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Lavoratori Fragili

Cosa fare per tutelare i lavoratori fragili

Cosa ha detto il ministro Brunetta sul sostegno alle persone con disabilità nel percorso di semplificazione e digitalizzazione dell'amministrazione pubblica.

 

In sede di audizione presso la Commissione parlamentare sulla semplificazione, il ministro Renato Brunetta ha esposto con toni pacati e collaborativi il programma di governo in tema di semplificazione delle procedure amministrative. Sono tre i filoni attraverso cui sviluppare gli assi portanti di tutti i provvedimenti che il Governo si accinge ad emanare o preparare: 1) il capitale umano 2) la semplificazione 3) la digitalizzazione.

Con una puntualizzazione assai avvertita, soprattutto da chi scrive, il ministro propone di mettere al primo posto la categoria delle persone con disabilità, troppo spesso espunte dai processi di ammodernamento delle istituzioni, del loro funzionamento e dall’accesso alle procedure di digitalizzazione (immaginando di sopperire con una sorta di struttura di “counseling”) e di accompagnamento all’innovazione orientata alle persone con difficoltà.

Un intervento attuato da persone qualificate che si fanno da tramite e si rendono interpreti dei bisogni delle persone con disabilità: un “supporto umano” a sostegno dell’accesso delle persone con disabilità al piano di semplificazione e digitalizzazione che deve gradatamente estendersi a tutti i gangli della P.A.

Depositando la sua relazione e illustrandola in modo chiaro e accessibile, il ministro Brunetta ha inoltre lanciato la proposta di costituire un gruppo di lavoro misto tra componenti della Commissione parlamentare presso cui il ministro è stato audito e il suo dicastero, in modo da lavorare in sinergia, cosa questa, sempre ad avviso di chi scrive, oltremodo apprezzabile purché, facciamo notare al ministro, il gruppo sia affiancato anche da esperti in materia di disabilità per meglio contestualizzare i temi affrontati e tradurre gli sforzi in azioni concrete.

Tuttavia, tra gli interventi di replica alla relazione, con l’intendimento di evidenziare questioni ancora aperte, particolarmente puntuale e documentato è stato l’intervento dell’On.le Massimiliano De Toma di Fratelli d’Italia, il quale ha ricordato che da tempo si occupa della questione delle tutele dei lavoratori fragili e ha evidenziato, chiedendo lumi in proposito al ministro, il fatto che dal DL 24 del 24/3/2022 siano state estromesse proprio dal governo le tutele per i lavoratori fragili previste dall’art 26 – comma 2 e comma 2/bis del DL 17/3/2020 n. 18 .

Il ministro Brunetta rispondendo alla domanda dell’On.le De Toma ha precisato di essere al corrente del vulnus (dovuto ad un intervento della Ragioneria dello Stato che ha stimato in 60 milioni di euro il costo dell’operazione ”tutele per i fragili”) e di voler sopperire reintroducendo lo smart working (cessato con la fine dello stato di emergenza) con un proprio emendamento a “costo zero”, quindi ripristinando il comma 2/bis del DL 18/2020.

Occorre richiamare il ministro Brunetta ad una doverosa attenzione – sempre in una ottica consulenziale resa da parte di esperti – in quanto se si agisce prorogando la vigenza del solo comma 2-bis citato si ripristinerebbe in vero il diritto allo smart working (bene!) ma NON l’equiparazione al ricovero ospedaliero dei soggetti fragili in malattia.

Quindi non includendo nel reintegro delle tutele il comma 2 dell’art. 26 DL 18/2020 resterebbe aperto un vulnus (grave) per le situazioni di maggiore esposizione a rischio di contagio: stiamo parlando di cardiopatici, immuno-depressi, affetti da artrite reumatoide, chemioterapici.

Sic stantibus rebus, senza la proroga delle tutele bruscamente stralciate dal DL 24/22, se in queste categorie di lavoratori fragili qualcuno si ammalasse dovrebbe ricorrere al periodo di malattia contrattuale (auspicandosi che non abbia con questo a superare il periodo di comporto contrattuale) oppure alle ferie, oppure andare a lavorare (con il rischio di contagio).

Se il ministro Brunetta non si adopera per correggere anche l’altro corno del dilemma (tutela estesa anche recuperando il famoso “comma 2 dell’art. 26) si corre il rischio che possano crearsi dei contenzioni e, certamente, potrebbero si materializzarsi responsabilità oggettive in capo al Governo che escludendo questo “scudo sanitario” per i fragili li priverebbe della possibilità, finora concessa di avvalersi dell’equiparazione della loro malattia (si tratta in larghissima parte di soggetti invalidi ex legge 104/1992 ) allo “status” di ricovero ospedaliero.

Siamo certi che il ministro Brunetta, certamente sensibile rispetto a queste problematiche per quanto ha esposto in Commissione, vorrà ben considerare la necessita urgente di assicurare una proroga non solo del comma 2-bis ma anche e soprattutto del comma 2 dell’art. 26 del DL 18/2020 almeno sino al 31.12.2022 e questo per evitare che si debba rimetter mano al provvedimento, causando, come purtroppo accaduto ora per un errore di valutazione della Ragioneria dello Stato, un periodo di vacazio legils che mette a rischio i lavoratori fragili ed espone la pubblica amministrazione, ed in particolare i direttori del personale che adottano le relative delibere di attuazione dei provvedimenti del governo in seno alle singole PA, al rischio di contenzioso e – non da escludere – responsabilità personali in caso di danni per la salute dei lavoratori fragili.

In ogni caso un plauso va al ministro Brunetta per aver dato una risposta chiara all’On. De Toma e a quest’ultimo per aver contribuito con la propria domanda al chiarimento.

Tutto questo con l’auspicio che il ministro voglia – motu proprio – prevedere anche affinché nelle pubbliche amministrazioni siano costituiti dipartimenti per le disabilità ed il benessere integrale dei dipendenti pubblici e dei loro nuclei familiari. La pubblica amministrazione non deve essere un “patrigno scontroso” ma un “Padre e Madre amorevole” capace di comprendere i bisogni dei propri dipendenti e sostenerli nelle situazioni di difficoltà come lo possono essere quelle connesse al fatto di essere un lavoratore fragile o con disabilità o, caso assai frequente essere un lavoratore che presta costantemente assistenza – svolgendo un compito gravoso di sussidiarietà allo Stato – al proprio congiunto convivente con disabilità grave o non autosufficiente. Ministro ci pensi. Grazie.

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