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Campagna Vaccinale

Come procede la campagna vaccinale in Italia?

L'articolo di Pierluigi Allibardi, medico ospedaliero

Dalla tabella 1 (fonte Istituto Superiore di Sanità):

Percentuale di morti per Covid-19 in Italia, per regione, e per periodo: marzo maggio 2020 (1a ondata), ottobre 2020-marzo 2021 (2a ondata), periodo intermedio tra le 2 ondate (giugno-settembre 2020). Risultano maggiormente colpite (cfr. l’ultima colonna a destra) le regioni del nord: 59% del totale e, se si aggiunge anche il Lazio, si raggiunge il 65.1%, cioè circa i 2/3 del totale delle regioni (vedi anche fig. 1):

Figura 1

Dalla tabella 2:

La mortalità da Covid-19, cioè la percentuale di morti sulla popolazione per regione, è maggiore in alcune regioni (cfr. tab.2, ultima colonna a destra) e, più precisamente, nelle regioni del nord, seguite da quelle del centro Italia e del sud (vedi anche la fig. 2, parte superiore): cioè si muore di più al nord.

Figura 2

Inoltre, tale mortalità è più rappresentata fra gli over 70, per ciascuna regione (cfr. fig. 2, parte inferiore: morti totali per Covid in una determinata regione per il numero di over 70 anni di quella stessa regione): viene ancora confermato il gradiente decrescente di mortalità nord → sud.

È stimato che, per permettere una ripresa economica almeno nella 2a metà del 2021, i paesi dell’Ue dovrebbero urgentemente implementare un programma vaccinale mirato sulle persone a rischio (circa il 20-30% del totale) entro la 1a metà del 2021. Quindi allocazione ottimale dei vaccini per i soggetti più suscettibili a forme gravi di malattia (fattori di rischio associati a morte per Covid-19: età avanzata, presenza di comorbidità e basso livello ematico di vit. D): cfr. tab. 3, cioè deceduti Covid in Italia dall’inizio della pandemia al 1° marzo 2021:

Tutto questo per ridurre quanto prima il numero delle ospedalizzazioni e quindi di abbassare il numero dei decessi quotidiani e, conseguentemente, poter, il prima possibile, favorire le cosiddette “riaperture” commerciali.

Per i vaccini attualmente in uso in Italia, la mortalità registrata durante l’impiego di questi 3 vaccini, risulta essere (in Usa e Regno Unito) di 20-30 casi per milione di dosi. Considerando la diversa letalità del virus per le varie classi d’ età, ne scaturisce che il rischio di morire per il vaccino piuttosto che per il Covid-19, è maggiore per i giovani con meno di 25 anni: quest’ultimi, pertanto, a tutt’oggi, non dovrebbero sottoporsi a vaccinazione.

Da quanto detto, per risolvere il problema, si dovrebbero prontamente vaccinare le persone con più alta probabilità di morire per Covid-19. In Italia, il 96% dei decessi per Covid-19 ha più di 60 anni; quindi i vaccinati dovrebbero essere gli over 60, le “persone fragili” (diabetici, obesi, …) e, tra gli over 60, quelli con comorbidità.

Al 5 aprile 2021, in Italia, sono stati somministrati oltre 11 milioni di vaccini, ma solo il 47,38% è stato inoculato agli over 70 (fonte Ministero della Salute). Dalla fig. 3: andamento del numero di morti Covid-19 per milione di abitanti della popolazione residente in Italia, Francia, Germania e Regno Unito.

Figura 3

In una realtà italiana con, attualmente, disponibilità limitata di vaccini, risulta essenziale la loro corretta allocazione per ridurre al massimo numero di decessi e di ospedalizzazioni.

Pertanto: 1) rigorosa campagna vaccinale partendo dai più anziani, 2) maggiore distribuzione delle dosi dei vaccini alle 5 regioni italiane con la mortalità più elevata, 3) priorità ad un indice prognostico “indice di fragilità” in grado di attribuire ad ogni cittadino (18-79 anni) il rischio di presentare forme clinicamente critiche di Covid-19.

Fonte: fondazionehume.it

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