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Udca Cina

Chi studia in Arizona un farmaco anti Covid

Un team di ricercatori dell'Università dell'Arizona Health Sciences ha scoperto che una combinazione di estratti batterici, presente nel farmaco Broncho-VaxomTM, può avere effetti positivi anche sulle infezioni da SARS-CoV-2. Al momento la sperimentazione è stata condotta solo sui topi, quindi non ci sono ancora dati sugli effetti sull’uomo.

Un team di ricercatori dell’Università dell’Arizona Health Sciences ha scoperto che una combinazione di estratti batterici, presente nel farmaco Broncho-VaxomTM usato per trattare le infezioni respiratorie, può avere effetti positivi anche sulle infezioni da SARS-CoV-2, aprendo così una nuova strada alla cura del COVID-19.

Un farmaco che inibisce l’infezione dal virus del Covid-19

Autrice dello studio The OM-85 bacterial lysate inhibits SARS-CoV-2 infection of epithelial cells by downregulating SARS-CoV-2 receptor expression, da poco pubblicato su The journal of allergy and clinical immunology, è la professoressa Donata Vercelli, docente in medicina molecolare presso l’Università dell’Arizona. “Abbiamo trovato un farmaco che riesce a inibire e prevenire l’infezione dal virus del Covid-19 perché sopprime l’espressione delle proteine a cui questo virus si attacca – ha detto la prof.ssa Vercelli, ospite in collegamento con la trasmissione di Rete 4 Stasera Italia -. Quindi se non c’è aggancio non c’è ingresso del virus, se non c’è ingresso del virus non c’è infezione o comunque molto diminuita. Parliamo del lisato batterico il cui nome scientifico è OM-85”.

L’attività infettiva di SARS-CoV-2

È bene ricordare che SARS-CoV-2 infetta le cellule attraverso le interazioni della sua proteina Spike con il recettore ACE2 e la proteina endoteliale TMPRSS2 delle cellule ospiti. Vengono prese di mira più cellule e organi, in particolare le cellule epiteliali delle vie aeree. Un enzima cellulare cambia la forma di una proteina sul virus per consentire a SARS-CoV-2 di violare la membrana e infettare la cellula.

La sperimentazione di OM-85 sui topi

OM-85 è un “lisato standardizzato di batteri delle vie aeree umane con forti proprietà immunomodulanti. La somministrazione di OM-85 nelle vie aeree inibisce la trascrizione di Ace2 e Tmprss2 nel polmone, suggerendo che OM-85 potrebbe ostacolare le interazioni SARS-CoV-2/cellule ospiti”, si legge nello studio. Al momento la sperimentazione è stata condotta solo sui topi, quindi non ci sono ancora dati sugli effetti sull’uomo.

L’azione dell’OM-85 è diversa dai vaccini

Il meccanismo con cui l’OM-85 previene l’infezione virale è diverso da quello dei vaccini o dei trattamenti anticorpali, che si concentrano su una proteina virale. Prendendo di mira il recettore, OM-85 può chiudere la porta che consente al coronavirus di infettare le cellule, il che potrebbe renderlo efficace contro qualsiasi variante che infetta le cellule attraverso il recettore ACE2. La logica per l’utilizzo di estratti batterici per prevenire l’infezione virale si riferisce a un precedente studio condotto dalla prof.ssa Vercelli. Nel 2016, il suo team ha scoperto che l’esposizione a prodotti microbici ambientali proteggeva i bambini delle fattorie Amish dall’asma e dalle allergie. L’idea del team dell’Università dell’Arizona è usare il lisato batterico per addestrare il sistema immunitario a proteggerci dai virus.

La posizione della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale

La Società italiana di pediatria preventiva e sociale nel suo magazine del 2018 ha parlato dell’utilizzo dell’OM-85 come farmaco preventivo per le Infezioni respiratorie ricorrenti (IRR) nei bambini.  “Fra gli immunostimolanti più studiati vi è l’OM-85 BV che è un lisato batterico chimico liofilizzato (PCBL) – si legge nella pubblicazione -. L’azione di OM-85 sul sistema immunitario è ben descritta in letteratura sia in studi in vitro sia in vivo (animali e cellule umane). In estrema sintesi è stata dimostrata un’azione che stimola la produzione di alcune citochine, aumenta la produzione di immunoglobuline sieriche, aumenta il numero e la funzione delle cellule chemiotattiche e presentanti l’antigene”. La bilancia del rapporto rischi-benefici pende a favore del farmaco. “Il rapporto rischio/benefici fornito dalla prevenzione con OM-85 è favorevole. Inoltre, alcuni dati sono incoraggianti per quanto riguarda la diminuzione del consumo di antibiotici”. Infine: “All’inizio del 2018, J Yin e colleghi hanno pubblicato una metanalisi con revisione sistematica su OM-85. Fra le altre cose, dichiaravano che questa revisione sistematica ha mostrato una significativa riduzione degli episodi di IRR, una diminuzione della durata del ricorso ad antibiotici, infezioni, febbre, tosse e respiro sibilante nei bambini con IRR trattati vs controllo. Inoltre, ha migliorato significativamente i livelli sierici di immunoglobuline e T-linfociti. Gli eventi avversi non hanno avuto alcuna influenza sul trattamento”.

La protezione contro le varianti

“È un farmaco che già si trova in commercio perché è usato da varie decadi, da decenni – aggiunge la dottoressa Vercelli a Stasera Italia -. È un trattamento che dovrebbe proteggere a ombrello, indipendentemente dalle varianti che circolano. In questo senso è diverso dai vaccini e complementare ai vaccini. Siamo solo all’inizio ma i dati sono incoraggianti”.  La sperimentazione potrebbe passare presto agli esseri umani. “Ce lo auguriamo”, conclude la prof.ssa Vercelli.

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