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Medici Famiglia

Come sarà il fascicolo sanitario elettronico e il ruolo del medico di famiglia?

Lo studio di Mercer, coordinato dall’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi, analizza come intervenire nei futuri servizi sociosanitari territoriali anche attraverso la ridefinizione del medico di famiglia e di strumenti come fascicolo sanitario elettronico

 

La pandemia ha mostrato che è indispensabile ridefinire sia il ruolo del medico di famiglia nel contesto dei nuovi servizi sociosanitari territoriali che l’organizzazione dei servizi sanitari nazionali stessi.

Mercer, società di consulenza nell’ambito delle risorse umane e degli investimenti, ha realizzato uno studio con il coordinamento dell’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi intitolato “Medico di medicina generale nei nuovi servizi socio-sanitari territoriali” per analizzare la situazione e proporre soluzioni da attuare grazie alle ingenti risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

PERCHÉ NON CONVIENE TRASFORMARE IL MMG IN DIPENDENTE SSN

Lo studio, andando contro a ciò che chiedono alcune regioni, avverte sui rischi in cui si incorrerebbe se gli oltre 40 mila medici di famiglia venissero trasformati in dipendenti del Ssn. Oggi, infatti, sono liberi professionisti convenzionati con il Ssn.

“L’originalità di questa relazione di lavoro – si legge nel paper – sta nel tempo indeterminato e nel contratto collettivo nazionale quale fonte regolatoria. Caratteristiche tipiche del lavoro subordinato ma che, coniugate con la flessibilità e la responsabilità proprie del lavoro autonomo, hanno dato luogo a una lunga esperienza positiva proprio per questi profili”.

Se il medico di famiglia, dunque, venisse trasformato in dipendente, afferma lo studio, si rischierebbe una minore assistenza al paziente (con il quale si perderebbe anche il rapporto di fiducia), una diminuzione della flessibilità organizzativa e maggiori costi, così come maggiori rigidità contrattuali che prevedono orari di reperibilità più limitati.

FOCUS ENPAM

Inoltre, lo stesso Ssn pagherebbe con l’ente previdenziale del personale medico (Enpam) i costi di questa scelta.

“Sarebbero davvero distruttivi dell’equilibrio finanziario gli effetti del trasferimento di una moltitudine di professionisti dall’Enpam (Gestione previdenziale dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e addetti ai servizi di continuità assistenziale ed emergenza territoriale) alla Cassa specifica dell’Inps”, aggiunge lo studio.

Venendo ai numeri, “secondo simulazioni realizzate da Enpam, il passaggio alla dipendenza dei Mmg e dei Pls [pediatri di libera scelta, ndr] genererebbe una voragine di ben 84 miliardi di euro nell’arco temporale di verifica della sostenibilità dell’Ente richiesta dalla vigente disciplina”.

COSA VIENE PROPOSTO

Nello studio si legge che sarebbe meglio, invece, prevedere forme di obbligo ad associarsi in modo che gli studi, con all’interno diversi medici e tecnologie, insieme alle future case di comunità previste dal Pnrr, diventino dei centri delle cure sul territorio attivi 12 ore al giorno.

IL FASCICOLO ELETTRONICO

Le pressioni pandemiche, prosegue lo studio, hanno evidenziato rilevanti asimmetrie tra i servizi sanitari regionali e all’interno di essi, con particolare riguardo alla fragilità della “prima linea” costituita dai servizi territoriali. In molta parte del territorio i servizi regionali sono organizzati sugli ospedali, spesso piccoli e pericolosi, con la conseguenza di forti pressioni sui pronto soccorso.

Il sistema “federale”, spiega il paper, è giustificato dalla necessaria prossimità delle attività di prevenzione, assistenza e cura. Ma l’autonomia dei servizi regionali non avrebbe dovuto giustificare il caotico procurement di tecnologie informatiche che ancora oggi non consentono connessioni all’interno di una stessa azienda.

Per questo occorre una cabina di regia che monitori le asimmetrie territoriali, definisca standard omogenei per tutti i sistemi informativi e metta in rete tra loro tutti i centri di erogazione

L’interoperabilità degli attuali sistemi informativi è la condizione necessaria per il Fascicolo Sanitario Elettronico, “emblema della unicità del sistema, vero personal data account in grado di accompagnare con effettiva continuità il cittadino ‘dalla culla alla tomba’”.

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