avrebbero dovuto scegliere il silenzio. Il vaccino sembra stia perdendo efficacia per quanto riguarda la capacità di evitare la trasmissione”.

La scelta politica di estendere il Green Pass

Se il Governo non avesse scelto di estendere la validità del green pass, tra ottobre e dicembre il certificato sarebbe scaduto a 3 milioni di vaccinati che non avrebbero avuto modo di farne uno nuovo. Secondo un dirigente dell’ente regolatorio dei farmaci intervistato da Report ma che ha scelto di restare anonimo la decisione sarebbe stata solo di natura politica. “Sul tavolo c’era una nota del capo del gabinetto del Ministero della salute che per conto del Ministro Speranza chiedeva di allungare la durata delle certificazioni verdi. La richiesta è politica non è stata fatta su basi scientifiche. Il CTS ha ritenuto all’unanimità che esistessero le condizioni per estendere il green pass a 12 mesi anche se nessuno sa che se il vaccino dura 6—12 mesi. Questa decisione non è supportata da alcuna certezza scientifica”. Secondo un’altra gola profonda del settore sanitario l’estensione del green pass è stata una scelta burocratica e “quando ci si renderà conto che la protezione contro il contagio è quasi zero dovranno abolire il green pass, magari introducendo l’obbligo vaccinale per alcune categorie e poi liberi tutti”.

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